Daniela Ballico non doveva correre per la poltrona di sindaco di Ciampino. Anche a costo di dover montare una campagna diffamatoria a sfondo sessuale. È la ricostruzione degli inquirenti che hanno contestato i reati di furto, ricettazione, diffamazione e attentati contro i diritti politici del cittadino alla ex candidata sindaco di Ciampino Gabriella Sisti, in concorso con il marito Elio Addessi e un componente dell’entourage politico della donna, Vincenzo Piro. A occuparsene sono i poliziotti del commissariato di Marino e la Procura di Velletri

L’attività investigativa è partita dalla denuncia presentata agli agenti lo scorso 13 maggio da Daniela Ballico, neoeletta sindaco di Ciampino nelle file del centrodestra, e da Fabrizio Matturro, coordinatore responsabile della sua campagna elettorale in merito alla divulgazione di immagini e documenti privati. La vicenda, raccontata dall’Adnkronos nei giorni immediatamente successivi ai fatti, nasce dai furti del cellulare di Matturro prima e di un pc della Ballico poi.

Alcune immagini, documenti e conversazioni private dei due, sono state estrapolate e messe insieme in un plico fatto recapitare attraverso un corriere a diverse persone, tra le quali esponenti politici come Matteo Salvini, Claudio Durigon, Lorenzo Cesa, Antonio Tajani, Pino Cangemi e il segretario Ugl Paolo Capone. Una volta ipotizzato dagli investigatori il presunto collegamento tra i furti e la creazione del plico contenente, tra le altre cose, fotomontaggi hard della allora candidata sindaco che compariva senza vestiti, sono quindi scattate indagini approfondite.

Identificato in Piro l’autore delle spedizioni, grazie alle immagini della videosorveglianza, lo stesso uomo di fiducia della rivale politica della vittima che frequentava anche suo marito Elio Addessi, ex consigliere comunale di Ciampino. Quest’ultimo, ora inserito in una segreteria politica della Regione Lazio, avrebbe contattato – secondo le risultanze investigative – appartenenti alla Lega Lazio al fine di intercedere con i vertici per far ritirare la candidatura della Ballico alla poltrona di sindaco, minacciando di affiggere sul territorio di Ciampino manifesti contenenti il materiale del plico.

Subito dopo le elezioni e il ballottaggio, il 10 giugno scorso, sono quindi state effettuate le perquisizioni domiciliari in casa dei tre iscritti nel registro degli indagati. Sequestrato materiale cartaceo, cellulari e computer (non sono invece stati trovati i due rubati), sono in corso attività tecniche per acquisire ulteriori elementi di prova e delineare i ruoli avuti nella vicenda da ciascun indagato e da altri eventuali complici.

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