L’ex presidente egiziano, Mohammed Morsi, è morto dopo aver accusato un malore in tribunale mentre prendeva parte a un’udienza del processo per spionaggio in cui era imputato. Le autorità del Cairo hanno ritenuto necessario dichiarare lo stato di massima allerta.
Secondo le prime ricostruzioni, Morsi avrebbe chiesto al giudice di poter prendere la parola. Dopo l’intervento, però, l’ex Capo di Stato ha perso i sensi ed è deceduto sul colpo. La sua salma è stata trasferita in ospedale, dove verranno condotti gli esami necessari a stabilire le cause della morte. La tv di stato egiziana riporta che l’ex presidente è morto per “una crisi cardiaca in tribunale”.
Il primo a fare le condoglianze alla famiglia, al popolo egiziano e a manifestare pubblicamente il suo dispiacere è stato l’amico e alleato Recep Tayyip Erdoğan. Il presidente della Turchia ha definito “nostro fratello Morsi” come “un martire”.
Un gruppo di deputati e avvocati inglesi denunciarono, appena mercoledì scorso, che le condizioni di detenzione in cui era tenuto l’ex presidente egiziano Mohamed Morsi potevano causargli una morte prematura. In un rapporto del Detention Review Panel (Drp) si legge che il deposto presidente egiziano stava “ricevendo cure mediche inadeguate, soprattutto per il diabete e per la malattia epatica” di cui soffriva. Inoltre, si legge che “la conseguenza di questa cura inadeguata rischia di peggiorare le sue condizioni di salute durante la detenzione prolungata e rischia di provocargli una morte prematura”.
Il panel guidato dal deputato britannico Crispin Blunt sottolineava che le condizioni di detenzione potevano essere considerate una forma di tortura in base alla legge egiziana e al diritto internazionale. Il Drp aveva chiesto al governo del Cairo di poter incontrare personalmente Morsi, ma senza ricevere risposta.
La stessa denuncia è stata lanciata anche da Human Rights Watch che ha definito una notizia “terribile”, ma “ampiamente prevedibile” la morte di Morsi. Hrw ha puntato il dito contro il governo del Cairo, accusando di “non avergli fornito le cure mediche adeguate”.
Il presidente, esponente dei Fratelli Musulmani eletto dopo le proteste di piazza Tahrir che portarono alla caduta di Hosni Mubarak, era finito in carcere dopo il colpo di Stato compiuto dal generale Abdel Fattah al-Sisi, nel 2013. Da quel momento in poi, ha dovuto affrontare diversi processi a suo carico: dall’accusa di aver incitato all’uccisione di manifestanti anti-islamici fuori dal palazzo presidenziale del Cairo, per passare a quelle di cospirazione con i gruppi islamici di Hamas ed Hezbollah e di aver organizzato un’evasione di massa di islamisti dal carcere, nel 2011, accusa che gli costò la condanna a morte nel 2015, poi revocata, fino a quella di spionaggio in favore del Qatar.
È stato il primo presidente democraticamente eletto del Paese, prima del ritorno dei militari al Cairo. Presidente del partito Giustizia e Libertà, fondato dopo la rivoluzione di piazza Tahrir, Morsi è diventato Capo di Stato all’età di 61 anni. Era stato deputato come indipendente fra il 2000 e il 2005 e nel consiglio direttivo dei Fratelli Musulmani. Dalla formazione di matrice islamica e rappresentante dell’ala conservatrice del movimento islamista egiziano, è stato promotore di un “progetto di rinascita” dell’Egitto anche attraverso l’applicazione di alcuni principi della Sharia al sistema giuridico egiziano.
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Egitto, morto l’ex presidente Mohamed Morsi dopo un malore che lo ha colto durante il processo
L’ex presidente egiziano, Mohammed Morsi, è morto dopo aver accusato un malore in tribunale mentre prendeva parte a un’udienza del processo per spionaggio in cui era imputato. Le autorità del Cairo hanno ritenuto necessario dichiarare lo stato di massima allerta.
Secondo le prime ricostruzioni, Morsi avrebbe chiesto al giudice di poter prendere la parola. Dopo l’intervento, però, l’ex Capo di Stato ha perso i sensi ed è deceduto sul colpo. La sua salma è stata trasferita in ospedale, dove verranno condotti gli esami necessari a stabilire le cause della morte. La tv di stato egiziana riporta che l’ex presidente è morto per “una crisi cardiaca in tribunale”.
Il primo a fare le condoglianze alla famiglia, al popolo egiziano e a manifestare pubblicamente il suo dispiacere è stato l’amico e alleato Recep Tayyip Erdoğan. Il presidente della Turchia ha definito “nostro fratello Morsi” come “un martire”.
Un gruppo di deputati e avvocati inglesi denunciarono, appena mercoledì scorso, che le condizioni di detenzione in cui era tenuto l’ex presidente egiziano Mohamed Morsi potevano causargli una morte prematura. In un rapporto del Detention Review Panel (Drp) si legge che il deposto presidente egiziano stava “ricevendo cure mediche inadeguate, soprattutto per il diabete e per la malattia epatica” di cui soffriva. Inoltre, si legge che “la conseguenza di questa cura inadeguata rischia di peggiorare le sue condizioni di salute durante la detenzione prolungata e rischia di provocargli una morte prematura”.
Il panel guidato dal deputato britannico Crispin Blunt sottolineava che le condizioni di detenzione potevano essere considerate una forma di tortura in base alla legge egiziana e al diritto internazionale. Il Drp aveva chiesto al governo del Cairo di poter incontrare personalmente Morsi, ma senza ricevere risposta.
La stessa denuncia è stata lanciata anche da Human Rights Watch che ha definito una notizia “terribile”, ma “ampiamente prevedibile” la morte di Morsi. Hrw ha puntato il dito contro il governo del Cairo, accusando di “non avergli fornito le cure mediche adeguate”.
Il presidente, esponente dei Fratelli Musulmani eletto dopo le proteste di piazza Tahrir che portarono alla caduta di Hosni Mubarak, era finito in carcere dopo il colpo di Stato compiuto dal generale Abdel Fattah al-Sisi, nel 2013. Da quel momento in poi, ha dovuto affrontare diversi processi a suo carico: dall’accusa di aver incitato all’uccisione di manifestanti anti-islamici fuori dal palazzo presidenziale del Cairo, per passare a quelle di cospirazione con i gruppi islamici di Hamas ed Hezbollah e di aver organizzato un’evasione di massa di islamisti dal carcere, nel 2011, accusa che gli costò la condanna a morte nel 2015, poi revocata, fino a quella di spionaggio in favore del Qatar.
È stato il primo presidente democraticamente eletto del Paese, prima del ritorno dei militari al Cairo. Presidente del partito Giustizia e Libertà, fondato dopo la rivoluzione di piazza Tahrir, Morsi è diventato Capo di Stato all’età di 61 anni. Era stato deputato come indipendente fra il 2000 e il 2005 e nel consiglio direttivo dei Fratelli Musulmani. Dalla formazione di matrice islamica e rappresentante dell’ala conservatrice del movimento islamista egiziano, è stato promotore di un “progetto di rinascita” dell’Egitto anche attraverso l’applicazione di alcuni principi della Sharia al sistema giuridico egiziano.
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".