Lo indica la simulazione condotta con l'aiuto di computer e che cerca di risolvere il mistero sull'origine di questi elementi. Pubblicata sulla rivista Nature la scoperta potrebbe rivoluzionare le teorie attuali sull'origine dei metalli pesanti, secondo le quali sono il frutto delle collisioni tra stelle di neutroni, come quella che ha appunto prodotto le onde gravitazionali rilevate nel 2017
Lo abbiamo imparato con la rilevazione delle onde gravitazionali: la materia liberata dà origine a metalli preziosi. Ma l’oro, il platino e gli altri metalli preziosi potrebbero essere il regalo che l’esplosione di una supernova ha lasciato alla Terra. Lo indica la simulazione condotta con l’aiuto di computer e che cerca di risolvere il mistero sull’origine di questi elementi. Pubblicata sulla rivista Nature dall’Università canadese di Guelph e dall’americana Columbia University, la scoperta potrebbe rivoluzionare le teorie attuali sull’origine dei metalli pesanti, secondo le quali sono il frutto delle collisioni tra stelle di neutroni, come quella che ha appunto prodotto le onde gravitazionali rilevate nel 2017.
Condotta utilizzando i supercomputer della divisione di Supercalcolo Avanzato (Nasa Advanced Supercomputing Division) del centro di ricerca Ames della Nasa, la simulazione dimostra adesso che circa l’80% degli elementi pesanti dell’universo, come oro, platino, elementi radioattivi come uranio e plutonio, insieme ad elementi più esotici come il neodimio che si usa nell’elettronica, si è formato probabilmente dall’esplosione di una stella dalla massa 30 volte maggiore di quella del nostro Sole, ha detto il fisico Daniel Siegel, dell’università di Guelph. Gli elementi sarebbero poi finiti nella nube di polveri e gas da cui ha avuto origine il Sistema Solare.
Il prossimo passo sarà confermare il modello con le osservazioni, come quelle che saranno possibili il telescopio spaziale James Webb della Nasa, il cui lancio è previsto nel 2021. I suoi strumenti a infrarossi che dovrebbero infatti rilevare le radiazioni emesse dagli elementi pesanti provenienti dall’esplosione delle supernovae. Osservare queste radiazioni, ha rilevato Siegel, “sarebbe una firma chiara di questi elementi”.