Fuori i renziani. O quasi. Nella nuova giunta formata e presentata martedì pomeriggio dal sindaco di Livorno, Luca Salvetti, sono stati tenuto fuori gli esponenti vicini all’ex segretario preferendo puntare su quel vecchio mondo ex Ds che in città ha governato per tanti anni, con qualche punta di civismo fuori dal recinto del Pd. La squadra del neo primo cittadino dem è formata da nove assessori (quella di Filippo Nogarin era di sette), di cui quattro democratici, tre provenienti dalle liste che hanno appoggiato Salvetti e due figure tecniche per l’Urbanistica e il Porto. Considerando anche il sindaco (che si terrà le deleghe allo Sport), nella nuova giunta è stata rispettata la parità di genere: ci sono cinque donne e cinque uomini. “La mia giunta non è connotata politicamente e questi tre mesi di campagna elettorale lo dimostrano, tant’è che abbiamo presentato la squadra il giorno prima del direttivo del partito”, ha detto Salvetti rispondendo a chi lo ha accusato di aver preso ordini dal Pd.
Una giunta senza renziani – Il nuovo sindaco di Livorno, che durante la campagna elettorale aveva più volte rivendicato di non essere iscritto al Pd, ha deciso di tenere fuori dalla sua squadra di governo i renziani che in Toscana, rispetto al Pd nazionale, rappresentano ancora la maggioranza nel partito. L’unica figura vicina al mondo dell’ex premier è Viola Ferroni: ex assessore a Campiglia Marittima, guiderà il Bilancio. Ferroni è molto vicina alla segretaria regionale del Pd, Simona Bonafè. Gli altri esponenti dem che entreranno in giunta fanno parte dell’ala zingarettiana del partito oppure sono considerati vicini al presidente della Regione, Enrico Rossi, o all’ex presidente della Provincia Giorgio Kutufà. Si tratta di Monica Mannucci (vicesindaca, Scuola e pari opportunità), Gianfranco Simoncini (Lavoro) e Rocco Garufo (Commercio e Turismo). Ed è proprio su quest’ultimo, ex assessore all’ambiente della Provincia di Livorno, che nelle ultime ore si erano addensati i dubbi del sindaco Salvetti: Garufo nell’ultimo anno è stato segretario comunale del Pd ed è stato il partito a “imporre” al nuovo primo cittadino di inserirlo nella sua squadra. Un segnale politico, che si potrebbe tradurre così: passi il civismo del sindaco ma nella giunta doveva per forza entrare il segretario del Pd livornese. Fuori dal recinto dei democratici invece sono stati scelti i due esponenti principali della lista “Futuro!”: Andrea Raspanti (Sociale) e Giovanna Cepparello (Ambiente), lo scrittore livornese Simone Lenzi (Cultura). Poi c’è una figura tecnica con le deleghe al Porto: si tratta di Barbara Bonciani che negli ultimi anni ha lavorato proprio per l’Authority.
Ma c’è soprattutto un’altra caratteristica della nuova squadra di Salvetti che ha fatto storcere la bocca a qualcuno nel Pd: come nella prima giunta Nogarin del 2014, in alcune posizioni chiave (Urbanistica e Bilancio) sono state nominate due donne che non provengono da Livorno come l’urbanista fiorentina, Silvia Viviani, e la piombinese ed ex assessore alle finanze a Campiglia Marittina, Viola Ferroni. “E’ vero, è un elemento in comune con la giunta del 2014 del M5S – dice un esponente dem al fattoquotidiano.it – ma questa è solo una notizia positiva: significa che Livorno è diventata una città attrattiva anche da fuori”.
Salvetti: “Nogarin ci mise quasi tre mesi” – Salvetti, presentando la nuova giunta, ha anche polemizzato con l’ex sindaco del M5S, Filippo Nogarin: “Ci sono bastati otto giorni per formare la squadra, mentre qualcun altro ce ne aveva messi 78. Adesso a lavoro perché non possiamo perdere nemmeno un giorno per questa città”. Ad Andrea Romano, tra i registi della scelta di candidare il civico Salvetti a sindaco, è piaciuta la squadra di governo: “Una giunta di assoluta qualità – dice al fatto.it – Salvetti ha saputo dosare con grande intelligenza i valori dell’esperienza, dell’innovazione e della rappresentanza politica”. A Livorno, però, i renziani sono rimasti con un pugno di mosche in mano.
Twitter: @salvini_giacomo