Fabio Serini, a processo nell’ambito del procedimento penale sullo stadio dell’As Roma, è stato riconfermato commissario dell’Ipa, l’istituto di previdenza per i dipendenti del Comune di Roma. La sindaca Virginia Raggi ha firmato l’ordinanza il 13 giugno , dopo un periodo di circa due settimane in cui l’avvocato livornese – nominato il 27 maggio 2017 su consiglio dell’allora super consulente Luca Lanzalone – ha dato continuità al suo mandato (scaduto il 25 maggio) in regime di auto-proroga “per tenere accesi i motori”. La Procura aveva chiesto il giudizio immediato per Serini, Lanzalone e il loro socio Luciano Costantini, nel dicembre scorso. L’incarico, come riporta l’ordinanza, durerà fino al 31 dicembre 2019, sebbene il termine del commissariamento sia fissato al 15 giugno 2020. Dal Comune di Roma assoluto silenzio sulle motivazioni della scelta.

IL COINVOLGIMENTO DI SERINI NELL’INCHIESTA STADIO – Le cronache locali, a fine 2018, riportavano rumors provenienti dal Campidoglio secondo cui già dall’estate dello stesso anno – dunque all’indomani degli arresti dell’imprenditore Luca Parnasi e dell’avvocato Lanzalone – si stava cercando un sostituto per i vertici dell’Ipa “per motivi di opportunità”. Ricerca fin qui non andata a buon fine. Si tratta di un ruolo delicato, infatti, perché la società gode di una liquidità notevole, nonostante negli anni precedenti la Corte dei Conti abbia documentato sperperi e rimborsi facili.

Serini è finito a processo nell’ambito dell’inchiesta denominata “Rinascimento”, deflagrata a giugno 2018 con gli arresti dell’imprenditore Luca Parnasi e, fra gli altri, dell’allora presidente di Acea Spa, Luca Lanzalone. Per gli inquirenti, Lanzalone sarebbe “intervenuto presso il sindaco Virginia Raggi per la sua (di Serini ndr) nomina quale commissario straordinario e per la proroga di detta nomina alla scadenza annuale”. In cambio Lanzalone e Costantini, “si facevano indebitamente dare da Fabio Serini (…) un vantaggio patrimoniale consistente nell’attribuzione allo studio Lanzalone & Partners di più incarichi professionali”. Il 2 maggio 2018, ad esempio, Sereni firma una determina: oltre 11 mila e 500 euro per l’affidamento di incarichi “all’avvocato Luciano Costantini, dello Studio Legale ‘Lanzalone & Partners’”. Proprio Serini, tre giorni dopo, “chiama Lanzalone e gli chiede un aiuto perché gli serve un altro anno (evidentemente proroga nell’incarico di Commissario Ipa)”.

LANZALONE E IL CONTRATTO CHE NON C’E’ – Nel frattempo, emergono nuovi particolari sulla vicenda della consulenza affidata all’avvocato Lanzalone. Consigliato a Virginia Raggi dai vertici del M5S, da fine 2016 e almeno fino alla sua nomina come presidente di Acea Spa, il 3 aprile 2017, il legale genovese aveva seguito per conto del Comune numerosi dossier caldi in Campidoglio: oltre alla difficile trattativa con l’As Roma sul futuro dello stadio, dalla Multiservizi ad Atac, passando per l’individuazione di professionisti che potessero ricoprire alcune caselle vacanti in Campidoglio.

“Lanzalone ha formalizzato il 10 febbraio una comunicazione con la quale veniva da me incaricato di seguire alcune vicende. In particolare anche quella relativa alla Eurnova srl”, aveva detto Virginia Raggi in Assemblea Capitolina il 7 marzo 2018. In realtà, come anticipato nei giorni scorsi da Repubblica e confermato a IlFattoQuotidiano.it da fonti della Corte dei Conti, la scorsa settimana la Guardia di Finanza si è recata a Palazzo Senatorio e nella sede Acea alla ricerca di un documento che formalizzasse quell’incarico, senza tuttavia trovarne traccia. Gli uffici capitolini si sono presi alcuni giorni per fare delle ricerche. Una storia che ricorda da vicino quella del “giallo” del parere dell’Avvocatura scomparso, su cui in realtà non si mai più fatta luce.

IL JOLLY DI ‘MR. WOLF’ – Secondo fonti inquirenti, per ora la vicenda resterà nell’alveo dell’indagine contabile. Ma la fattispecie potrebbe essere utilizzata per rafforzare la posizione di difesa Lanzalone. Secondo la Procura, il professionista avrebbe ricevuto una serie di utilità e consulenze da Parnasi in cambio di informazioni sullo stato delle pratiche amministrative legate allo stadio in costruzione, progetto poi sbloccato anche se con un taglio del 50% delle cubature rispetto a quello iniziale. Ma se Lanzalone non era un “pubblico ufficiale”, o comunque non aveva ricevuto alcun incarico formale dalla sindaca, chi rappresentava? E se era un “privato cittadino” come poteva essere corrotto? E poteva ‘flirtare’ liberamente con Parnasi? Domande di cui si avrà risposta probabilmente dopo l’estate.

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