Pm a Milano, già vicepresidente Anm ed esponente di Area, la corrente di sinistra delle toghe succede a Pasquale Grasso, che oggi ha lasciato in polemica l'incarico. L’Associazione nazionale magistrati doveva subito voltare pagina. Prima dell'elezioni aveva detto: "È la notte della magistratura"
È Luca Poniz il nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Pm a Milano, già vicepresidente Anm ed esponente di Area, la corrente di sinistra delle toghe, Poniz succede a Pasquale Grasso, che oggi ha lasciato in polemica l’incarico. L’Anm doveva subito voltare pagina e non si è atteso come previsto il 6 luglio per il rinnovo dei vertici. Giuliano Caputo di Unicost è confermato segretario, entra in giunta Autonomia e indipendenza, con Cesare Bonamartini come vicesegretario, mentre Alessandra Salvadori (Unicost) sarà vicepresidente. Fuori quindi Magistratura Indipendente che esprimeva il presidente e che è la corrente di tre dei consiglieri del Csm (Criscuoli, Lepre e Cartoni) finiti carte dell’inchiesta di Perugia sulle nomine dei capi delle procure.
Le conseguenze dell’inchiesta di Perugia, con un velocissimo effetto domino, ha portato a sospensioni e dimissioni dei consiglieri del Csm intercettati mentre discutevano delle nomine dei capi delle procure alla presenza attiva dell’ex sottosegretario Luca Lotti, imputato a Roma. E ha causato anche una vera e propria guerra tra le correnti delle toghe e il terremoto che ha di fatto squassato l’Anm.
Il nuovo presidente Poniz: “Gigantesca questione morale”
“Sono molto onorato. È un grande onore ma anche un grande onere. Sono qui per rappresentare tutti. Bisogna andare fino in fondo alla riflessione politica che ci veda onesti e coraggiosi nel riconoscere che alcune cose non sono andate bene. Serve una grande responsabilità politica – ha detto Poniz – C’è una gigantesca questione morale all’interno della magistratura. Il fango non interessa tutti noi, io mi sento estraneo come molti di noi, ma c’è stata una degenerazione delle correnti in carrierismo. Il magistrato deve tornare a fare il suo mestiere. Un pensiero di gratitudine ai colleghi di Perugia e a quelli di Roma, a tutti i magistrati che ogni giorno fanno il loro lavoro. È un mestiere di servizio, non di potere. I magistrati sono gli unici a non avere datori di lavoro e non avere padroni. Spero possa continuare ad essere così”.
Poniz tiene a sottolineare che la sua elezioni “non è un regolamento di conti. L’Anm è la casa di tutti i magistrati. Oggi avverto la necessità di una vera apertura”. Eletto perché rappresentante di Area, la corrente più critica? “Non è questo il significato della mia elezione. Non ho nessuna intenzione di entrare nei meccanismi correntizi di questa vicenda. Le responsabilità saranno accertate. Io non sono stato eletto per questo. I colleghi si sono visti travolti da un’ondata immeritata. Dobbiamo innanzitutto recuperare la fiducia dei colleghi e quella dei cittadini. La nostra preoccupazione è che i cittadini continuino a credere nella magistratura, che non è quella finita sui giornali”. Per il nuovo numero uno del sindacato delle toghe bisogna “porre fine alle porte girevoli tra politica e magistratura, ponendo limiti ai passaggi tra i due ruoli”.
L’ex presidente: “Nuova giunta con manuale Cencelli”
Grasso, arrivato al comitato direttivo centrale per rivendicare la sua posizione “sempre corretta e coerente” e chiedere “chiarezza”, questa mattina è stato costretto a dimettersi perché da parte dei gruppi è mancato il sostegno alla sua proposta di proseguire alla guida del sindacato delle toghe, nonostante la sua presa di distanza da Magistratura indipendente, corrente che aveva abbandonato all’indomani della richiesta ai togati autosospesi del Csm di non lasciare, mentre l’Anm ne aveva sollecitato con forza le dimissioni. “Il mio richiamo al cambio di passo è stato assolutamente inascoltato e come temevo purtroppo” non si “coglierà l’occasione per un cambiamento perché il dire di allontanarsi dalle correnti come gruppi di potere e solo centri di elaborazione culturale è un qualcosa che viene declamato ma assolutamente non praticato in questi attimi” in cui “con una sorta di manuale Cencelli si stanno decidendo, immagino, i nomi e le appartenenze dei singoli che parteciperanno alla nuova giunta” aveva detto a SkyTg24 Grasso poco prima delle nomine.
La bilancia delle presenze: esce Mi, entra Aei
Dopo un lungo dibattito i gruppi hanno discusso per arrivare a una soluzione per il rinnovo della giunta e dei vertici. E tra i nomi più accreditati per la presidenza e per la segreteria c’erano appunto quelli di Caputo e Poniz. L’uscita di Magistratura indipendente dalla giunta era scontata o quasi come la presenza di Area e Unicost. Restava il nodo della presenza di Autonomia e Indipendenza, che dalla giunta unitaria si era sfilata dopo il primo anno in cui era stato presidente Piercamillo Davigo. Ma oggi invece AeI ha ottenuto il vicesegretariato.
Michele Consiglio, coordinatore di AeI, intervenuto nel dibattito aveva parlato di “mercimonio di uomini e incarichi che da anni ci ammorba e che ha visto in AeI l’unico querelante, e che ora ha mostrato il suo lato grottesco”. E a Unicost, che nella riunione tenuta ieri li aveva invitati a non attribuirsi primati etici, si era rivolto dicendo: “Siete come omicidi che si indignano perché vedono qualcuno passare col rosso. Non ce la sentiamo di prendere da voi lezioni di moralità”. Di “notte della magistratura” aveva parlato Poniz, prima dell’elezione, che ha invitato ad andare oltre le rivendicazioni di corrente”. Per Marcello Basilico, sempre di Area, “il tema è il recupero della credibilità dei magistrati per ridare dignità all’Anm”. AeI, ha osservato, ”sbaglia obiettivo: lungi da me difendere le correnti ma sul banco degli imputati ci sono i comitati d’affari nati dalla degenerazione di alcuni gruppi”. Caputo aveva definito il momento “drammatico. Quello che abbiamo letto nello stillicidio delle intercettazioni è aberrante. Non bisogna guardare al passato, sono schemi che non funzionano”.