No al risarcimento per i danni materiali e morali subiti dai ragazzi cremaschi vittime, lo scorso 20 marzo, del dirottamento dell’autobus sul quale viaggiavano insieme ai propri insegnanti. Le famiglie degli studenti della Media Vailati di Crema si sono appoggiate a diversi studi legali tra Crema e Milano chiedendo un indennizzo ad Autoguidovie, la società che gestisce il trasporto (oltre 1000 dipendenti e un giro d’affari consolidato di 135 milioni di euro, si legge sul sito aziendale), e allo stesso istituto scolastico cittadino. Ma sia la scuola che l’azienda non si assumono alcuna responsabilità in merito. O meglio: quello della scuola non è un esplicito diniego, tuttavia la decisione viene demandata ai livelli scolastici più alti, dal provveditorato in su.
“Alla scuola contestiamo il mancato controllo da parte degli insegnanti, i quali avrebbero dovuto vigilare che tutto quanto sul mezzo di trasporto utilizzato fosse in regola, e non limitarsi a far salire i ragazzi”, spiega a ilfattoquotidiano.it l’avvocato Luca Avaldi, che assiste alcuni dei ragazzi che due mesi fa erano sull’autobus guidato da Osseynou Sy, accusato di strage aggravata da finalità terroristiche, sequestro di persona, incendio e resistenza e traumi da stress e violenza emotiva contro i bambini.
Il ‘no’ di Autoguidovie è esplicito e viene motivato col fatto che la società, afferma l’avvocato, si sente parte lesa e in nessun modo responsabile di quanto accaduto. “Autoguidovie sostiene di essere un soggetto passivo, un soggetto terzo rispetto ai fatti”. Il legale afferma, citando la risposta arrivata dalla società fondata all’inizio del ‘900 a Piacenza: è pacifico che si sia trattato di un atto terroristico, ma i fatti sono oggetto di indagini penali e quindi ancora in fase di accertamento. “Da avvocato – sostiene Avaldi – ritengo che un’indagine penale non faccia assolutamente venire meno un eventuale risarcimento. Non c’è dubbio sul fatto che l’autista abbia commesso un reato, si tratta solamente di stabilire quanti e quali. Inoltre il datore di lavoro, Autoguidovie nella fattispecie, ha la responsabilità di vigilare sull’operato dei suoi dipendenti”.
I danni materiali per cui viene chiesto il risarcimento riguarderebbero tutto ciò che è finito tra le fiamme dell’autobus, mentre quelli morali comprenderebbero lo stress post-traumatico e le ricadute che l’esperienza vissuta potrebbe provocare sullo sviluppo psico-fisico dei bambini. Per il momento, spiega l’avvocato, “il quantum del risarcimento non è ancora stato definito. Ci riserviamo di aspettare fino a quando i ragazzi non dovessero più necessitare di cure mediche”. Ora le famiglie hanno due possibilità: procedere con una causa civile contro Autoguidovie e scuola, oppure costituirsi parte civile, come già ha deciso di fare il Comune di Crema, nel processo penale contro il dirottatore, per il quale i magistrati di Milano sono pronti a chiedere il giudizio immediato.