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Il mago Mandrake si butta in un fiume con mani e piedi legati per imitare Houdini: ritrovato il corpo

Nella carriera di Mandrake non era mancati alti e bassi, performance raccontate con minuzia negli anni dai media locali. Era riuscito, per esempio, a liberarsi in una immersione da una bara sigillata in soli 29 secondi, aveva promesso di camminare sulle acque come Gesù Cristo, salvo poi rinunciare all'ultimo secondo

di Giuseppe Candela

Jadugar (mago) Mandrake, nome d’arte di Chanchal Lahiri, si è gettato con mani e piedi legati in un fiume per imitare il leggendario Harry Houdini.  L’illusionista avrebbe dovuto liberarsi e nuotare fine alla riva del fiume Hoogly, nello Stato del West Bengal, ma qualcosa è andato storto e non è mai riemerso. Il mago indiano, 40 anni, ha tentato il numero a Calcutta davanti a un pubblico visibilmente nel panico per il rischioso esperimento di magia.

Quando gli spettatori e i parenti hanno capito che qualcosa era andato storto hanno immediatamente allertato la polizia, troppo tardi perché i sommozzatori lo hanno cercato per ore, soprattutto nella zona dove si era fatto calare dentro una gabbia di un metro e ottanta. Mago Mandrake è stato probabilmente travolto dalle forti correnti. I poliziotti al loro arrivo sul posto sono stati accusati dai presenti per non aver impedito il numero e per l’assenza di un controllo maggiore, l’uomo aveva però messo per iscritto le sue volontà assumendosi le proprie responsabilità.  E il corpo del mago è stato ritrovato a 2 chilometri di distanza dal luogo dell’incidente ed è stato identificato ieri notte dai suoi familiari. “Le mani erano libere, ma le gambe erano ancora legate da catene e corde“, ha riferito un ufficiale della stazione di polizia di North Port della città indiana. Le operazioni di ricerca di Lahiri erano scattate subito dopo che gli spettatori non lo avevano visto riemergere dalle acque del fiume. Secondo i media indiani, il mago non aveva preso adeguate misure di sicurezza nel preparare il suo esercizio.

Nella carriera di Mandrake non era mancati alti e bassi, performance raccontate con minuzia negli anni dai media locali. Era riuscito, per esempio, a liberarsi in una immersione da una bara sigillata in soli 29 secondi, aveva promesso di camminare sulle acque come Gesù Cristo, salvo poi rinunciare all’ultimo secondo. Nel 2013 il pubblico si accorse invece di un trucco, una porta sul retro della gabbia di ferro con la quale si era calato nel fiume, rischiò un’aggressione del pubblico salvato dall’intervento della polizia. Cercava forse un riscatto mediatico, prima di immergersi pieno di lucchetti aveva detto al fotografo: “Se posso aprirli allora sarà magico, ma se non ci riesco sarà tragico.”

 

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