Due vertici in tre giorni per riformare la giustizia. Nei giorni dello scandalo che ha travolto il Consiglio superiore della magistratura, il governo mette in agenda due appuntamenti fondamentali per intervenire sul settore. Nella serata del 19 giugno, dopo il consiglio dei ministri, il premier Giuseppe Conte vedrà il vice Matteo Salvini, il guardasigilli Alfonso Bonafede e la ministra della Lega, Giulia Bongiorno. All’incontro potrebbe partecipare anche l’altro vicepremier, Luigi Di Maio. Sul tavolo, la riforma del processo penale. Venerdì 21 giugno, invece, toccherà al capitolo intercettazioni: il ministero della giustizia ha convocato un tavolo sugli ascolti telefonici al quale è stato invitato Carlo Verna, presidente dei giornalisti, e a un rappresentante del Consiglio nazionale forense. All’ordine del giorno la “disciplina della pubblicazione e diffusione delle intercettazioni”.

Conte: “Non ho apprezzato spirito corporativo dei magistrati” – Dopo che ieri aveva annunciato la necessità d’intervento sulla giustizia, oggi il premier Giuseppe Conte è tornato sull’argomento. “Bisogna  recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Devo dire che in un primo momento non ho apprezzato lo spirito corporativo con cui hanno reagito alcuni magistrati, che hanno difeso in modo generico le istituzioni”, ha detto in un’intervista a Fanpace. La soluzione è una riforma “del meccanismo di elezione dei componenti del Csm, in modo da recidere la possibilità di contaminazione fra politica e magistratura”. In questo senso il premier incontrerà domani sera Bonafede, Salvini, Bongiorno. All’atteso appuntamento sulla giustizia, di cui si parla ormai da giorni, è possibile prenda parte anche Di Maio. Sul tavolo, il disegno di legge per accelerare i tempi del processo penale e far entrare in vigore il blocco della prescrizione da gennaio 2020.

La riforma del governo – La riforma della giustizia targata Lega-M5s dovrebbe vedere la luce entro la fine del 2019. Dall’1 gennaio del 2020, infatti, entrerà in vigore la nuova legge sulla prescrizione, che si stopperà dopo il primo grado di giudizio. Sempre a fine anno, poi, scadrà l’ultima proroga della legge Orlando sulle intercettazioni: capitolo che potrebbe essere nuovo terreno di scontro per le due forze di maggioranza.  Per Matteo Salvini “è indegno leggere intercettazioni senza alcun rilievo penale. Siamo l’unico paese al mondo dove ci sono magistrati che intercettano e arrestano altri magistrati”. Pensiero simile a quello della ministra leghista Giulia Bongiorno , secondo la quale occorrono “sanzioni per chi pubblichi trascrizioni gossip”. “Va pubblicato ciò che ha rilevanza pubblica, e il confine è già tracciato dal diritto. La privacy, per me sacrosanta, è già tutelata dalla legge”, ha detto invece il guardasigilli Alfonso Bonafede. Che sulla nuova legge per il Csm ha anticipato al Fatto Quotidiano: “Io voglio ripristinare l’incompatibilità tra la permanenza nel Csm e gli incarichi direttivi. Chi avrà fatto parte del Consiglio per i cinque anni successivi non potrà andare a dirigere una Procura”.

Verna: “Al tavolo per dire no ai bavagli” –Proprio per lavorare sulle intercettazioni il guardasigilli Bonafede ha convocato il presidente dell’ordinge dei giornalisti. “Ringrazio il ministro delle Giustizia Bonafede per l’invito al tavolo che ha organizzato. Sarà l’occasione per sottolineare la nostra posizione per un’informazione libera e priva di bavagli, nonché la disponibilità a proporre e trovare soluzioni nell’interesse del bene comune e per il bilanciamento di diritti contrapposti; per ribadire come la rilevanza sociale dell’informazione sia una stella polare che ha un valore assoluto in democrazia”, ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti. “Coglieremo anche l’opportunità – continua Verna – di affermare come sia interesse primario del giornalismo concretizzare il diritto del cittadino ad essere correttamente informato e come tale diritto passi anche attraverso la tutela delle fonti. Il caso di Rovigo nei confronti del giornale online Fanpage, per citare l’ultimo dei tanti episodi in cui gli inquirenti chiedono o dispongono la rivelazione coatta delle fonti, è un modello da non replicare ma piuttosto da stigmatizzare”.

Consiglio nazionale forense: “Informazione è sacra” – Anche il presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, ha commentato la convocazione del tavolo. “La tempestività della convocazione del tavolo sulle intercettazioni è segno di sensibilità e attenzione al tema da parte del ministero della giustizia. Per l’avvocatura la libertà di informazione è sacra e strumento di democrazia evoluta, come più che sacra è la dignità di ogni persona che non deve essere mai oggetto di una pena non più in vigore da tempo, ovvero la gogna”, dice Mascherin, “Sono certo – ha spiegato Mascherin – che la sensibilità di avvocati e giornalisti favorirà una soluzione scevra da luoghi comuni, parole d’ordine e ricerca del consenso, una soluzione che garantendo serenità a chi opera nel mondo della informazione salvaguardi la persona. Il buon giornalismo e la buona avvocatura non potranno che trovarsi d’accordo, fornendo così un importante contributo alla politica”.

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