A raccontare la storia è Forbes: nel corpo della ragazzina c'erano più di mille sfere ripiene di sciroppo non digerite
È stata portata d’urgenza al Zhuji People’s Hospital, nella provincia di Zhejiang, Cina, dopo 5 giorni di terribili dolori e crampi addominali. A raccontare la storia è Forbes: la protagonista è una ragazzina di 14 anni che ha abusato di bubble tea, ma soprattutto delle “palline” (che possono essere pezzetti di tapioca, sfere di frutta, striscioline di gelatina aromatizzata o infine le cosiddette “popping boa”, perle ripiene di sciroppo) che sono contenute in questa bevanda inventata tra Tainan e Taichung negli ’80.
Come riporta Forbes, nell’intestino della ragazzina c’erano più di cento perle gommose (dette anche boba) non digerite. Il Dr. Zhang Louzhen ha dichiarato che a causare questa situazione deve essere stato un consumo prolungato della bevanda e delle palline contenute al suo interno. Molto diffusa nei paesi asiatici, questa bevanda è apprezzata anche dai turisti tanto che nell’ultimo periodo sono stati aperti anche molti bar “a tema”. Amatissima dai millennials anche per il suo essere particolarmente adatta ad essere “instagrammata” (postata su Instagram), i bar di bubble tea sono nati anche Milano.
A teenager addicted to bubble tea was left in agony after more than 100 bubble tea “pearls” accumulated inside her! https://t.co/vtgT3sU4Ny pic.twitter.com/qSHdXEEaTW
— news.com.au (@newscomauHQ) 12 giugno 2019