Bilbil Elezaj, uno degli imputati di Aemilia, il maxiprocesso alla ‘ndrangheta emiliana, era scomparso due giorni prima della sentenza della Cassazione del 24 ottobre scorso, che aveva confermato la sua condanna a 5 anni di reclusione. È stato arrestato lunedì mattina dai Carabinieri di Piacenza, che, in collaborazione con l’Interpol e la polizia albanese, sono riusciti a rintracciarlo seguendo gli spostamenti della moglie. L’uomo è stato fermato all’aeroporto di Tirana mentre salutava la donna, che stava per partire per l’Italia. Il 52enne albanese era inserito nell’elenco ‘Red Notice‘ dell’Interpol ed era colpito da un mandato di arresto europeo emesso dalla Procura generale di Bologna.

Elezaj era considerato il braccio destro di Antonio Gualtieri, uno dei vertici dell’associazione mafiosa emiliana, ed era stato condannato in via definitiva per estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso. L’uomo, insieme al boss di ‘ndrangheta e alla commercialista bolognese Roberta Tattini, è stato condannato per una questione di recupero crediti ai danni di due imprenditori, Pierantonio Prior e di Fabrizio Maffioletti: ai due erano state estorte diverse migliaia di euro attraverso violenze e minacce, a loro e alle famiglie. Gualtieri, Elezaj e Tattini si erano avvalsi della forza di intimidazione, derivante dall’aver esplicitato più volte la loro appartenenza alla ‘ndrangheta, ed erano riusciti così ad avere, oltre al denaro, anche il controllo finanziario della società di Maffioleti, la Tiptronik S.p.A.

Secondo i giudici il metodo estorsivo ai danni degli imprenditori rappresenta perfettamente l’infiltrazione della logica e della mentalità mafiose nel tessuto imprenditoriale: il metodo si legge nell’ordinanza del processo, rappresenta le “modalità di comportamento del gruppo criminale e consente di intravedere l’incedere operativo della ‘ndrangheta economica, proprio della strategia del ragno, che irretisce la propria vittima, spesso in difficoltà, palesando un’appeal economico finanziario altrove non rinvenibile, per poi appropriarsi dei propri asset, specialmente di quelli consistenti in posizioni creditorie verso terzi”.

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