Espulsa dalla porta principale dei programmi d’esame, la Storia rientra dalla finestra nelle tracce degli esami di maturità 2019. Bene, evviva. La Storia trionfa. Anzi, come suggerisce Marc Bloch, siamo alla “apologia della Storia” e dello studio della memoria recente che non si fa uccidere da una circolare ministeriale. “Papà, spiegami a cosa serve studiare la Storia”, chiedeva il figlio a Bloch, che scrisse quel capolavoro per rispondere a quella domanda.
Nella prima prova di esame, il “vecchio” tema di italiano, sostenuta stamani da 520mila studenti e cittadini italiani di 18-19 anni, le tracce vendicano la scelta della burocrazia che ha bandito la studio del passato dalle prove ufficiali di esame. Da Gino Bartali a Carlo Alberto dalla Chiesa fino a Leonardo Sciascia, alle lezioni di Tomaso Montanari e Corrado Stajano, quei temi di maturità ristabiliscono il primato, addirittura, della Storia recente, quella del Novecento, quella che pochi professori di Storia dei licei e degli istituti tecnici arrivano a fare studiare ai propri studenti. Ma anche la Storia contemporanea (la Storia di ieri) di cui tutta la società parla poco e che non ricorda. E così smarrisce il “senso di se stessa”.
Bene, ragazzi. Vendetta è compiuta e le tracce che vi hanno proposto quest’anno dimostrano come il presente e il futuro (che poi siete voi) non può fare a meno di capire di chi siamo figli, perché la società è quella che è, spiega il mondo nel quale vivete, perché siamo arrivati qui e ora, come siamo o non siamo, da quali modelli arriviamo e quali vogliamo cercare.
La Storia propone anche modelli (buoni e cattivi) e racconta valori o disvalori. Per questo trovo belle e utili queste tracce. Quella sul libro dello storico dell’arte Montanari stimola i ragazzi a esercitare il senso critico, a “uccidere i maestri”, a riprendere in mano il proprio futuro. E di questo, della Storia, c’è bisogno.
Quella sul cattolico Gino Bartali che, a parte la gloria sportiva consacrata in una mitica canzone di Paolo Conte “sui francesi che si incazzano….”, fu un campione e una staffetta partigiana in bicicletta: usando la “scusa” di allenarsi in bici portava messaggi di Resistenza passando indenne ai posti di blocco nazisti e così ha permesso il salvataggio di centinaia di ebrei che altrimenti sarebbero finiti a Auschwitz o Birkenau o Dachau.
E Carlo Alberto Dalla Chiesa, carabiniere, generale, investigatore, mandato nell’estate 1982 a fare (senza poteri adeguati e solo) il prefetto antimafia a Palermo, perché lui aveva sconfitto il terrorismo e forse con la Cosa Nostra lui poteva riuscire a evitare altre sconfitte. Allo Stato che lo inviò laggiù senza strumenti. Lui andò in giro, nelle assemblee di studenti e sui luoghi di lavoro, si fece (lui militare di carriera) prefetto della Repubblica e capì che senza la società la mafia non si sconfigge. Fu ucciso, la sera del 3 settembre 1982, solo sulla sua macchina con accanto la sua giovane moglie.
Altra traccia d’esame, stessa Storia. Dalla Chiesa era già stato in Sicilia, da giovane capitano dei Cc, negli anni 50. E a lui si ispirò Leonardo Sciascia quando scrisse Il giorno della civetta, storia del capitano Bellodi che indaga su un omicidio, su appalti in esterno di un paese siciliano in mano alle cosche. Analisi di quel testo, storia di mafia e antimafia. Storia, storie, libri e vicende che gli studenti hanno “studiato” poco a scuola.
Storie del Novecento alle quali Corrado Stajano (altra traccia, stesso intento “educativo”) cerca di dare un senso. Storie del secolo scorso in cui tutto è cambiato, l’Europa, le nostre città, i nostri paesi, il paesaggio, i valori, la velocità, il linguaggio e le forme della politica, il nostro stesso modo di vivere e di essere. Senza che spesso si ricostruiscano i personaggi e le loro vicende.
Perché in fondo a cosa serve la Storia, anche quella suggerita in queste tracce di esame 2019? Forse a indicare esempi non retorici ai ragazzi.
Antonio Roccuzzo
Giornalista
Scuola - 19 Giugno 2019
Maturità 2019, la Storia espulsa dalla porta rientra dalla finestra. Vendetta è compiuta
Espulsa dalla porta principale dei programmi d’esame, la Storia rientra dalla finestra nelle tracce degli esami di maturità 2019. Bene, evviva. La Storia trionfa. Anzi, come suggerisce Marc Bloch, siamo alla “apologia della Storia” e dello studio della memoria recente che non si fa uccidere da una circolare ministeriale. “Papà, spiegami a cosa serve studiare la Storia”, chiedeva il figlio a Bloch, che scrisse quel capolavoro per rispondere a quella domanda.
Nella prima prova di esame, il “vecchio” tema di italiano, sostenuta stamani da 520mila studenti e cittadini italiani di 18-19 anni, le tracce vendicano la scelta della burocrazia che ha bandito la studio del passato dalle prove ufficiali di esame. Da Gino Bartali a Carlo Alberto dalla Chiesa fino a Leonardo Sciascia, alle lezioni di Tomaso Montanari e Corrado Stajano, quei temi di maturità ristabiliscono il primato, addirittura, della Storia recente, quella del Novecento, quella che pochi professori di Storia dei licei e degli istituti tecnici arrivano a fare studiare ai propri studenti. Ma anche la Storia contemporanea (la Storia di ieri) di cui tutta la società parla poco e che non ricorda. E così smarrisce il “senso di se stessa”.
Bene, ragazzi. Vendetta è compiuta e le tracce che vi hanno proposto quest’anno dimostrano come il presente e il futuro (che poi siete voi) non può fare a meno di capire di chi siamo figli, perché la società è quella che è, spiega il mondo nel quale vivete, perché siamo arrivati qui e ora, come siamo o non siamo, da quali modelli arriviamo e quali vogliamo cercare.
La Storia propone anche modelli (buoni e cattivi) e racconta valori o disvalori. Per questo trovo belle e utili queste tracce. Quella sul libro dello storico dell’arte Montanari stimola i ragazzi a esercitare il senso critico, a “uccidere i maestri”, a riprendere in mano il proprio futuro. E di questo, della Storia, c’è bisogno.
Quella sul cattolico Gino Bartali che, a parte la gloria sportiva consacrata in una mitica canzone di Paolo Conte “sui francesi che si incazzano….”, fu un campione e una staffetta partigiana in bicicletta: usando la “scusa” di allenarsi in bici portava messaggi di Resistenza passando indenne ai posti di blocco nazisti e così ha permesso il salvataggio di centinaia di ebrei che altrimenti sarebbero finiti a Auschwitz o Birkenau o Dachau.
E Carlo Alberto Dalla Chiesa, carabiniere, generale, investigatore, mandato nell’estate 1982 a fare (senza poteri adeguati e solo) il prefetto antimafia a Palermo, perché lui aveva sconfitto il terrorismo e forse con la Cosa Nostra lui poteva riuscire a evitare altre sconfitte. Allo Stato che lo inviò laggiù senza strumenti. Lui andò in giro, nelle assemblee di studenti e sui luoghi di lavoro, si fece (lui militare di carriera) prefetto della Repubblica e capì che senza la società la mafia non si sconfigge. Fu ucciso, la sera del 3 settembre 1982, solo sulla sua macchina con accanto la sua giovane moglie.
Altra traccia d’esame, stessa Storia. Dalla Chiesa era già stato in Sicilia, da giovane capitano dei Cc, negli anni 50. E a lui si ispirò Leonardo Sciascia quando scrisse Il giorno della civetta, storia del capitano Bellodi che indaga su un omicidio, su appalti in esterno di un paese siciliano in mano alle cosche. Analisi di quel testo, storia di mafia e antimafia. Storia, storie, libri e vicende che gli studenti hanno “studiato” poco a scuola.
Storie del Novecento alle quali Corrado Stajano (altra traccia, stesso intento “educativo”) cerca di dare un senso. Storie del secolo scorso in cui tutto è cambiato, l’Europa, le nostre città, i nostri paesi, il paesaggio, i valori, la velocità, il linguaggio e le forme della politica, il nostro stesso modo di vivere e di essere. Senza che spesso si ricostruiscano i personaggi e le loro vicende.
Perché in fondo a cosa serve la Storia, anche quella suggerita in queste tracce di esame 2019? Forse a indicare esempi non retorici ai ragazzi.
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Maturità 2019, la diretta – Ecco le tracce della prima prova: Ungaretti con “Risvegli” e Sciascia per l’analisi del testo. Poi Stajano, Bartali e Dalla Chiesa
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Le parole di Meloni sull’Ucraina sono state nette e chiare in un contesto molto difficile. Le va riconosciuto". Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, da Odessa.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Amiamo le nostre nazioni. Vogliamo confini sicuri. Preserviamo aziende e cittadini dalla follia della sinistra verde. Difendiamo la famiglia e la vita. Lottiamo contro il wokeismo. Proteggiamo il nostro sacro diritto alla fede e alla libertà di parola. E siamo dalla parte del buon senso. Quindi, in definitiva, la nostra lotta è dura. Ma la scelta è semplice. Ci arrenderemo al declino o combatteremo per invertirlo?". Lo ha detto Giorgia Meloni al Cpac.
"Lasceremo che la nostra civiltà svanisca? O ci alzeremo e la difenderemo? Lasceremo ai nostri figli un mondo più debole o più forte? Vorremo che le nuove generazioni si vergognino delle loro radici? O recupereremo la consapevolezza e l'orgoglio di chi siamo e glielo insegneremo? Ho fatto la mia scelta molto tempo fa e combatto ogni giorno per onorarla. E so che non sono solo in questa battaglia, che siete tutti al mio fianco, che siamo tutti uniti. E credetemi, questo fa tutta la differenza", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Quando la libertà è a rischio, l'unica cosa che puoi fare è metterla nelle mani più sagge. Ecco perché i conservatori continuano a crescere e stanno diventando sempre più influenti nella politica europea. Ed ecco perché la sinistra è nervosa. E con la vittoria di Trump, la loro irritazione si è trasformata in isteria". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
"Non solo perché i conservatori stanno vincendo, ma perché ora i conservatori stanno collaborando a livello globale. Quando Bill Clinton e Tony Blair crearono una rete liberale di sinistra globale negli anni '90, furono definiti statisti. Oggi, quando Trump, Meloni, Milei o forse Modi parlano, vengono definiti una minaccia per la democrazia. Questo è il doppio standard della sinistra, ma ci siamo abituati. E la buona notizia è che le persone non credono più alle loro bugie".
"Nonostante tutto il fango che ci gettano addosso. I cittadini continuano a votarci semplicemente perché le persone non sono ingenue come le considera l'ultimo. Votano per noi perché difendiamo la libertà", ha ribadito.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, per genere, per ideologia. Ma non saremo divisi perché siamo forti solo quando siamo insieme. E se l'Occidente non può esistere senza l'America, o meglio le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in America Centrale e Meridionale, allora non può esistere nemmeno senza l'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Il Cpac ha capito prima di molti altri che la battaglia politica e culturale per i valori conservatori non è solo una battaglia americana, è una battaglia occidentale. Perché, amici miei, credo ancora nell'Occidente non solo come spazio geografico, ma come civiltà. Una civiltà nata dalla fusione di filosofia greca, diritto romano e valori cristiani. Una civiltà costruita e difesa nei secoli attraverso il genio, l'energia e i sacrifici di molti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla conferenza dei conservatori a Washington.
"La mia domanda per voi è: questa civiltà può ancora difendere i principi e i valori che la definiscono? Può ancora essere orgogliosa di sé stessa e consapevole del suo ruolo? Penso di sì. Quindi dobbiamo dirlo forte e chiaro a coloro che attaccano l'Occidente dall'esterno e a coloro che lo sabotano dall'interno con il virus della cultura della cancellazione e dell'ideologia woke. Dobbiamo dire loro che non ci vergogneremo mai di chi siamo", ha scandito.
"Affermiamo la nostra identità. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla. Perché senza un'identità radicata, non possiamo essere di nuovo grandi", ha concluso la Meloni.
(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.