La questione minibot torna a creare divisioni nel governo. Da una parte c’è il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che continua a ribadire come dal suo punto di vista dei titoli di stato di piccolo taglio non siano uno strumento necessario per velocizzare i pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione, perché “la Pa paga nei tempi previsti”. Dall’altra invece il vicepremier leghista Matteo Salvini ripete ancora che una soluzione serve: “Se il ministro ha un’idea diversa la porti al tavolo, altrimenti si fa quello che c’è nel contratto di governo e che ha approvato il Parlamento”, ovvero i minibot. Una discussione che prosegue ormai da settimane, mentre il governo è alle prese con le nuove misure da inserire in manovra e la negoziazione con l’Europa per evitare la procedura d’infrazione per debito eccessivo. Mercoledì infatti, alle 9.30, ci sarà un nuovo vertice economico con il premier Giuseppe Conte, i due vice e il titolare del Mef.
Questa mattina dall’Euromoney conference di Londra il ministro Tria ha mostrato il volto di “un governo prudente” e invitato gli investitori della City a distinguere i fatti dai “rumors elettorali“. Per questo il titolare del Mef ha ribadito la sua bocciatura alla proposta che più agita i mercati, i minibot: “Non saranno introdotti, voglio essere chiaro su questo”, ha detto, perché sono una misura “illegale e non necessaria”. E sull’ipotesi di una ‘manovra trumpiana‘ lanciata lunedì dal vicepremier Matteo Salvini in visita a Washington ha chiuso con una battuta: “Farla implica avere il dollaro e noi abbiamo l’euro”. Discorso diverso invece per flat tax e salario minimo: “Non sono rumors elettorali, ma provvedimenti importanti: il problema è vedere come si disegnano e i temi in cui si attuano”.
Dall’assemblea di Confartigianato gli risponde direttamente Matteo Salvini: “I minibot sono uno strumento, un mezzo per raggiungere il fine del pagamento dei debiti dello Stato“. “Se il ministro ha un’idea diversa la porti al tavolo, altrimenti si fa quello che c’è nel contratto di governo e che ha approvato il Parlamento”, ha ribadito il vicepremier, ripetendo un concetto già espresso da lui stesso e da Luigi Di Maio nelle scorse settimane. Riguardo alla ‘manovra trumpiana’, Salvini replica: “Noi abbiamo l’euro e lo faremo con l’euro in tasca”. Sempre da Londra in conferenza stampa ha commentato ancora Tria: “La mia risposta è che non ne abbiamo bisogno, per il semplice motivo che il debito della Pubblica amministrazione con i fornitori si è ridotto” a un livello poco più che fisiologico. “La Pa paga nei tempi previsti, anzi, mi augurerei che il settore privato pagasse negli stessi tempi” del settore pubblico. Il ministro ha ricordato che lo stock di debito verso le imprese “si è ridotto di molto. Certo la Pa paga in modo diseguale” ma laddove i tempi non vengono rispettati “non è per mancanza di fondi ma per problemi amministrativi“.
Riguardo alle misure da inserire in manovra, Salvini invece ha garantito la compattezza del governo: “Mi pagano lo stipendio per dare lavoro agli italiani, non per dire signor sì, signor padrone in un ufficio a Bruxelles. Tria è un nostro ministro che porterà avanti il programma di tutto il governo che nella prossima manovra economica avrà il taglio delle tasse come punto centrale. Chi vuole fare il ministro di questa squadra sa che il taglio delle tasse è la priorità di questo Paese”.
Salvini ha replicato anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dall’assemblea ha lanciato un appello: “Assicurare la solidità dei conti è essenziale per la tutela del risparmio e l’accesso al credito”. “I conti sono in disordine perché abbiamo applicato per troppi anni le regole della precarietà e dell’austerità e dei tagli imposti dall’Europa“, ha risposto Salvini. “Il debito è cresciuto di 650 miliardi in 10 anni, per farlo diminuire – ha aggiunto – occorre che gli italiani lavorino e gli italiani lavorano di più se le imprese pagano meno tasse“.
Il discorso del ministro dell’Economia a Londra
Tria da Londra ribadisce che “la nostra manovra è quella che abbiamo deciso e approvato“. Basata su “una politica fiscale prudente, ma compatibile con la necessità di crescere di più”. Parlando all’Euromoney conference, come riporta Bloomberg, il ministro dell’Economia si è detto “fiducioso in un accordo con la Commissione Ue” e “la procedura per il debito eccessivo sarà scongiurata“. “Tutti sanno che l’Italia è in una situazione macroeconomica che non è molto buona”, ha osservato Tria, ma “il rispetto delle regole sarà assicurato dall’aggiustamento di bilancio di fine giugno”. L’aggiustamento di bilancio “non richiede misure addizionali perché a legislazione invariata i livelli di deficit saranno molto più bassi di quelli previsti alcuni mesi fa”, secondo quanto “risulta dai monitoraggi della finanza pubblica negli ultimi sei mesi”, ha spiegato il titolare del Mef.
Per quanto riguarda la manovra, ha proseguito, “il parlamento ci ha chiesto di raggiungere gli obiettivi di deficit non con maggiori tasse ma con meno spese“. Tria ha quindi spiegato che “il principale obiettivo del governo è l’aumento degli investimenti pubblici“. “Nel Def c’è un incremento Iva deciso per legge, bisogna fare una nuova norma che arriverà con la legge di bilancio 2020 – ha aggiunto – C’è un impegno del governo a sostituire l’incremento di tasse con tagli di spesa. Questa è l’indicazione di policy. Il parlamento ha approvato una risoluzione che impegna a non aumentare le tasse senza aumenti di deficit”.
Nella prossima manovra ci sarà quindi spazio per la flat tax, così come per il salario minimo. Tria lo ha chiarito prima del faccia a faccia con il cancelliere dello Scacchiere britannico (il corrispettivo del ministro dell’Economia, ndr), Philip Hammond. “Il perimetro” entro cui si possono realizzare le due misure è quello “del quadro di finanza pubblica già approvato dal Parlamento” nell’ambito della manovra, ha precisato. Incalzato dai giornalisti sulla compatibilità di una misura come il salario minimo con gli impegni di bilancio dell’Italia, Tria ha sottolineato che questo strumento “esiste in molti Paesi“. “Il problema è come si disegna”, ha insistito, ricordando come quella italiana sia “in qualche modo un’economia duale“, con differenze fra il nord e il sud del Paese sul fronte dell’occupazione. Il salario minimo – ha ripreso – va quindi “disegnato in modo che dia un risultato al nord e non rappresenti un ostacolo per il Mezzogiorno”.