CLIMAX di Gaspar Noé. Con Sofia Boutella, Kiddy Smile, Romain Guillermic. Francia 2018. Durata: 90’. Voto: 3,5/5 (DT)
Metà anni Novanta, una quindicina di ballerini di vogue dancing si ritrovano da soli in uno spazio enorme (sala da ballo, corridoi, stanze e bagni) per tre giorni di prove. Nella sala grande tra passi di danza, mosse di anca e bacino, qualcuno ha messo della droga nella sangria. La situazione degenera. Introduzione con una vecchia tv contornata da custodie di film (Zombie, Suspiria, tra gli altri) dal cui schermo i ballerini si presentano. Poi è subito Noè touch: fluido piano sequenza di cinque minuti in pista, una ventina di minuti abbondanti di dialoghi tra convenuti (inquadratura fissa e montaggio sincopato con lampi subliminali intermittenti di schermo nero), e ancora altri piani sequenza per cogliere la degenerazione in follia simbolica e performativa dei protagonisti in movimento. L’operazione programmatica, teorica e stilistica (checché ne dica il regista) è ai limiti della perfezione parossistica. La claustrofobia degli interni del set, illuminati/rabbuiati da una gamma densa e alternata di luci da disco rosse-verdi-gialle-blu, comprime i corpi seminudi in un massacro psicologico e ipnotico di urla, estasi e tormento, fughe abortite. Praticamente Suspiria di Guadagnino senza intellettualismi. Sui significati metaforici della trappola/set/film lasciamo allo spettatore la sua personale interpretazione. Comunque Climax non lascia indifferenti e gli attori nel loro contorcersi, piangere, girovagare di continuo sono davvero pazzeschi.