La favola è scritta: il Trapani è in Serie B. I siciliani sabato hanno battuto il Piacenza per 2 a 0 davanti al proprio pubblico nel ritorno della seconda finale playoff di Lega Pro (l’andata in Emilia era finita 0 a 0) e nonostante diverse vicissitudini sono tornati in serie cadetta dopo due anni. I ragazzi di Italiano solo dieci giorni fa avevano messo in mora la società per gli stipendi non pagati ma i problemi sono rimasti fuori dal rettangolo di gioco: nella finale i calciatori granata sono scesi in campo con entusiasmo e con la solita verve, passando in vantaggio con Nzola nel primo tempo e raddoppiando con l’ex di turno, Anthony Taugordeau, a cinque minuti dalla fine. Il gol del francese ha fatto esplodere il Provinciale: i minuti finali sono stati infatti accompagnati dal coro “Serie B, Serie B”. Solo per un momento il pubblico, e non solo quello trapanese, ha tirato il fiato: quando al 70’ due calciatori piacentini, Corradi e Bertoncini sono stati protagonisti di un violentissimo scontro testa contro testa, con Bertoncini che è stato trasportato in ospedale in ambulanza. Forte trauma cranico per il calciatore, ricoverato ma per fortuna fuori pericolo.
Fa festa il Trapani dunque: e pensare che la stagione dei siciliani era partita in maniera completamente diversa. Difficoltà societarie già in estate con l’iscrizione al campionato di Lega Pro negli ultimi giorni utili, l’arrivo di mister Italiano solo ai primi di agosto, l’allestimento della rosa con ago, filo e toppe qua e là prese dalla Beretti o prestate da amici (tra cui Faggiano, ds del Parma che a Trapani, sempre da direttore sportivo, ha sfiorato la A). Ma tra ragazzi pescati dalle giovanili, prestiti azzeccati e qualche senatore il lavoro da sarto di Rubino, ds poi sollevato dall’incarico, si rivela ben più strutturato rispetto a un semplice mettere toppe e tappare buchi, il resto lo fa Italiano creando un gruppo solidissimo innanzitutto e poi dandogli un gioco, cosa che in Lega Pro non si vede tutti i giorni.
Una “cenerentola” a tutti gli effetti quindi, che però si presenta al ballo subito “in tiro”: nelle prime sette di campionato i siciliani ne vincono 6 e ne pareggiano una, mostrando anche un gioco spumeggiante, vivace. Alla fine solo la Juve Stabia vincitrice del campionato riesce a far meglio dei siciliani che arrivano ai playoff da seconda classificata. Ma il Trapani e mister Italiano ci arrivano con una consapevolezza ben diversa da quando si erano conosciuti ad agosto. Negli spareggi si sono presi anche il lusso di mandar fuori il Catania in semifinale in un doppio derby finito 2 a 2 a Catania e 1 a 1 a Trapani. Poi il Piacenza in finale, sulla carta favorita per prestigio e organico e forse anche per statistica visto che gli emiliani mancavano dalla B da 9 anni, tra problemi e sofferenze notevoli che li avevano visti sprofondare addirittura in Eccellenza.
Ma il Trapani di questa stagione ha dimostrato più volte di essere squadra in grado di ribaltare pronostici e per nulla avvezza a farsi intimorire: né dal blasone avversario, né dalle difficoltà societarie. Lo avevano promesso alla vigilia i giocatori: “Giocheremo lottando fino all’ultimo, come sempre, nonostante la messa in mora della società: poi si vedrà”. E si vedrà: si vedrà se entrerà un socio o anche di più per dar man forte all’attuale società, garantendo l’iscrizione e il rafforzamento per la Serie B (al sindaco della città sono state date rassicurazioni in tal senso dal presidente del Cda). Si vedrà cosa farà mister Italiano: il miracolo non è passato inosservato e per la verità era sotto osservazione di qualche big di categoria superiore anche da prima. A fine partita ai cronisti che gli hanno chiesto del futuro Italiano ha infatti risposto, manco a dirlo, “si vedrà”. Si vedrà chi resterà dei giocatori che la B l’hanno conquistata. Dubbi che ieri non trovavano spazio nei pensieri dei tifosi: un fiume granata ha invaso la città, ballando, cantando e festeggiando i calciatori e il mister che sfilano in bus dopo aver scritto una favola. Il seguito? Si vedrà.