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Massimo Ferrero, chiesto il processo: “Tolto un milione da casse della Sampdoria per pagare debiti Livingston”

L'imprenditore e altre quattro persone sono accusate a vario titolo di appropriazione indebita, autoriciclaggio, utilizzo di fatture false e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. L’udienza preliminare è stata fissata per il 20 settembre prossimo
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La Procura di Roma ha chiesto il processo per il patron della Sampdoria Massimo Ferrero, la figlia Vanessa, il nipote Giorgio e i due manager Marco Valerio Guercini e Andrea Diamanti: sono accusati a vario titolo di appropriazione indebita, autoriciclaggio, utilizzo di fatture false e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. L’udienza preliminare è stata fissata per il 20 settembre prossimo, davanti al giudice della X sezione. 

Il pm Maria Sabina Calabretta e il procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli accusano Ferrero e la figlia di essersi appropriati “indebitamente delle somme accreditate con bonifico estero” per la vendita il 17 giugno 2015 del calciatore Pedro Obiang, per un totale di 1.159.000 euro, “con le aggravanti – scrivono gli inquirenti – di aver cagionato alla Uc Sampdoria spa un danno patrimoniale di rilevante entità e di aver commesso il fatto abusando di relazioni d’ufficio“. Nell’ambito di questa indagine, lo scorso 28 novembre la Guardia di Finanza aveva sequestrato a Ferrero beni per 2,6 milioni di euro, provvedimento poi parzialmente annullato dal Tribunale del Riesame. 

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