A sinistra c’è una maglia verde da indossare per provare a rosicchiare consensi. Un possibile tesoretto dalle potenzialità inespresse, fin qui veicolato da una ragazzina svedese in odore di Premio Nobel, il cui volto in Italia per ora è associato a qualche meme sui social e alla satira di vario genere (anche pessimo). Se ne sono accorti però anche dalle parti del Nazareno. E il segretario Pd Nicola Zingaretti, portabandiera della mozione all-in, non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione. Per questo ha chiamato a raccolta il suo principale alleato all’interno del Pd, l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni – presidente del partito – per dare vita a una vera e propria corrente ambientalista, interna al partito. A iniziare dal Lazio, centro di gravità permanente dell’azione zingarettiana. Il compito è ricaduto su due esponenti regionali di area gentiloniana, il consigliere Eugenio Patanè e l’assessora Lorenza Bonaccorsi, i quali hanno organizzato per il 14 e 15 giugno – all’azienda agricola biologica di Castel di Guido a Roma – una convention dal titolo Save The Future. “Una Leopolda ambientalista”, l’hanno definita fonti vicine agli organizzatori. Ma è il titolo del comunicato stampa a rendere l’idea dell’obiettivo della manifestazione: “Zingaretti e Gentiloni presentano le proposte ‘Verdi’ del Pd”. Proprio così: “Verdi”, con la “V” maiuscola.
L’onda verde e il tesoretto di Greta
Già, i Verdi. Una sigla che sembrava essere sparita dal panorama politico nazionale. E invece, nonostante l’agenda politica da mesi viri su tutt’altro, la tutela dell’ambiente è tornata di moda nell’opinione pubblica. Anche in Italia. E a parziale dimostrazione, c’è proprio l’exploit di Europa Verde alle elezioni europee: 2,29 per cento laddove l’immutata crisi politica (e partitica) dei Verdi italiani aveva fatto crollare il movimento sotto il mezzo punto percentuale alle politiche 2018. Uno degli ultimi sondaggi spinge il movimento ambientalista fino al 2,8 per cento, al pari del cartello liberal-radicale +Europa/Italia in Comune, rappresentato da Emma Bonino.
Cifre (teoriche) mai raggiunte, nemmeno ai “tempi d’oro” d’inizio secolo, con la guida di Alfonso Pecoraro Scanio e la spinta di colossi ambientalisti come Wwf e Legambiente. Sta di fatto che in tutta Europa il Green Party è una concreta alternativa ai socialdemocratici. Zingaretti l’ha capito sin dal 27 maggio e vuole metterci il cappello. Anche perché l’impressione è che, ora come ora, il movimento di Angelo Bonelli sia strutturalmente sottodimensionato rispetto al boom di consensi ottenuto. E dunque facilmente attaccabile. “I grandi media ci ignorano – dice lui a IlFattoQuotidiano.it – o ci dedicano pochi secondi a fronte di ore e ore di comizi televisivi. Alle europee solo il 30 per cento degli italiani sapeva della nostra esistenza”.
La crisi di Civati e le sirene di Zingaretti
Al Nazareno sono convinti che l’operazione possa riuscire. E che i 600mila voti ottenuti da Europa Verde possano crescere e agevolmente rientrare nella causa dem. Anche se fra Bonelli e i suoi dovesse prevalere, come sembra, la volontà di correre da soli alle prossime politiche. A tal proposito, viene portato come esempio l’episodio con la rottura – poi rientrata – con Possibile di Pippo Civati, a due settimane dal voto, quando un articolo del Foglio instillava dubbi sulla presenza di due candidate di destra nelle liste, spingendo l’ex Pd ad annunciare su Facebook il ritiro dalla campagna elettorale. “Sintomo di disorganizzazione”, valutano ancora fonti dem. Ecco allora che alla convention di Castel di Guido, oltre a Zingaretti e Gentiloni, vengono schierati alcuni fra i possibili leader della futura ala verde del Pd: l’europarlamentare riconfermato Roberto Gualtieri, l’ex ministro e presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, e il presidente di Symbola (e presidente onorario di Legambiente) Ermete Realacci. Sui temi, si va dai cambiamenti climatici a “giustizia climatica e migrazioni”, fino a “biodiversità e tutela del territorio”.
Bonelli: “Per ora dal Pd registro ipocrisia”
Una posizione “surreale” da parte del Pd, secondo Angelo Bonelli, che a IlFattoQuotidiano.it dice: “Il Pd si scopre ambientalista, ma fino a poche settimane fa l’ex ministro Carlo Calenda ci denigrava e ci prendeva in giro, in tv e sui social. Hanno approvato al governo politiche energetiche discutibili, dall’immunità penale sull’Ilva all’urbanistica che non tenevano conto della difesa del territorio. Si sentono loro stessi credibili nel fare una proposta di questo genere? Quando abbiamo visto che in molte regioni d’Italia tagliano parchi, approvano lottizzazioni, hanno proposto piani casa stile Berlusconi. Per non parlare delle trivelle”.