Commissari d’esame che rinunciano, scrive Il Sole 24 ore, non tanto per “nuove regole della maturità, quanto ai compensi bassi e ai carichi di lavoro in aumento“. Decine di rinunce anche a Bologna, Milano e Roma. E guardando alla Sicilia, si legge su Repubblica Palermo, nel capoluogo di regione le commissioni incomplete sono ancora tante, con un record di fughe per i professori di italiano: i funzionari dell’Ufficio territoriale di Palermo sono da ore al lavoro per rimpiazzarne 41, da individuare entro l’inizio delle prove scritte. In più a Cosenza hanno rinunciato oltre cento tra presidenti e commissari.

Ma secondo il Ministero dell’Istruzione, diversamente da quanto riportato dai due quotidiani alla vigilia della prima prova della maturità, non c’è nessun allarme. Per il Miur infatti si tratta di numeri fisiologici e inferiori rispetto a quelli dell’anno scorso. “Come ogni anno possono esserci rinunce motivate. Ma i commissari e i presidenti mancanti saranno sostituiti. Nessun allarme. Nessuna situazione ‘patologica’ o preoccupante”. Dal Miur fanno sapere che la percentuale di sostituzioni dei presidenti di commissione quest’anno è pari al 5,5% del totale, contro il 6% dello scorso anno. Diminuisce però nettamente la percentuale di rinunce motivate: nel 2018 sono state il 13,5%, quest’anno il 6,5%. In tutta Italia sono 13.161 le commissioni d’esame – ciascuna composta da tre commissari interni, tre esterni e dal presidente esterno – che si sono insediate lunedì e dovranno coprire le 26.188 classi che affronteranno l’esame di maturità.

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