SHELTER: ADDIO ALL’EDEN di Enrico Masi. Con Catherine Wihtol de Wenden, Gabriel James Patiag, Pepsi Italia/Francia 2019, Durata: 81’ Voto 3,5/5 (AMP)
Transitare da un’identità all’altra come da un Paese al successivo, senza sosta, senza potersi permettere di intonare l’anima ai territori e relative culture incrociate. Ma Pepsi è così: infermiera filippina, transessuale eppure musulmana, approda in Europa dopo un lavoro decennale nella Libia di Gheddafi e non ha paura, perché “sono una combattente”. Inseguendo un mito – suo malgrado – della leggenda d’Europa rapita e sedotta da Giove, Pepsi conosce e insegue i suoi diritti umani e civili. Documentario psico-geografico e non di meno socio-politico, Shelter: Addio all’Eden del bolognese (ma dall’anima internazionale) Enrico Masi chiude la sua trilogia dedicata all’impatto dei “mega eventi” sulla contemporaneità e lavora con coraggio e pertinenza sul senso del fuori campo cinematografico applicato alla (e)marginalità dei nuovi migranti. Uno scacco matto alle coscienze tranquille di un colonialismo culturale mai sopito, una riflessione filosofica che si fa gesto poetico dal monito perentorio quanto profetico “Avete colonizzato i nostri Paesi, ora vi occupate di noi come rifugiati. E noi rifugiati avremo un effetto epocale sui vostri Paesi”.