Sesso & Volentieri

Tira più una foto di Helmut Newton che un carro di buoi

“Tira più una foto di Helmut Newton che un carro trainato dai buoi”. La frase sarebbe diversa, ma a distanza di decenni e con una sovrabbondanza di immagini di nudo su tutti i fronti, il grande fotografo è sempre e comunque inarrivabile. Lo spunto per parlarne di nuovo è per vari motivi. Iniziamo dall’amore coniugale.

La moglie e compagna di una vita, June, ha compiuto da poco 96 anni. Si conobbero nel 1946 a Melbourne, quando lui, 26enne, aprì un minuscolo studio. Lei era bellissima e lui ammise in seguito che non era geloso, che era una donna molto divertente e che lo faceva sempre ridere. Meditate gente, meditate. Diventata una fotografa dopo una carriera professionale di attrice, stette accanto al suo Helmut fino al giorno della morte improvvisa, nel 2004. Mentre era al volante della sua Cadillac, appena uscito dal garage, fu colpito da infarto e non riprese più conoscenza.

Attualmente alla Fondazione Helmut Newton, a Berlino, sono in mostra 50 scatti per artista dei tre assistenti che accompagnarono il maestro dagli anni 80 in poi. Erano giovani ragazzi, ovvero Mark Arbeit, George Holz e Just Loomis. Ricordano inoltre aneddoti, chiacchierate su ragazze, sesso, notizie, gossip. Hanno lavorato per Vogue, il New York Times e le riviste più patinate del secolo scorso.

Mark Arbeit in una foto del 1979 ricorda dettagli di un ritratto con Newton durante una pausa, che potete vedere sull’account Instagram della Fondazione. Si intravede un surfista, una Maggiolino VW e una lattina di birra. Arbeit fa notare che oggi con un cellulare basta la gratificazione instantanea, ma bisogna stare attenti perché la condivisione può dare informazioni riservate su un servizio non ancora pubblicato. Insomma ne hanno di storie da raccontare. Se passate da Berlino, sappiate che fino a novembre potete andare a lucidarvi gli occhi e a trarre ispirazione per il vostro autoerotismo.


Da parte mia – e qui torno al carro trainato dai buoi – recentemente ho condiviso un’immagine del suo ex assistente George Holz, in cui nel 2013 la musa per eccellenza di Helmut Newton – ovvero Sylvia Gobbel – viene ritratta in reggicalze e seno nudo. Poi dicono delle donne âgée.

Ecco che tutto riaffiora, che si capisce che il maestro colpisce ancora e che ha insegnato ai suoi Three Boys from Pasadena cosa sia l’erotismo puro. Personalmente ogni volta che vado ad una mostra dei suoi scatti, che ormai conosco a memoria, vado in visibilio.

A San Gimignano, fino a settembre, si può visitare una retrospettiva. Ad essere sincera ho trovato la location scarna e ho visto mostre migliori, però il borgo toscano è talmente bello che perdono l’allestimento, suvvia.

Tornando alla fantastica June, nei primi anni 50 utilizzava il piccolo e modesto ufficio per intrattenere i suoi amici attori. Helmut scrive nella sua autobiografia: “Erano tutti squattrinati e se ne stavano lì a ridere come matti, bere caffè, mangiare torte da due soldi e a privarmi del mio spazio. Io dicevo: se anche venisse un cliente, non riuscirebbe nemmeno ad entrare. Ma era molto divertente e adoravo quella gente”. Ora capite perché – erotismo, occhi vispi e genialità a parte – l’ho sempre amato?

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