Via libera delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera all’emendamento ribattezzato salva-banche al Sud, che interesserebbe in particolare la Banca Popolare di Bari. È stata approvata infatti la proposta che incentiva aggregazioni e fusioni delle imprese nel Mezzogiorno (di tutte le imprese, non solo quelle finanziarie) attraverso una revisione della disciplina delle Dta, che potranno essere trasformate in crediti fiscali fino a un massimo di 500 milioni per ciascun soggetto che partecipa all’aggregazione.
Dopo il rinvio deciso la scorsa settimana, l’esame del decreto legge crescita era ripreso lunedì mattina nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera in vista dell’approdo in aula atteso per le 17 di martedì, prima che i lavori venissero nuovamente sospesi poco prima delle 13 (sono ripresi nel pomeriggio) tra le proteste delle opposizioni per la presentazione di un nuovo emendamento che favorisce le aggregazioni delle imprese finanziarie (come le banche) e non finanziarie del Sud, modificando la disciplina della Dta (attività fiscali differite). La norma consente di trasferire le Dta ai soggetti derivanti dalle fusioni, trasformandole in credito d’imposta. Il relatore leghista Giulio Centemero ha spiegato che “è evidente che al Sud ci sono istituti in crisi che potrebbero, creare problemi qualora andassero in default“. Per il Pd è un “emendamento salva banche“, mentre Forza Italia sottolinea come a suo parere serva al “salvataggio della Popolare di Bari“.
Le opposizioni avevano già protestato in precedenza per l’approvazione dell’emendamento che rende strutturale il taglio in media del 32% dei contributi Inail, ma a partire dal 2023 e saltando un anno, il 2022, perché mancavano le coperture: la Lega proponeva inizialmente di usare risorse prese dal Fondo per il reddito di cittadinanza. Nel pomeriggio sono ripresi i lavori e sono stati approvati altri emendamenti, tra cui l’estensione dell’ecobonus alla due ruote, la proroga dell’Isa al 30 settembre, la stretta contro l’evasione della tassa di soggiorno e gli affitti brevi e la norma sull’Inpgi.
Nuova proposta su Dta al Sud
A bloccare l’esame del decreto crescita nelle commissioni era stata la protesta per la presentazione di un nuovo emendamento per promuovere le aggregazioni delle imprese del Mezzogiorno. Una proposta che, secondo le opposizioni, non è una semplice riformulazione di una proposta già depositata ma è del tutto nuova e va quindi trattata come nuovo emendamento dei relatori, consentendo un termine adeguato per presentare i sub-emendamenti.
La proposta prevede incentivi all’aggregazione delle imprese finanziarie (come le banche) e non finanziarie. Si promuove la fusione di quelle società che al primo gennaio di quest’anno hanno sede legale nelle regioni del Sud e entro 18 mesi deliberino “operazioni di fusioni, scissioni o conferimenti di azienda o rami di azienda” e per incentivare tali processi si consente di trasferire le attività fiscali differite ai soggetti derivanti dalle aggregazioni, trasformandole in credito d’imposta, non superiore a 500 milioni, a fronte di un canone annuo dell’1,5% della differenza tra Dta e imposte versate. Si tratterebbe, ha sostenuto in commissione Forza Italia, di una norma per consentire “il salvataggio della Popolare di Bari“.
Per il Partito democratico invece la maggioranza ha presentato “un nuovo emendamento salva banche per motivi di urgenza”, come sostiene Mauro Del Barba, deputato Dem della commissione Finanze. “La vice ministra dell’Economia, Laura Castelli, ha appena dichiarato che l’emendamento serve ‘a salvare le banche del Sud’. E lo fanno con i soldi degli italiani. Quindi, ancora una volta, le banche si possono salvare. Loro lo fanno alla chetichella e senza dibattito, forzando i tempi e violando gli accordi: questa è l’unica differenza”, sostiene ancora Del Barba.
“È chiaro che in un Paese banco-centrico in cui le aziende dipendono dal credito bancario il fallimento di istituti di credito provoca costi sociali enormi. La norma” sulle Dta “non riguarda solo gli istituti di credito ma è evidente che al Sud ci sono istituti in crisi che potrebbero creare problemi qualora andassero in default o non fossero sufficientemente capitalizzati”, ha spiegato il relatore leghista Giulio Centemero, spiegando di avere “l’ok” dell’antitrust Ue. “Centemero ha dimostrato onestà intellettuale e lo ringrazio sinceramente. Sono perfettamente d’accordo con lui”, ha scritto su Facebook Luigi Marattin, capogruppo del Partito democratico in Commissione Bilancio alla Camera. “Ho solo un piccolo rammarico: se questa dichiarazione fosse stata fatta prima, magari nella scorsa legislatura, forse il dibattito pubblico di questo Paese sarebbe stato più sereno. E utile”.
Taglio dei contributi Inail
Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno così approvato una versione riformulata dell’emendamento a firma Comaroli che rende permanente il taglio del costo del lavoro, introdotto per tre anni (2019-21) con la legge di Bilancio, ma con uno stop di un anno in cui le tariffe non saranno scontate. Le coperture previste, oggetto di critiche in particolare da parte del Pd, sono in parte derivanti dalle “maggiori entrate derivanti” dalla norma stessa, e quindi ‘autocoperture‘, in minima parte ottenute da una riduzione del fondo per gli interventi strutturali di politica economica, e in larga parte (da 604 milioni nel 2023 a 594 milioni nel 2031, ultimo anno considerato) da una riduzione del Fondo per quota 100.
Gli altri emendamenti approvati: da moratoria sulle sanzioni per la trasmissione telematica degli scontrini a norma ponte per l’Inpgi
Si amplia a tutte le moto, i motorini, le microcar e i ‘tricicli’ l’ecoincentivo per acquisti di elettrici o ibridi introdotto con la manovra. Lo prevede un emendamento M5s riformulato e approvato alla Camera. Si potrà usufruire del 30% di sconto fino a un massimo di 3mila euro, senza più limiti di potenza (prima era di 11 kw) e portando in rottamazione vecchi veicoli euro 0, 1, 2 e 3 (prima era euro 2). Possibile rottamare anche i mezzi di “familiari conviventi”.
Proroga dei versamenti legati agli Isa, i nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale, al 30 settembre 2019 e moratoria di sei mesi delle sanzioni sulla trasmissione telematica dei corrispettivi (cioè dello scontrino elettronico). Lo prevede un emendamento dei relatori approvato dalle commissioni. Lo stesso emendamento prevede anche il raddoppio delle chance di vincere alla lotteria degli scontrini, che partirà dal 2020, per chi paga con carte e bancomat.
I rimborsi ai risparmiatori sotto i 50mila euro avranno una corsia preferenziale e saranno quindi erogati in tempi più rapidi. Via libera anche alla proposta dei relatori di ampliare la platea che avrà accesso al Fondo indennizzo risparmiatori, allentando i paletti di reddito e patrimonio: nel primo non si calcolano rendite da fondi di previdenza complementare, nel secondo non contano le polizze vita.
I Comuni potranno verificare le presenze attraverso i dati forniti per la pubblica sicurezza contro l’evasione della tassa di soggiorno. Stretta anche sugli affitti brevi, con i soggetti residenti in Italia e parte dello stesso gruppo, responsabili in solido dei versamenti della cedolare secca. Arriva anche il codice identificativo unico per tutte le strutture ricettive. Chi non lo pubblicherà rischia una multa da 500 a 5mila euro.
Niente privati nella società che andrà a sostituire l’Eipli, l’ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia, in liquidazione. La proposta a prima firma Daga prevede “la possibilità per le ulteriori Regioni interessate ai trasferimenti idrici tra regioni del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale” di entrare nella nuova società e il “divieto di cessione” a privati delle quote. Prevista anche la proroga al 2023 della concessione per l’acquedotto pugliese, in scadenza nel 2021, in attesa delle nuove regole sull’affidamento del servizio idrico integrato.
Via libera delle commissioni Finanze e Bilancio della Camera anche a una ‘norma-ponte’ per l’Inpgi, la cassa previdenziale dei giornalisti. L’emendamento consente tra l’altro di sospendere il commissariamento dell’ente fino alla fine dell’anno. L’Inpgi avrà 12 mesi di tempo dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto per varare una riforma del proprio regime previdenziale volto “all’equilibrio finanziario della Gestione sostitutiva dell’assicurazione generale obbligatoria che intervengano in via prioritaria sul contenimento della spesa e, in subordine, sull’incremento delle entrate contributive“. Entro 18 mesi (non più 24) andrà redatto anche un bilancio attuariale con gli effetti della riforma. Se non ci sarà evidenza di “sostenibilità economico finanziaria di medio lungo periodo” il governo “adotta uno o più regolamenti diretti a disciplinare le modalità di ampliamento della platea contributiva dell’Inpgi”.