Il mondo della canzone d’autore è un mondo maschilista. Lo dicono i numeri, c’è poco da girarci intorno. Pensate ai nomi di dieci artisti che – storicamente, nell’immaginario collettivo – rappresentino bene questo genere. Ok, ci siamo capiti. A questo stato di cose fanno perciò bene come un balsamo le iniziative che puntano a far emergere la particolarità della canzone d’autrice, ch’è un approccio rivoluzionario a quest’arte tanto potente quanto fragile, quando ci si trova di fronte ad artiste vere che non scrivano per imitare gli uomini. Non capita spesso, ma quando capita è una meraviglia totale. In Italia ci sono diverse iniziative di questo tipo, su tutte quella del Premio Bianca d’Aponte, ma anche il “Festivalino di Anatomia femminile” di Michele Monina.
Per tutte queste ragioni, il libro di Fausto Pellegrini Incanto (L’erudita, 2018) colma un vuoto e si fa oggetto prezioso. Il volume ha una lusinghiera e dinamica prefazione di Roberto Vecchioni, che tanto, tantissimo ha scritto di donne. Rispetto a ciò che dicevamo sopra, Vecchioni è probabilmente l’unico cantautore a essere persino riuscito a scrivere alcune canzoni con la sensibilità con cui lo avrebbe fatto una donna. E non mi pare poco.
Fausto Pellegrini è volto storico di Rai News 24: se vedete passare in Rai buona musica, il più delle volte è in un suo servizio, state pur certi. Giornalista appassionato di canzone di qualità, che segue tutti i principali avvenimenti che la valorizzano (dal Premio Tenco a Musicultura), Pellegrini scrive un libro agile, che “riempie un vuoto”, come scrive Vecchioni. È una serie di dialoghi con alcune cantautrici italiane, il meglio che oggi il panorama possa offrire. Sono diciotto, la 18esima è proprio Bianca d’Aponte, di cui Fausto analizza la poetica in maniera delicata e profondissima.
Da Giovanna Marini a Levante, passando per Nada, Teresa De Sio, Cristina Donà, Carmen Consoli, Patrizia Laquidara o Marina Rei. Queste pagine vanno lette, perché sono davvero qualcosa che prima non c’era. Le cantautrici riflettono sulla propria musica, si raccontano ma soprattutto raccontano un mondo controtempo.
C’è un concetto che più di altri viene fuori: la canzone d’autrice non va considerata una nicchia, una concessione. È davvero inaccettabile il concetto di “quote rosa”. Perciò lo scopo principale del libro è quello di far conoscere queste cantautrici, avvicinarsi alla loro musica. Entrare nel loro mondo è forse l’unico modo per liberarsi dai preconcetti formali che la situazione numericamente sbilanciata della discografia mediatica italiana porta a figurarci. Pellegrini lo fa con garbo, rispetto e competenza.
Il libro sarà presentato domenica 23 giugno in Piazza della Libertà a Macerata, nell’ambito delle iniziative legate a Musicultura 2019. Chi potrà non se lo perda.