L’Iran respinge le accuse che arrivano da Washington, che si è detta pronta anche a un’eventuale azione militare. Non sono stati loro, sostengono, a colpire le petroliere nel Golfo dell’Oman – una giapponese e l’altra norvegese -, andate in fiamme nel Mare Arabico. Ma in un video fatto circolare dal Pentagono si vede quella che viene descritta come una imbarcazione con a bordo i Guardiani della Rivoluzione iraniani (Pasdaran), intenti a rimuovere quella che appare essere una mina magnetica inesplosa dal fianco della nave giapponese, la Kokuka Courageous, danneggiata probabilmente da un’altra mina. Le immagini in bianco e nero – diffuse dopo che il sottosegretario americano, Mike Pompeo, ha attribuito l’incidente a Teheran – circolano in queste ore sui media. Il video, secondo l’amministrazione americana, dimostrerebbe che gli iraniani, dopo l’esplosione di una mina, avrebbero cercato in questo modo di rimuovere prove del loro coinvolgimento nell’attacco. E anche l’armatore giapponese di una delle due petroliere ha affermato che il suo equipaggio ha visto una unità iraniana nelle vicinanze. Ma l’equipaggio fornisce una versione diversa da quella statunitense: “Siamo stati colpiti da un oggetto volante“.
Iran respinge le accuse: “Sabotaggio diplomatico” – Ma Teheran non cambia posizione e parla di “sabotaggio diplomatico” da parte di Washington: “Il fatto che gli Stati Uniti siano immediatamente saltati a lanciare accuse contro l’Iran senza l’ombra di una prova fondata o circostanziata – ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif – mette in luce che Washington e i suoi alleati sono passati al piano B: il sabotaggio diplomatico – includendo Shinzo Abe – e il trucco del terrorismo economico contro l’Iran”. Secondo la missione di Teheran alle Nazioni Unite, poi,”è ironico che gli Stati Uniti, che si sono ritirati illegalmente dall’Accordo sul nucleare iraniano, ora chiedano all’Iran di tornare ai negoziati e alla diplomazia. Né le invenzioni e le campagne di disinformazione – ha proseguito – né le accuse senza vergogna degli altri possono cambiare la realtà: gli Stati Uniti e i loro alleati regionali devono fermare il bellicismo“.
In precedenza, Pompeo aveva detto che l’incidente “è un’escalation inaccettabile di tensioni oltre l’Iran” e ha chiesto l’unità della comunità internazionale alle azioni di Teheran. Il segretario di Stato Usa ha anche risposto alle dichiarazioni del suo omologo iraniano, Mohamad javad Zarif, che ha descritto quello che è successo come “sospetto”. “Il sospetto non inizia a descrivere ciò che si presume sia successo stamattina”, ha aggiunto. In questo senso, Pompeo ha detto che “forse Zarif pensa che questo sia divertente, ma nessun altro al mondo lo crede”. “L’Iran sta rispondendo perché il regime vuole che la nostra campagna di massima pressione venga ritirata”, ha affermato. “Nessuna sanzione economica autorizza l’Iran ad attaccare civili innocenti, a modificare i mercati petroliferi internazionali e a compiere ricatti nucleari”, ha affermato Pompeo.
Sulla questione è intervenuto in prima persona anche Donald Trump che, in un’intervista alla Fox ha dichiarato che “l’attacco alle petroliere ha ‘Iran’ scritto ovunque”, senza sbilanciarsi però sulle possibili conseguenze: “Vedremo cosa succederà”, ha detto. Il presidente ha poi rassicurato sul fatto che lo stretto di Hormuz non sarà chiuso e, se mai accadrà, non sarà a lungo.
Ma in serata arriva la testimonianza dell’equipaggio della Kokuka Courageous che contrasta con la versione diffusa dagli Stati Uniti: siamo stati colpiti “da qualcosa che si è avvicinato in volo verso di loro”, ha detto Yukaka Katada, presidente della Kokuka Sangyo Co, in una conferenza stampa a Tokyo. “Sembra che qualcosa si sia avvicinato in volo verso di loro – ha dettoa Katada senza specificare di che tipo di oggetto si trattasse – Questo, secondo il rapporto che ho ricevuto, ha provocato un buco. C’è quindi un’alta possibilità che siano stati attaccati da un proiettile volante. L’impatto è stato molto sopra il livello dell’acqua, non credo che sia stato un siluro“.
Una terza versione la fornisce, invece, il direttore generale dell’autorità portuale dell’Hormuzgan, Allahmorad Afifipour, che sta seguendo gli accertamenti tecnici sulle petroliere nel Golfo di Oman e parla di “problema tecnico”: “Il fuoco nella prima nave è iniziato dal ponte di mezzo, mentre nella seconda un piccolo incendio è cominciato da una centrale elettrica, quindi è improbabile che ci sia stato un attacco di oggetti volanti. Visto che gli esami preliminari mostrano che nulla ha colpito le navi, potrebbe essere stato un problema tecnico”. Intanto, ha aggiunto Afifipour, Teheran ha inviato un team di esperti in elicottero per valutare le condizioni della petroliere norvegese Front Altair e stabilire se i 23 membri dell’equipaggio soccorsi ieri dalla sua Marina, e attualmente ospitati in Iran, possono tornare sulla nave.
Cina: “Una guerra nel Golfo non serve a nessuno”
Chi cerca di abbassare il livello della tensione regionale è la Cina che, attraverso il suo portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, fa sapere che “nessuno vuole vedere la guerra nel Golfo e non è nell’interesse di alcuno”. Per questo invitano al “dialogo”: “Speriamo che tutte le parti rilevanti restino calme ed esercitino autocontrollo evitando l’ulteriore escalation delle tensioni”, continua il portavoce. Pechino invita così tutti a “effettuare sforzi congiunti per la sicurezza della navigazione in acque importanti per la pace e la stabilità regionale” e a superare le differenze attraverso “il dialogo e le consultazioni”.
Il video – “Alle 16:10 ora locale una barca di pattuglia IRGC Gashti Class si è avvicinata al Kokuka Courageous ed è stato osservato e registrato mentre rimuove una mina inesplosa” dallo scafo, ha affermato il portavoce del Comando Centrale degli Stati Uniti Bill Urban in merito al video che mostra l’equipaggio di una motovedetta iraniana mentre rimuove una mina inesplosa da una delle petroliere attaccata nel Golfo di Oman. “Gli Stati Uniti e i nostri partner nella regione prenderanno tutte le misure necessarie per difendere noi stessi e i nostri interessi. Gli attacchi di oggi rappresentano una chiara minaccia alla libertà di navigazione internazionale e alla libertà di commercio”, ha aggiunto. Parlando ad una conferenza stampa a Tokyo, il presidente di Kokuka Sangyo, Yutaka Katada, ha negato che la petroliera Kokuka Courageous sia stata colpita da un missile. Tutti i membri dell’equipaggio sono tornati sulla nave dopo l’esplosione per ripristinare il sistema di alimentazione, ha detto Katada.
Mondo
Oman, video Usa su attacco petroliere: “Pasdaran rimuovono mina da nave”. Ma equipaggio: “Colpiti da oggetto volante”
Un filmato diffuso dal Pentagono è la prova, secondo Washington, del diretto coinvolgimento di Teheran nell'attacco alle due navi. Ma l'Iran respinge le accuse e attacca gli Usa: "È sabotaggio diplomatico. Gli Stati Uniti e i loro alleati regionali devono fermare il bellicismo". Trump: "L'attacco ha 'Iran' scritto ovunque"
L’Iran respinge le accuse che arrivano da Washington, che si è detta pronta anche a un’eventuale azione militare. Non sono stati loro, sostengono, a colpire le petroliere nel Golfo dell’Oman – una giapponese e l’altra norvegese -, andate in fiamme nel Mare Arabico. Ma in un video fatto circolare dal Pentagono si vede quella che viene descritta come una imbarcazione con a bordo i Guardiani della Rivoluzione iraniani (Pasdaran), intenti a rimuovere quella che appare essere una mina magnetica inesplosa dal fianco della nave giapponese, la Kokuka Courageous, danneggiata probabilmente da un’altra mina. Le immagini in bianco e nero – diffuse dopo che il sottosegretario americano, Mike Pompeo, ha attribuito l’incidente a Teheran – circolano in queste ore sui media. Il video, secondo l’amministrazione americana, dimostrerebbe che gli iraniani, dopo l’esplosione di una mina, avrebbero cercato in questo modo di rimuovere prove del loro coinvolgimento nell’attacco. E anche l’armatore giapponese di una delle due petroliere ha affermato che il suo equipaggio ha visto una unità iraniana nelle vicinanze. Ma l’equipaggio fornisce una versione diversa da quella statunitense: “Siamo stati colpiti da un oggetto volante“.
Iran respinge le accuse: “Sabotaggio diplomatico” – Ma Teheran non cambia posizione e parla di “sabotaggio diplomatico” da parte di Washington: “Il fatto che gli Stati Uniti siano immediatamente saltati a lanciare accuse contro l’Iran senza l’ombra di una prova fondata o circostanziata – ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif – mette in luce che Washington e i suoi alleati sono passati al piano B: il sabotaggio diplomatico – includendo Shinzo Abe – e il trucco del terrorismo economico contro l’Iran”. Secondo la missione di Teheran alle Nazioni Unite, poi,”è ironico che gli Stati Uniti, che si sono ritirati illegalmente dall’Accordo sul nucleare iraniano, ora chiedano all’Iran di tornare ai negoziati e alla diplomazia. Né le invenzioni e le campagne di disinformazione – ha proseguito – né le accuse senza vergogna degli altri possono cambiare la realtà: gli Stati Uniti e i loro alleati regionali devono fermare il bellicismo“.
In precedenza, Pompeo aveva detto che l’incidente “è un’escalation inaccettabile di tensioni oltre l’Iran” e ha chiesto l’unità della comunità internazionale alle azioni di Teheran. Il segretario di Stato Usa ha anche risposto alle dichiarazioni del suo omologo iraniano, Mohamad javad Zarif, che ha descritto quello che è successo come “sospetto”. “Il sospetto non inizia a descrivere ciò che si presume sia successo stamattina”, ha aggiunto. In questo senso, Pompeo ha detto che “forse Zarif pensa che questo sia divertente, ma nessun altro al mondo lo crede”. “L’Iran sta rispondendo perché il regime vuole che la nostra campagna di massima pressione venga ritirata”, ha affermato. “Nessuna sanzione economica autorizza l’Iran ad attaccare civili innocenti, a modificare i mercati petroliferi internazionali e a compiere ricatti nucleari”, ha affermato Pompeo.
Sulla questione è intervenuto in prima persona anche Donald Trump che, in un’intervista alla Fox ha dichiarato che “l’attacco alle petroliere ha ‘Iran’ scritto ovunque”, senza sbilanciarsi però sulle possibili conseguenze: “Vedremo cosa succederà”, ha detto. Il presidente ha poi rassicurato sul fatto che lo stretto di Hormuz non sarà chiuso e, se mai accadrà, non sarà a lungo.
Ma in serata arriva la testimonianza dell’equipaggio della Kokuka Courageous che contrasta con la versione diffusa dagli Stati Uniti: siamo stati colpiti “da qualcosa che si è avvicinato in volo verso di loro”, ha detto Yukaka Katada, presidente della Kokuka Sangyo Co, in una conferenza stampa a Tokyo. “Sembra che qualcosa si sia avvicinato in volo verso di loro – ha dettoa Katada senza specificare di che tipo di oggetto si trattasse – Questo, secondo il rapporto che ho ricevuto, ha provocato un buco. C’è quindi un’alta possibilità che siano stati attaccati da un proiettile volante. L’impatto è stato molto sopra il livello dell’acqua, non credo che sia stato un siluro“.
Una terza versione la fornisce, invece, il direttore generale dell’autorità portuale dell’Hormuzgan, Allahmorad Afifipour, che sta seguendo gli accertamenti tecnici sulle petroliere nel Golfo di Oman e parla di “problema tecnico”: “Il fuoco nella prima nave è iniziato dal ponte di mezzo, mentre nella seconda un piccolo incendio è cominciato da una centrale elettrica, quindi è improbabile che ci sia stato un attacco di oggetti volanti. Visto che gli esami preliminari mostrano che nulla ha colpito le navi, potrebbe essere stato un problema tecnico”. Intanto, ha aggiunto Afifipour, Teheran ha inviato un team di esperti in elicottero per valutare le condizioni della petroliere norvegese Front Altair e stabilire se i 23 membri dell’equipaggio soccorsi ieri dalla sua Marina, e attualmente ospitati in Iran, possono tornare sulla nave.
Cina: “Una guerra nel Golfo non serve a nessuno”
Chi cerca di abbassare il livello della tensione regionale è la Cina che, attraverso il suo portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, fa sapere che “nessuno vuole vedere la guerra nel Golfo e non è nell’interesse di alcuno”. Per questo invitano al “dialogo”: “Speriamo che tutte le parti rilevanti restino calme ed esercitino autocontrollo evitando l’ulteriore escalation delle tensioni”, continua il portavoce. Pechino invita così tutti a “effettuare sforzi congiunti per la sicurezza della navigazione in acque importanti per la pace e la stabilità regionale” e a superare le differenze attraverso “il dialogo e le consultazioni”.
Il video – “Alle 16:10 ora locale una barca di pattuglia IRGC Gashti Class si è avvicinata al Kokuka Courageous ed è stato osservato e registrato mentre rimuove una mina inesplosa” dallo scafo, ha affermato il portavoce del Comando Centrale degli Stati Uniti Bill Urban in merito al video che mostra l’equipaggio di una motovedetta iraniana mentre rimuove una mina inesplosa da una delle petroliere attaccata nel Golfo di Oman. “Gli Stati Uniti e i nostri partner nella regione prenderanno tutte le misure necessarie per difendere noi stessi e i nostri interessi. Gli attacchi di oggi rappresentano una chiara minaccia alla libertà di navigazione internazionale e alla libertà di commercio”, ha aggiunto. Parlando ad una conferenza stampa a Tokyo, il presidente di Kokuka Sangyo, Yutaka Katada, ha negato che la petroliera Kokuka Courageous sia stata colpita da un missile. Tutti i membri dell’equipaggio sono tornati sulla nave dopo l’esplosione per ripristinare il sistema di alimentazione, ha detto Katada.
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Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - "Affronterò il processo con la massima serenità e con la consapevolezza di poter dimostrare la correttezza del mio operato, avendo sempre agito nel pieno rispetto del regolamento previsto dall’Assemblea Regionale Siciliana. Non ho mai, nella mia vita, sottratto un solo centesimo in modo indebito e confido che nel corso del giudizio emergerà la verità, restituendo chiarezza e trasparenza alla mia posizione. Resto fiducioso nella giustizia e determinato a far valere le mie ragioni con il rispetto e la serietà che ho sempre riservato alle istituzioni". Così Gianfranco Miccichè, rinviato a giudizio per l'uso dell'auto blu, commenta il processo che partirà a luglio. "Sono però amareggiato da quanto la stampa riporta sul fatto che, secondo il pm avrei arraffato quanto più possibile- dice - Nella mia vita non ho mai arraffato alcun che e su questo pretendo rispetto da parte di tutti".
Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - L'ex Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè è stato rinviato a giudizio con l'accuaa di peculato e concorso in truffa aggravata il. La prima udienza del processo si terrà il 7 luglio davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo. Secondo l'accusa il politico, ex viceministro dell'Economia, avrebbe usato l'auto blu in dotazione, in quanto ex Presidente dell'Ars, per fini personali. In particolare avrebbe usato, non per fini istituzionali, l’Audi della Regione, per una trentina di volte, tra marzo e novembre del 2023, anche per fare visite mediche, e persino per andare dal veterinario con il gatto. Avrebbe fatto salire sull'auto anche componenti della sua segreteria e familiari.
Il suo ex autista, Maurizio Messina, che ha scelto il rito abbreviato, è stato invece condannato dal giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta a un anno e mezzo di carcere per truffa, più sei mesi con l'accusa di avere sottratto la somma che gli era stata sequestrata durante le indagini.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - La Corte di Assise di Appello di Milano ha assolto, ribaltando la sentenza a sette anni inflitta in primo grado, Salvatore Pace per il concorso nell'omicidio di Umberto Mormile, l'educatore del carcere di Opera ammazzato l'11 aprile 1990. Il delitto fu rivendicato dalla Falange Armata, organizzazione terroristica sulla quale gravitavano mafiosi, 'ndranghetista e componenti dei servizi segreti deviati. Mormile, 34 anni, venne assassinato a Carpiano, nel Milanese, mentre andava al lavoro, quando due individui in sella a una moto esplosero contro di lui sei colpi di pistola. Secondo l'accusa, Pace, 69 anni, diventato collaboratore di giustizia, si sarebbe messo a disposizione dei mandanti dell'omicidio. "Attendo di leggere le motivazioni" è il commento dell'avvocato Fabio Rapici, legale di alcuni dei familiari della vittima.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - La Difesa europea non salva il Pd. Anzi, lo spacca. A Strasburgo, al momento del voto sul piano ReArmEu, gli europarlamentari dem si sono divisi: 10 favorevoli e 11 astenuti. Non un banale testa a testa, che già sarebbe una notizia, ma una spaccatura politica. La prima, almeno così evidente, nella gestione di Elly Schlein. I riformisti dem, infatti, si sono tutti schierati per il sì. Mentre sino all'ultimo istante il capo delegazione Nicola Zingaretti ha lavorato per portare il gruppo sull'astensione in modo da disinnescare ogni tentazione a votare no. Ma la frattura non si è ricomposta.
Dopo il voto, la segretaria dem ha tenuto il punto, confermando le "molte critiche" avanzate su ReArmEu: "Quel piano va cambiato" e per farlo "continueremo a impegnarci ogni giorno", ha detto tra le altre cose. Ma l'onda del voto sulla Difesa Ue è arrivata fino al Nazareno, aprendo una discussione interna al partito in cui è riemersa anche la parola 'magica' Congresso. La foto di Strasburgo, del resto, è netta. Per il sì si sono schierati Stefano Bonaccini (il presidente del partito), Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli, Raffaele Topo.
Tra gli astenuti Zingaretti, Lucia Annunziata, Brando Benifei, Annalisa Corrado, Camilla Laureti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Alessandro Zan. Dalle tabelle dell'aula emerge tra l'altro che nel gruppo S&D gli unici ad astenersi sono stati gli italiani più un bulgaro, un irlandese e uno sloveno. Per non farsi mancare nulla, c'è stato anche il 'giallo' Annunziata, inizialmente conteggiata tra i sì e poi conteggiata come astenuta.
(Adnkronos) - Mentre a Strasburgo i più maliziosi hanno enfatizzato non solo la presenza di Nardella tra gli astenuti, ma soprattutto quella di Strada e Tarquinio: apertamente contrari al Piano Ue, alla vigilia erano dati certi tra i no. "C'è stato l'aiutino per non far vincere il sì", ha valutato un eurodeputato dem. Lo stesso Tarquinio, del resto, a Un giorno da pecora ha ammesso: "Se avessi votato no sarebbe mancato quel po' di più che ha consentito alla delegazione Pd di avere la maggioranza pro Elly Schlein".
"E' stata sconfitta la linea dell'astensione? E' stato sconfitto il no, perché si partiva dal no", è stata la valutazione di Lia Quartapelle. La deputata dem è stata tra quelli che hanno subito chiesto l'apertura di un confronto interno. "Dobbiamo dimostrarci all'altezza. Il Pd, un grande partito, deve argomentare dove vuole stare con una discussione che sino ad oggi non c'è stata", ha spiegato. Sulla stessa linea Piero Fassino e anche Marianna Madia: "Abbiamo la necessità di discutere e capire. Non possiamo fare tutto questo stando zitti o con un mezzo voto. Congresso o Direzione? Va bene tutto, basta che ci sia una discussione", ha detto la deputata.
Ai riformisti ha risposto Laura Boldrini: "Mi sarei aspettata che il gruppo del Pd al Parlamento europeo votasse compatto sull'astensione, che è la strada trovata dalla segretaria Schlein. Non è il momento di alimentare divisioni". Ma anche nell'area di maggioranza interna non è mancata la chiamata al confronto: "E' giusto che ci sia una discussione seria. E' una responsabilità che abbiamo tutti ed è interesse della segretaria, che io sostengo, che questa discussione si faccia nelle forme e con la rapidità necessarie", ha detto Gianni Cuperlo. Mentre è stato Andrea Orlando a chiedere un Congresso tematico: "Potrebbe essere utile anche per portare la discussione fuori dal solo gruppo dirigente" e per "chiarirsi le idee".
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "Morte naturale per infarto". Sono questi i primi risultati dell'autopsia per Carmine Gallo, l'ex super poliziotto protagonista della lotta contro la criminalità organizzata a Milano e ai domiciliari dallo scorso ottobre per l'inchiesta Equalize sui presunti dossier illeciti, morto domenica nella sua abitazione a Garbagnate Milanese. Si tratta dei primi riscontri dei medici legali, poi "arriveranno i tossicologici" chiesti in via precauzionale per escludere qualsiasi altra causa.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - "Il libro di Follini rappresenta la foto di un mondo rovesciato rispetto al presente, un’America rovesciata, ieri prevaleva il senso della misura e il ragionamento, oggi prevale il populismo”. Lo ha detto il deputato del Pd Stefano Graziano presentando in conferenza stampa a Montecitorio il libro di Marco Follini 'Beneficio d’inventario'.
"Centrale è la parte che racconta della vita politica all’epoca del padre di Marco Follini, Vittorio, e dei leader politici del tempo da Francesco Cossiga, ad Aldo Moro, passando per Marco Pannella. Non tutti avevano la stessa idea politica ma erano tutti uniti nella forza di voler difendere la democrazia, una democrazia ottenuta con lotte, sangue, catastrofi e quindi seppur lontani politicamente, erano uniti dal dialogo. Una differenza abissale con l’Italia di oggi pericolosamente in mano ai sovranisti, dove tutto è concepito fuorché il dialogo. Forse questo abisso non è solo italiano ma sta prevalendo in tutto l’Occidente e la cosa è abbastanza preoccupante”, ha aggiunto Graziano.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "La manovra repentina, improvvisa e del tutto imprevedibile, frutto certamente di una decisione di decimi di secondo attuata dal conducente del motoveicolo TMax non ha consentito al conducente del veicolo Giulietta di poter attuare alcuna manovra difensiva efficace". E' quanto sostiene la consulenza cinematica disposta dalla Procura di Milano e affidata all'ingegnere Domenico Romaniello. La relazione attribuisce la responsabilità dell'incidente a Fares Bouzidi, già indagato per omicidio stradale, l’amico di Ramy Elgaml che guidava lo scooter. Quando lo scooter da via Ripamonti svolta a sinistra verso via Quaranta, "con una deviazione improvvisa", per il consulente Fares imprime "una correzione di rotta verso destra", in direzione del marciapiede, e il carabiniere alla guida "non poteva certamente prevedere tale pericolosissima manovra e nulla ha potuto fare per evitare tale contatto, in ragione della impossibilità di poter attuare sia una correzione di rotta, sia una frenata efficace nello spazio a disposizione".
Non solo: il militare alla guida "non avrebbe altresì potuto neanche sterzare verso destra per la presenza del pedone (il testimone che riprende la scena con il cellulare) che per il conducente dell’autovettura è stato chiaramente percepito con la vista periferica" spiega l'ingegnere che ha realizzato la consulenza ricostruendo le condizioni di visibilità e velocità dell'inseguimento avvenuto la notte del 24 novembre scorso. Quella che mette in atto il carabiniere ora indagato per omicidio stradale (per lui si va verso la richiesta di archiviazione) è "una manovra difensiva obbligata": se lo scooter guidato da Fares avrebbe mantenuto la traiettoria 'naturale' chi guidava la Giulietta "non avrebbe sostanzialmente avuto problemi a mantenere il proprio veicolo iscritto nella curva da percorrere per la svolta a sinistra".
Quando Fares imposta la curva verso via Quaranta il T Max viaggia a una velocità di quasi 55 chilometri l'ora, quando il motociclo finisce la sua corsa contro il palo semaforico l'urto avviene a circa 33 chilometri orari. Per il consulente incaricato dalla procura la macchina che insegue, per evitare l'urto, "avrebbe dovuto disporre di uno spazio complessivo per l’arresto di circa 24 metri", mentre "il conducente aveva a disposizione circa 12 metri soltanto prima di giungere all’urto contro il palo semaforico".