Nel giorno in cui il Consiglio d’Europa richiama l’Italia chiedendo di dare subito un porto ai migranti a bordo della Sea Watch 3, il Tar del Lazio respinge il ricorso della ong per contestare il divieto di ingresso in acque territoriali dell’imbarcazione che si triva a sud di Lampedusa con a bordo 43 migranti soccorsi una settimana fa. Intanto la procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Il procuratore aggiunto, Salvatore Vella, nel fascicolo – a carico di ignoti – ha ipotizzato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nei giorni scorsi, il Viminale aveva dato l’autorizzazione allo sbarco di 10 delle 53 persone a bordo, fra cui immigrati che stavano male e bimbi piccoli. 

Il Consiglio d’Europa si rivolge direttamente all’Italia e in particolare a Matteo Salvini, che ha accusato la Sea Watch di avere “disobbedito” dopo avere ricevuto il via libera allo sbarco da parte della Libia. “I migranti salvati in mare non dovrebbero mai essere sbarcati in Libia, perché i fatti dimostrano che non è un Paese sicuro”, spiega Dunja Mijatovic, responsabile dell’organizzazione per i diritti umani, che si dice “preoccupata per l’atteggiamento del governo italiano nei confronti delle ong che conducono operazioni di salvataggio nel Mediterraneo“. Mijatovic aggiunge poi che “si deve mettere fine alla politica dichiudere i porti per tutte le ong, di proibire la navigazione in acque territoriali o in certe aree in quelle internazionali“. Proprio riferendosi poi alle sanzioni previste dal decreto Sicurezza bis per le imbarcazioni private che potrebbero essere impegnate in operazioni di salvataggio nel Mediterraneo si dice “seriamente preoccupata per l’impatto che alcune parti” del provvedimento “potrebbero avere sulla vita delle persone che necessitano di essere salvate in mare”. 

Non abbiamo ancora ricevuto nulla e, anzi, ci sembra piuttosto inusuale che altri vengano a conoscenza di una decisione del tribunale prima ancora che ne siano informate le parti” dice il legale Lucia Gennari. L’istanza cautelare contro il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali era stata presentata dagli avvocati ieri: si chiedeva, in particolare, la sospensione d’urgenza della direttiva del 13 giugno e del divieto d’ingresso firmato dai ministri Salvini, Toninelli e Trenta il 15 giugno.
“Attendiamo di vedere il provvedimento – dice ancora l’avvocato Gennari – e poi valuteremo cosa fare, anche perché l’istanza di sospensione non è l’unico strumento a disposizione per ricorrere contro il provvedimento”.

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