Il presidente turco: "Faremo ogni cosa necessaria per far processare il governo del Cairo nei tribunali internazionali". I sostenitori dell'ex leader dei Fratelli musulmani: "L’ambulanza è arrivata dopo mezz'ora. Le guardie non sono intervenute". Le Nazioni Unite e Amnesty International chiedono un'indagine
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha accusato il governo dell’Egitto della morte dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi, avvenuta il 17 giugno durante il processo per spionaggio a suo carico. “Non è morto per cause naturali, è stato ucciso”, ha detto il Capo di Stato turco. Morsi, leader dell’organizzazione islamista Fratelli musulmani, è stato uno degli alleati di Erdogan durante gli anni di presidenza. Il Sultano ha ribadito che “la Turchia farà ogni cosa necessaria per far processare l’Egitto nei tribunali internazionali”. I sostenitori di Morsi hanno accusato le forze di sicurezza di averlo “assassinato” e di avere intenzionalmente ritardato i soccorsi. Abdullah al-Haddad, il cui padre e fratello sono stati processati insieme a Morsi, ha detto che gli agenti hanno lasciato l’ex presidente egiziano “accasciato sul pavimento per più di 20 minuti”.
Durante l’udienza del processo a suo carico, Morsi aveva chiesto al giudice di poter prendere la parola. Dopo l’intervento, durato 25 minuti circa, l’ex Capo di Stato ha perso i sensi ed è stato trasportato in ospedale, dove hanno constatato la morte. La televisione di stato egiziana ha detto che l’ex presidente è deceduto per “una crisi cardiaca”. Ma secondo Haddad non sono state adottate le misure necessarie per fornire assistenza a Morsi: “Un’ambulanza è arrivata dopo 30 minuti. Sono stati altri detenuti i primi a notare il suo collasso, e poi hanno iniziato a gridare. Alcuni di loro, che sono dottori, hanno chiesto alle guardie di poter procedere con il primo soccorso“. In seguito alla morte dell’ex leader, che ha ancora molti seguaci in Egitto, le autorità del Cairo hanno ritenuto necessario dichiarare lo stato di massima allerta e vietare i funerali pubblici.
Il premier Erdogan ha supportato pienamente la ricostruzione di Haddad: “Morsi ha lottato per terra in tribunale per 20 minuti. Purtroppo le autorità non sono intervenute per salvarlo”. Il primo ministro turco ha definito l’ex presidente un “martire”. Anche Amnesty International ha chiesto “un’indagine immediata” sulla morte dell’ex presidente egiziano, sottolineando che si è trattato di un evento “profondamente scioccante che solleva forti domande sul trattamento subito da Morsi durante la detenzione”. L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto che venga aperta un’inchiesta condotta da un’autorità indipendente sulle cause della sua morte. In risposta, l’Egitto ha accusato l’Onu di politicizzare il decesso dell’ex presidente. Sarah Leah Whitson, direttrice per il Medio Oriente di Human Rights Watch, ha dichiarato che la morte dell’ex presidente, gravemente malato, era “ampiamente prevedibile” perché le autorità non “gli hanno fornito le cure mediche adeguate” in carcere.
Leader dei Fratelli Musulmani, vicino alla Turchia e al Qatar, Morsi è stato il primo presidente democraticamente eletto in Egitto. Diventato capo di Stato all’età di 61 anni, era il capo del partito Giustizia e Libertà, fondato dopo la rivoluzione di Piazza Tahrir che portò alla deposizione di Hosni Mubarak. Morsi venne deposto il 3 luglio del 2013 dal suo ministro della Difesa e capo delle Forze armate, l’attuale presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.