I renziani all'attacco del segretario dopo l'autosospensione dell'ex ministro coinvolto nello scandalo del Csm e dopo l'esclusione dalla nuova segreteria. E arrivano a rievocare il ruolo dell'ex premier. Intanto l'eurodeputato neo eletto su Twitter sobilla i malumori sugli scontri interni
Assicurano, per ora, di non voler lasciare il partito. Ma intanto assediano il segretario Nicola Zingaretti. Continua il lamento dei renziani dopo l’autosospensione di Luca Lotti, coinvolto nello scandalo che ha travolto il Csm, e dopo l’esclusione dalla segreteria nominata in tutta fretta sabato 15 giugno. “Sono arrivati più attacchi a Lotti dall’interno del Pd che dagli avversari politici”, ha detto Maria Elena Boschi intervenendo all’incontro nazionale di Sempre Avanti, corrente vicina all’ex premier e all’ex ministro Pd. Ettore Rosato, anche lui presente al convegno, ha invece attaccato la dirigenza e rievocato lo stesso Matteo Renzi: “Se partiamo dal principio che la politica richiede leadership, io dico che di leadership in giro se ne vedono tante ma di quelle che muovono il Paese ne ho vista una”. Sullo sfondo il neo eletto eurodeputato Pd Carlo Calenda sobilla i malumori. Prima propone su Twitter un governo ombra composto dai renziani, come compromesso, poi commenta: “Va bene hai ragione. La segreteria di Renzi era tutta fatta dalle minoranze.. ma la facciamo finita con questo cazzeggio. E quando vince Renzi lo sabotano da sinistra e quando vince Zingaretti si incazzano gli altri. Che palle ‘sto partito. Ma andiamo a fare opposizione”.
Il deputato Roberto Giachetti dal canto suo ha confermato quanto sostenuto nelle scorse ore da fonti democratiche, ovvero che i renziani siano rimasti fuori volontariamente dalla segreteria: “Stamani è stato frainteso il senso di un post ironico su Instagram in cui postando un video si prendevano le distanze dalle polemiche sulle nomine della segreteria del Pd”, ha scritto in una nota. “Da parte nostra non c’è stata nessuna irritazione per l’esclusione perché frutto di una scelta consapevole. Chiediamo a tutti di rettificare e di non fraintendere il senso del nostro messaggio”.
Chi oggi ha parlato in difesa di Lotti e contro le scelte di Zingaretti è stata appunto l’ex ministra Maria Elena Boschi: “Lotti autosospendendosi ha fatto una scelta che non era scontata e dovuta, di grande generosità verso la comunità del Pd e va quindi rispettato”. E si è augurata però che “in una comunità come il Pd, vista anche la disponibilità di Lotti, ci si possa parlare guardandosi negli occhi. E non con interviste che sparano addosso ai compagni del proprio partito”. Il riferimento è a Luigi Zanda che, poco prima dell’autosospensione del deputato Pd, in un’intervista al Corriere della sera aveva auspicato il suo passo indietro. Per quanto riguarda la nuova segreteria, che la Boschi ha definito “tutta zingarettiana”, ha dichiarato: “Dentro il Pd ci sono tante anime che speriamo possano essere ascoltate e anche valorizzate. Il nostro segretario ora è Zingaretti, rispettiamo il suo lavoro ma ci aspettiamo di avere qualche proposta nuova”. La segreteria, ha detto ancora, “esprime il segretario ed è scelta legittimamente tra chi lo ha sostenuto. Da toscana, visti i risultati che abbiamo riportato alle Europee e alle Amministrative, mi sarebbe piaciuto qualche toscano in segreteria ma auguro buon lavoro ai colleghi che dovranno impegnarsi. Però noi ci siamo e tante persone nel Pd possono dare una mano. Anche Renzi c’è, visto che sta facendo il suo lavoro da senatore, sta lavorando in Parlamento e ha fatto campagna elettorale per i nostri sindaci anche a Firenze”.
Proprio la figura di Renzi è stata riportata sul tavolo da Rosato: “Ci siamo messi tutti insieme – D’Alema, Bersani, Casini, Calenda, Pisapia – e dopo un anno di opposizione – ha osservato il vice presidente della Camera – abbiamo preso 3 punti e mezzo in più. Allora lo dico con preoccupazione, perché i nostri avversari hanno superato il 48%, quindi prendiamo atto che c’è un problema e che la politica non è solo testimonianza”. E ancora: “Qualche anno fa un elettore di destra, quando apriva la scheda, faceva fatica a a sentirsi rappresentato, oggi ha solo l’imbarazzo della scelta e si sente rappresentato alla grande. Vogliamo prendere atto che un pezzo di quel 40% che ci ha votato alle europee o alle politiche, non si sente più rappresentato. Non è che vota altri ma a votare non ci va proprio. Quindi noi dobbiamo fare un’operazione che vada incontro a quell’elettorato, che ci ha votato in passato e ora non ci vuole più votare”.