BEAUTIFUL BOY di Felix vanGroeningen. Con Steve Carell, Timothée Chalamet, Maura Tierney. USA 2019, Durata: 112’ Voto 3/5 (AMP)
Dalla premiere mondiale al Toronto Film Festival lo scorso settembre passando per la Festa di Roma a ottobre, arriva nelle sale un dramma di formazione che vede al centro la storia vera di un padre e un figlio impegnati a sconfiggere la tossicodipendenza del ragazzo. All’origine del secondo film del belga Felix vanGroeningen (Alabama Monroe) è il “dittico letterario” composto dai due libri scritti rispettivamente da papà David Sheffe suo figlio Nic descrivendo ciascuno secondo il proprio punto di vista il doloroso percorso di rehab (con i numerosi tentativi falliti) del giovane allora 18enne. Il regista si avvale di entrambe le fonti per costruire un film complesso, altamente emotivo ed emozionale, che punta sulle performance intense dei due protagonisti, da una parte il sempre magnifico Carell e dall’altra l’enfant prodige Chalamet scoperto da Guadagnino in Call Me ByYourName. Più che un’opera classica sull’assunzione di droga e i suoi effetti, Beautiful Boy lavora sui temi del rapporto padre-figlio e sul sentimento d’impotenza del primo nei confronti della dipendenza del secondo. Dramma denso di flashback e montaggi in parallelo,rivelatore di una scrittura e regia di buon livello, è soprattutto notevole – si diceva – per i due interpreti capaci di trasmettere l’umanissima vulnerabilità nei confronti di un dramma che tuttora affligge famiglie americane (e non solo) di ogni estrazione sociale e culturale.