I giudici hanno dato il via libera al regolamento con cui sono state recepite in Italia alcune direttive europee sull'eterologa. I limiti sono stati stabiliti per tutelare la salute di donatori, donatari e del nascituro
Limiti sull’età dei donatori e sul numero degli ovociti e dei gameti maschili che si possono donare. Il Consiglio di Stato ha dato il via libera al regolamento con cui sono state recepite in Italia alcune direttive europee anche sulla donazione di cellule riproduttive per la procreazione eterologa, e le prescrizioni fissate dal tribunale della giustizia amministrativa mirano a tutelare la salute dei donatori, donatari e del nascituro.
I giudici hanno necessario che siano indicati direttamente nel regolamento stesso limiti di età per la donazione, differenziati per la donna e per l’uomo, non solo per prevenire patologie del nascituro legate all’età del genitore genetico, ma anche sul presupposto che l’età del donatore, o della donatrice, possa influire sull’esito positivo della tecnica utilizzata nel caso concreto e conseguentemente esporre, per l’ipotesi di esito non favorevole, la coppia alla necessità di altri tentativi con i relativi pregiudizi per la salute psico-fisica.
Il Consiglio di Stato ha poi ritenuto “indispensabile che venga inserito nel regolamento un limite quantitativo alla donazione degli ovociti e dei gameti maschili per limitare le nascite di bambini portatori (anche solo in parte) del medesimo patrimonio genetico. Ciò per scongiurare il rischio di consanguineità tra i nati con il medesimo patrimonio genetico della donatrice, o del donatore, e per ridurre il numero di stimolazioni ormonali cui può sottoporsi la donna per donare gli ovociti con conseguente pregiudizio per la sua salute”. Infine, per il Consiglio tali limiti (di età e quantitativi) vanno verificati con cadenza periodica.