“L’Eurosummit deve assumere decisioni non divisive, non riteniamo che vi siano i giusti presupposti in merito”. Il premier Giuseppe Conte, durante l’attesa informativa alla Camera in vista del Consiglio europeo, conferma la linea di Palazzo Chigi: la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia non è giustificata, è la tesi. Il presidente del consiglio è comparso a Montecitorio dopo aver partecipato al vertice economico convocato a palazzo Chigi con i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Alla riunione non hanno preso parte i tecnici del ministero dell’Economia. Scopo dell’incontro era definire una linea nella trattativa con Bruxelles e i contenuti della lettera che il premier intende inviare alla Commissione. Dopo il summit, Conte è andato in Parlamento, dove ha auspicato che “l’Eurosummit del 21 giugno debba assumere decisioni non divisive” riferendosi sia all’infrazione sia al “completamento dell’Unione economica e monetaria“.
Risoluzione di maggioranza: “Escludere investimenti produttivi da deficit” – M5s e Lega dal canto loro hanno presentato una risoluzione di maggioranza con cui impegnano il governo a “favorire uno spirito di piena collaborazione e dialogo con le istituzioni Ue, assicurando che venga preservata la sostenibilità delle finanze pubbliche in un quadro di non aumento e di progressiva riduzione della pressione fiscale, nel segno della sostenibilità sociale e senza manovre recessive, al fine di scongiurare l’effettivo avvio di una procedura d’infrazione per debito eccessivo”. Inoltre in vista del nuovo ciclo istituzionale la maggioranza impegna il governo “a lavorare alla costruzione del più largo consenso possibile fra i partner europei, a sostegno delle candidature che saranno avanzate dall’Italia, assicurando che la presenza italiana ai vertici istituzionali dell’Unione sia adeguata al peso politico del nostro Paese”. Il governo dovrà anche adottare “iniziative per porre in essere adeguate politiche economiche in cui venga coniugata da un lato la flessibilità economica per il rilancio degli investimenti infrastrutturali e dall’altro la diminuzione strutturale delle tasse sul lavoro, necessarie per la ripresa della produttività e dell’occupazione”. Si impegna inoltre l’esecutivo ad “avviare un dibattito nelle istituzioni europee al fine di riformare i parametri di stabilità, prevedendo tra gli altri l’esclusione degli investimenti produttivi, inclusi quelli in capitale umano, dal computo dei parametri utili al pareggio di bilancio al pareggio di bilancio e del rapporto deficit/pil, e l’abolizione del riferimento al saldo strutturale, indicatore la cui natura pro-ciclica è riconosciuta a livello internazionale, al fine di sostenere crescita, lavoro e inclusione sociale”.
“Italia intende rispettare le regole” – Sulla procedura, il premier ha ribadito: “Siamo tutti determinati a evitarla ma anche ben convinti della nostra politica economica. Intendiamo mantenere un dialogo costruttivo con l’Ue e questa determinazione la sto rappresentando con chiarezza anche ai vertici europei e ai miei omologhi”. Conte ha sottolineato più volte che “l’Italia intende rispettare le regole europee, senza che ciò impedisca che, come paese fondatore e terza economia del continente, ci facciamo anche portatori di una riflessione incisiva su come adeguare le regole stesse affinché l’Unione sia attrezzata ad affrontare crisi finanziarie sistemiche e globali e assicuri un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita”.
“Crescita e stabilità complementari” – “Stabilità e crescita” e “riduzione e condivisione dei rischi”, secondo Conte, sono “binomi complementari e non in contrasto tra loro come continuano a sostenere i fautori di un approccio procedurale che ha costretto l’Europa a criticare ex post proprie decisioni e misure che sono poi i cittadini europei ad aver pagato e a rischiare di pagare in prospettiva”. Tutto ciò “comporta un prezzo molto elevato non solo per la coesione sociale ed economica di interi Stati Membri, ma per la credibilità stessa del progetto europeo, una credibilità che i fautori dell’austerità a oltranza dichiarano, almeno a parole, di avere a cuore”.
“Nomine Ue seguano domanda di cambiamento” – Le nomine in Ue, ha dichiarato il premier, saranno “il tema centrale del prossimo consiglio europeo” ed è “di fondamentale importanza che da tale confronto emerga un segnale ai cittadini circa la capacità di tenere conto della domanda di cambiamento dei cittadini. Soluzioni sono improcrastinabili e devono svilupparsi in una strategia nuova, che veda la crescita non più antitetica alla stabilità e la solidarietà non antitetica alla responsabilità. È inoltre auspicabile, nella prospettiva di un bilancio pluriennale all’altezza della situazione, che si sappia guardare con maggiore ambizione alle ‘Nuove risorse proprie’, a beneficio del contribuente europeo, garantendo un maggior valore aggiunto della spesa dell’Unione, senza gravare sui bilanci nazionali. Ho chiesto una decisa politica europea sui rimpatri e sul contrasto al traffico di esseri umani”. Il premier ha indicato poi alcuni “obiettivi appropriati”. Il primo è quello relativo a una “governance europea delle migrazioni basata sulla solidarietà e una equa condivisione tra gli Stati membri, una collaborazione con i Paesi di origine e transito, corridori umanitari, e una decisa politica europea sui rimpatri e il contrasto al traffico illegale di esseri umani“. Ha poi parlato della necessità di un “avanzamento europeo sui diritti sociali per proteggere disoccupati, giovani, sul salario minimo, contro l’esclusione sociale e la povertà”. Per il premier è poi fondamentale “un budget dell’eurozona dotato di funzioni stabilizzatrici, contro le turbolenze, come accade adesso con i dazi”, così come un “impulso concreto per incentivi agli investimenti pubblici produttivi”. Serve, ha proseguito Conte, “una Europa capace di promuovere politiche ambientali” e una “adeguata tutela dei prodotti agricoli”. E’ necessaria, inoltre, una “migliore cooperazione legislativa per il contrasto al terrorismo e il crimine organizzato”. Il premier ha dedicato un ampio spazio del suo intervento alle questioni climatiche: “Serve la tempestiva adozione per l’inizio del 2020 di una strategia europea di lungo termine” e “un ruolo europeo ambizioso di respiro globale: è essenziale che si avanzi verso la neutralità climatica entro il 2050“. Per Conte, “la sfida ambientale non può essere risolta dagli stati nazionali ma richiede la dimensione europea”.
“Impegno per Brexit ordinata ma prepararsi a No Deal” – Un altro capitolo dell’informativa è quello dedicato alla Brexit. “Il Consiglio europeo – ha detto il premier – esaminerà gli ultimi sviluppi del dossier Brexit. Da parte italiana, come sapete, il 20 maggio scorso è stato convertito in legge il decreto-legge Brexit, che prevede, in caso di “no deal“, misure di messa in sicurezza nei settori dei diritti dei cittadini, dei servizi finanziari e del trasporto aereo. La settimana scorsa, abbiamo riunito la task force Brexit a Palazzo Chigi, per fare un “tagliando” alle misure di preparazione al ‘no deal’. Roma, ha detto il premier, “resta impegnata per una Brexit ordinata, attraverso un accordo di recesso e per costruire una relazione futura profonda e ambiziosa con il Regno Unito dopo l’uscita dall’Unione europea. Nondimeno alla luce degli ultimi sviluppi a Londra, è importante che cittadini, imprese e tutti i soggetti interessati dalla Brexit utilizzino i mesi di proroga al 31 ottobre 2019 per prepararsi a qualsiasi scenario incluso quello, poco auspicabile, di un’uscita senza accordo“.
Lo scontro Trump-Draghi – Il presidente del Consiglio aveva dichiarato martedì che “l’Italia può permettersi la manovra che serve all’Italia. A noi non interessano le manovre che ci propongono altrove. La sintesi sarà fare tutte le riforme che servono agli italiani e alle imprese. Ovviamente dovremo tener conto dell’equilibrio economico“. Conte ha concluso chiarendo che “la lettere all’Ue avrà un contenuto politico”. Il vertice arriva dopo che il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha annunciato che il programma di acquisto di titoli di Stato quantitative easing “ha ancora uno spazio considerevole” e che “ulteriori tagli dei tassi e misure per mitigare qualsiasi effetto collaterale continuano a far parte degli strumenti” a disposizione della Bce. Dopo l’annuncio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva accusato Draghi di “concorrenza sleale”: “Ha appena annunciato che potrebbero arrivare altri stimoli (all’economia europea, ndr), cosa che ha immediatamente fatto scivolare l’euro rispetto al dollaro. Così per gli europei diventa ingiustamente più facile competere con gli Stati Uniti”.