Sarà ora l'autopsia a stabilire le cause della morte, chiarendo se i due siano stati uccisi prima che la macchina esplodesse o se sono bruciati vivi
Sono le 9 di venerdì mattina a Torvaianica, cittadina alle porte di Roma, quando dalle villette in via San Pancrazio si sente il boato di un’esplosione. A bruciare è un’auto, una Ford Fiesta abbandonata in una parte isolata immersa in un campo incolto. Scatta l’allarme, subito arrivano i vigili del fuoco che, spente le fiamme, scoprono nell’auto due corpi carbonizzati uno accovacciato sul sedile posteriore l’altro sull’anteriore. I cadaveri sono irriconoscibili, difficile stabilire l’identità, ma a un primo esame si tratterebbe di un uomo e una donna: Maria Corazza, 46 anni, e Domenico Raco, 39.
La donna, originaria di Pomezia, è la figlia della proprietaria dell’auto, una 78nne che ha dato l’allarme, mentre l’uomo sarebbe un amico di famiglia, di cui si sono perse le tracce proprio nella mattina di venerdì: si tratta di un elettricista di origini calabresi ma residente da anni a Torvaianica. Come mai i due fossero insieme e, soprattutto, cosa ci facessero seduti così distanti saranno le indagini a spiegarlo: sarà l’autopsia infatti a stabilire le cause della morte, chiarendo se i due siano stati uccisi prima che la macchina esplodesse o se sono bruciati vivi.
Le indagini si infittiscono di ora in ora, non escludendo alcuna pista: sia quella del suicidio-omicidio che quella del duplice omicidio. Sotto interrogatorio, per quasi 12 ore, è finito il compagno della vittima, Maurizio D.N., che ha raccontato di aver accompagnato Maria Corazza e la loro figlia a scuola, per gli esami di terza media, e poi essersi separato dalla donna. Agli inquirenti l’uomo ha precisato di aver incontrato quella mattina tre persone tra clienti e colleghi, presso una ditta di Pomezia: l’alibi è stato confermato ai carabinieri dai tre e ora il 55enne, incensurato, è a piede libero. Rappresentante di vernici per una società che ha sede a Bergamo, Maurizio D.N. si stava muovendo verso Frosinone per un altro appuntamento di lavoro quando è stato chiamato in caserma dopo il ritrovamento dell’auto carbonizzata. La madre della donna ha riferito di aver prestato la sua auto alla figlia la sera prima e di non averla più sentita da allora. Si scava nella vita della coppia e tra le amicizie della 46enne scomparsa, di cui si sono ascoltati anche diversi familiari. Per ora nessun fermo, confermano fonti investigative, almeno fino a quando non sarà certa l’identità di entrambi i corpi.