Il Ministero ha scelto di eliminare il tema storico, eppure tra le sette proposte per lo scritto di italiano, spiega la filosofa dell'università di Torino, "c’è molta più storia di quanto non si pensasse". E aggiunge: "Avrei fatto Montanari". E sulla traccia sull'eredità del Novecento di Stajano, il prof noto per le sue webserie sulla scuola dice: "Nemmeno io da docente mi sentirei tranquillo, figuriamoci un ragazzo di 18 anni"
Tanta storia. Forse persino troppa. Il primo esame di maturità che avrebbe dovuto esserne privo per l’abolizione del tema storico che tante polemiche ha causato negli ultimi mesi, finisce per averne come forse mai in passato. Anche a costo di essere un po’ ripetitivi. “Non so se è un modo del Ministero di rispondere alle critiche o solo un caso, di cui sicuro c’è molta più storia di quanto non si pensasse, quasi tutte le tracce ne sono pervase”, spiega Chiara Saraceno, sociologa e filosofa dell’Università di Torino. Le tracce della Tipologia B (produzione di un testo argomentativo) e C (riflessione su temi di attualità) piacciono agli esperti, chissà se anche ai ragazzi però.
“Sono bei temi, sicuramente interessanti, ma sono anche molto complessi: non c’è la classica traccia ‘rifugio’, anche gli spunti di attualità sono un po’ lontani dalla quotidianità dei ragazzi. L’impressione è che gli esperti ministeriali ogni tanto si scordino a chi si rivolgono: ci cascano spesso, ci sono cascati anche stavolta”, aggiunge Enrico Galiano, professore in una scuola di Pordenone, noto per le sue webserie sulla scuola. “La difficoltà maggiore è il rischio di cadere in stereotipi e luoghi comuni, ma in fondo è il problema che ci poniamo ogni anno di fronte alla maturità”, il parere della professoressa Saraceno.