Dopo lo scontro nella maggioranza sulla norma inserita dal Carroccio, il relatore M5s ha annunciato una decina di modifica tra cui lo stralcio della modifica incriminata. Poi il ministro Fraccaro ha annunciato la fiducia: venerdì la votazione. In Commissione modifica la norma sull'Inpgi: sospensione del rischio commissariamento fino al 31 ottobre e non più fino a fine anno. Fnsi: "Volontà di colpire l'informazione"
Il decreto Crescita torna in commissione dopo lo scontro tra M5s e Lega che si è consumato mercoledì pomeriggio sull’emendamento presentato dal Carroccio che trasferisce alle Regioni del Sud la titolarità dei Fondi per lo sviluppo e la coesione (Fsc). L’accordo nella maggioranza è stato trovato in nottata e, come ha annunciato in Aula alla Camera il relatore M5S, Raphael Raduzzi, la norma è stata stralciata. Allo stesso tempo però il governo ha apportato un’altra decina di modifiche al testo e per questo ha chiesto una sospensione dei lavori. Nel pomeriggio il ministro dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro ha infine posto la fiducia a nome del governo sul decreto. La votazione per appello nominale comincerà venerdì alle 15.40
“Con i Cinquestelle non c’è stato nessuno scambio sull’autonomia”, ha detto il vicepremier Matteo Salvini rispondendo ai cronisti. Dopo il Consiglio dei ministri fonti del Carroccio avevano contestualmente fatto trapelare che l’emendamento incriminato sarebbe stato stralciato e che il testo sulle Autonomie sarebbe approdato al prossimo Cdm. Il ministro dell’Interno però smentisce che il tutto sia frutto di uno scambio: “Sul dl crescita c’è l’accordo ed è importante è che sia approvato entro 9 giorni. E l’autonomia – ha aggiunto- arriva in Cdm perché fa bene all’Italia, adesso sono tutti più convinti rispetto a qualche tempo fa”.
In commissione, oltre al nodo sui fondi del Sud, è stata approvata la correzione della norma sulla cassa dei giornalisti, l’Inpgi, che prevede la sospensione del rischio commissariamento fino al 31 ottobre e non più fino a fine anno. “È un rischio – ha spiegato il viceministro dell’Economia, Laura Castelli – che momentaneamente non ci sentiamo di correre”. È “evidente”, ha aggiunto, che sull’ente previdenziale privatizzato “si dovrà ulteriormente intervenire”. Il nuovo emendamento “è la conferma della volontà di una parte della maggioranza di governo di colpire l’informazione, i giornalisti e l’autonomia del loro Istituto di previdenza. Se l’obiettivo è quello di aprire una resa dei conti senza precedenti, ricorrendo magari fra qualche mese alla figura di un commissario, si tratta di un’operazione pericolosa quanto inutile“, afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, il sindacato unico dei giornalisti italiani.
Inoltre in commissione è stata rivista la riapertura della rottamazione ter, ma anche il compromesso salva-Roma e salva-Comuni e il contratto di espansione. Salta anche la possibilità di apporre l’emblema dello Stato per difendersi dai falsi made in Italy, così come sono stati corretti gli emendamenti che introducono la nuova piattaforma incentivi.gov.it, quelli che danno dei finanziamenti specifici anche ai piccoli Comuni sotto i 1000 abitanti per l’efficientamento energetico, quelli sulle tutele per sub-affidatari, sub-appaltatori e sub-fornitori.
Le proteste delle opposizioni dopo la richiesta avanzata da Raduzzi riguardano il troppo poco tempo a disposizione ma anche con la quantità e qualità delle correzioni indicate, che vanno a incidere su nodi “politici e non tecnici”. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ascoltate le proteste, ha sospeso per un quarto d’ora l’Aula per consentire ai gruppi di valutare nel dettaglio le richieste della maggioranza e ha indicato in 3 ore la pausa. “Forza Italia è contraria al ritorno in Commissione e consapevole che non basteranno un paio d’ore per risolvere problemi che non sono tecnici ma chiaramente politici, frutto dei continui litigi tra i contraenti del patto di governo”, dice il capogruppo azzurro in commissione Bilancio, Andrea Mandelli.
La cronaca delle tensioni tra M5s e Lega
Ieri, mercoledì, le tensioni tra M5s e Lega sono cominciate alla Camera e poi proseguite nel corso del Consiglio dei ministri. Il Carroccio aveva inserito nel decreto Crescita un emendamento approvato lunedì sera in una versione riformulata con il parere favorevole del relatore M5s Raphael Raduzzi e del viceministro all’Economia Laura Castelli, ma che due giorni dopo ha fatto infuriare la ministra per il Sud Barbara Lezzi. Alle 18:30 la maggioranza ha chiesto di sospendere per un’ora i lavori della Camera: Raduzzi ha parlato della necessità di “rilievi tecnici“. Poi è arrivata la richiesta di far slittare a oggi l’esame del provvedimento.
Al termine del Cdm, fonti della Lega hanno annunciato che un accordo è stato trovato e che il testo sarebbe tornato in commissione per modifiche meramente tecniche. E le stessi fonti del Carroccio hanno sottolineato che “la prossima settimana” il testo sulle Autonomie approderà in Consiglio dei ministri, oltre a essere stilato un impegno a tutelare i 15mila lavoratori Ilva. Fonti del Movimento 5 stelle invece hanno precisato che l’emendamento della Lega al dl Crescita sarebbe stato “stralciato” e che il testo sulle Autonomie approderà in Cdm solo dopo la discussione della riforma in un tavolo politico ad hoc, dove bisognerà sciogliere i nodi ancora presenti.