Carlo Verdone, nei panni di Furio, non condividendo la scelta della povera Magda di usufruire dei servizi igienici di un Autogrill, le urla “tanti auguri e in bocca al vibrione”.
Forse per timore di essere paragonati al maniacale protagonista di Bianco, Rosso e Verdone, nessuno ha commentato l’annuncio urbi et orbi della moneta virtuale di Facebook.
Persino i complottisti, generalmente pronti ad allarmare il pianeta, sono rimasti silenti dinanzi ad un evento drammaticamente epocale. Le anticipazioni sulla criptovaluta, che è divertente immaginare sormontata da Zuckerberg come un tempo Giuseppe Verdi sulle “mille lire”, hanno solo innescato applausi soprattutto tra gli spettatori tradizionalmente (e orgogliosamente) digiuni di economia e finanza. L’intraprendente Mark ha messo a segno un altro importante risultato, l’insostituibile Mark ha regalato un’altra magica opportunità agli inquilini del proprio social network, l’incomparabile Mark ha saputo trovare la soluzione globale per chi abbia interesse a muovere denaro.
Dopo simili premesse è istintivo accodarsi alle frotte di cibernauti che – come in Jesus Christ Superstar, o banalmente nel Vangelo letto la domenica delle palme – osannano festanti il transito del Messia.
Quelli che non si lasciano trasportare dai facili entusiasmi si pongono – credo legittimamente – almeno due dubbi. Senza nascondersi dietro ad eufemistici giri di parole, le preoccupazioni riguardano la riservatezza dei dati personali e il riciclaggio.
Facebook ha dato prova (e dovrebbero essersene accorti tutti) di non avere molto a cuore la tutela della privacy di chi affolla le sue pagine e vi riversa contenuti che molto sovente non dovrebbero essere resi pubblici. L’esibizionismo degli iscritti al social network e la loro sostanziale infantile ingenuità di fronte a Internet palesano immaturità e inconsapevolezza inversamente proporzionali alla conoscenza dello strumento tecnologico impiegato. La debordante spontaneità degli utenti ha arricchito gli sterminati archivi elettronici in cui i signori di Menlo Park hanno orwellianamente raccolto ogni dettaglio della vita di chi si espone sulla ribalta virtuale.
La domanda “cosa stai pensando”, cui verrebbe istintivo replicare con un “cerca di farti i fatti tuoi”, ipnotizza chi è alla tastiera del computer o smanetta sullo smartphone. Dai più innocenti e spesso involontari “like” alle opinioni più esacerbate, convinzioni e intenzioni sono rese costantemente manifeste attraverso gli strumenti che Zuckerberg & C. mettono gratuitamente a disposizione dei milioni e miliardi di persone. Facebook, Instagram e WhatsApp si ripagano con le informazioni che gli utilizzatori non esitano a riversare, contribuendo a pennellare il proprio ritratto pittorico ogni giorno più definito e fotografico.
In prospettiva i soggetti radiografati in modo viscerale dal colosso dei social e della messaggistica istantanea confideranno il loro ultimo segreto: le disponibilità economiche e il relativo impiego delle somme finiranno nelle fauci dei famelici sistemi informatici che già sanno più del dovuto e del lecito.
Ad applaudire l’iniziativa di “Libra”, la moneta virtuale che si affaccerà sui mercati nel giro di un anno, ci sono state anche le stesse persone che sapevano dello scandalo Cambridge Analytica, che avevano sentito parlare dei numerosi procedimenti innescati dalle associazioni per i diritti civili dinanzi alla Federal Trade Commission (o a tante altre Autorità competenti), che erano a conoscenza delle imperturbabili violazioni compiute anche a loro danno con il mercimonio dei loro dati o con la pessima difesa implementata che hacker e altri malintenzionati hanno dribblato apparentemente senza eccessiva difficoltà.
Il coro dei “bravo! bravissimo!” non ha lasciato a nessuno né il tempo né la voce per domandarsi se è disponibile ad affidare i propri denari ad un personaggio che per anni ha gestito i dati altrui con estrema leggerezza e talvolta in modo colpevole.
In un universo come quello di Facebook dove milioni di iscritti si sono registrati con nomi di fantasia e senza un accertamento di identità, viene da chiedersi se non si corra il rischio di un incremento esponenziale del fenomeno del riciclaggio.
Mi permetto di consigliare la lettura di un mio vecchio scritto del 1999, apparso sulle pagine di Gnosis (il periodico dell’allora SISDE) e tuttora online sul sito web dei nostri Servizi Segreti. Nonostante i suoi vent’anni (un’era geologica considerata la celerità dei tempi moderni) mantiene una sorprendente attualità e consente di avvicinarsi ad una tematica spesso indigesta.
Il cosiddetto “cyberlaundering” è la linfa vitale di ogni attività criminale che si alimenta con il reimpiego di capitali di provenienza illecita. Se è vero che la “blockchain” (dinamica di funzionamento alla base delle cryptovalute) assicura il rigoroso tracciamento di ogni singolo step di una infinita catena di passaggi, mi chiedo a cosa serva se i soggetti “intestatari” dei vari trasferimenti di denaro non sono compiutamente identificati.
La certezza di sapere sempre e comunque “chi ha fatto cosa” rischia di sgretolarsi con la successiva scoperta che il tizio si chiama Topo Gigio. Saranno sicuramente implementate tutte le misure di sicurezza, ma – visti gli episodi che si sono susseguiti finora – credo sia lecito non fidarsi di chi ha fatto uno spietato business con i nostri dati.
Mark Carney, governatore della Bank of England, dice che i pagamenti effettuati con Libra potranno godere dei più elevati standard tecnologici e saranno oggetto di rigorosi controlli. Nell’assordante silenzio istituzionale, sarei curioso di conoscere l’opinione di chi – dalle nostre parti – ha il compito e il dovere di occuparsene.
Umberto Rapetto
Giornalista, scrittore e docente universitario
Tecnologia - 20 Giugno 2019
Libra, tutti applaudono Zuckerberg. Ma vogliamo parlare anche di privacy e riciclaggio?
Carlo Verdone, nei panni di Furio, non condividendo la scelta della povera Magda di usufruire dei servizi igienici di un Autogrill, le urla “tanti auguri e in bocca al vibrione”.
Forse per timore di essere paragonati al maniacale protagonista di Bianco, Rosso e Verdone, nessuno ha commentato l’annuncio urbi et orbi della moneta virtuale di Facebook.
Persino i complottisti, generalmente pronti ad allarmare il pianeta, sono rimasti silenti dinanzi ad un evento drammaticamente epocale. Le anticipazioni sulla criptovaluta, che è divertente immaginare sormontata da Zuckerberg come un tempo Giuseppe Verdi sulle “mille lire”, hanno solo innescato applausi soprattutto tra gli spettatori tradizionalmente (e orgogliosamente) digiuni di economia e finanza. L’intraprendente Mark ha messo a segno un altro importante risultato, l’insostituibile Mark ha regalato un’altra magica opportunità agli inquilini del proprio social network, l’incomparabile Mark ha saputo trovare la soluzione globale per chi abbia interesse a muovere denaro.
Dopo simili premesse è istintivo accodarsi alle frotte di cibernauti che – come in Jesus Christ Superstar, o banalmente nel Vangelo letto la domenica delle palme – osannano festanti il transito del Messia.
Quelli che non si lasciano trasportare dai facili entusiasmi si pongono – credo legittimamente – almeno due dubbi. Senza nascondersi dietro ad eufemistici giri di parole, le preoccupazioni riguardano la riservatezza dei dati personali e il riciclaggio.
Facebook ha dato prova (e dovrebbero essersene accorti tutti) di non avere molto a cuore la tutela della privacy di chi affolla le sue pagine e vi riversa contenuti che molto sovente non dovrebbero essere resi pubblici. L’esibizionismo degli iscritti al social network e la loro sostanziale infantile ingenuità di fronte a Internet palesano immaturità e inconsapevolezza inversamente proporzionali alla conoscenza dello strumento tecnologico impiegato. La debordante spontaneità degli utenti ha arricchito gli sterminati archivi elettronici in cui i signori di Menlo Park hanno orwellianamente raccolto ogni dettaglio della vita di chi si espone sulla ribalta virtuale.
La domanda “cosa stai pensando”, cui verrebbe istintivo replicare con un “cerca di farti i fatti tuoi”, ipnotizza chi è alla tastiera del computer o smanetta sullo smartphone. Dai più innocenti e spesso involontari “like” alle opinioni più esacerbate, convinzioni e intenzioni sono rese costantemente manifeste attraverso gli strumenti che Zuckerberg & C. mettono gratuitamente a disposizione dei milioni e miliardi di persone. Facebook, Instagram e WhatsApp si ripagano con le informazioni che gli utilizzatori non esitano a riversare, contribuendo a pennellare il proprio ritratto pittorico ogni giorno più definito e fotografico.
In prospettiva i soggetti radiografati in modo viscerale dal colosso dei social e della messaggistica istantanea confideranno il loro ultimo segreto: le disponibilità economiche e il relativo impiego delle somme finiranno nelle fauci dei famelici sistemi informatici che già sanno più del dovuto e del lecito.
Ad applaudire l’iniziativa di “Libra”, la moneta virtuale che si affaccerà sui mercati nel giro di un anno, ci sono state anche le stesse persone che sapevano dello scandalo Cambridge Analytica, che avevano sentito parlare dei numerosi procedimenti innescati dalle associazioni per i diritti civili dinanzi alla Federal Trade Commission (o a tante altre Autorità competenti), che erano a conoscenza delle imperturbabili violazioni compiute anche a loro danno con il mercimonio dei loro dati o con la pessima difesa implementata che hacker e altri malintenzionati hanno dribblato apparentemente senza eccessiva difficoltà.
Il coro dei “bravo! bravissimo!” non ha lasciato a nessuno né il tempo né la voce per domandarsi se è disponibile ad affidare i propri denari ad un personaggio che per anni ha gestito i dati altrui con estrema leggerezza e talvolta in modo colpevole.
In un universo come quello di Facebook dove milioni di iscritti si sono registrati con nomi di fantasia e senza un accertamento di identità, viene da chiedersi se non si corra il rischio di un incremento esponenziale del fenomeno del riciclaggio.
Mi permetto di consigliare la lettura di un mio vecchio scritto del 1999, apparso sulle pagine di Gnosis (il periodico dell’allora SISDE) e tuttora online sul sito web dei nostri Servizi Segreti. Nonostante i suoi vent’anni (un’era geologica considerata la celerità dei tempi moderni) mantiene una sorprendente attualità e consente di avvicinarsi ad una tematica spesso indigesta.
Il cosiddetto “cyberlaundering” è la linfa vitale di ogni attività criminale che si alimenta con il reimpiego di capitali di provenienza illecita. Se è vero che la “blockchain” (dinamica di funzionamento alla base delle cryptovalute) assicura il rigoroso tracciamento di ogni singolo step di una infinita catena di passaggi, mi chiedo a cosa serva se i soggetti “intestatari” dei vari trasferimenti di denaro non sono compiutamente identificati.
La certezza di sapere sempre e comunque “chi ha fatto cosa” rischia di sgretolarsi con la successiva scoperta che il tizio si chiama Topo Gigio. Saranno sicuramente implementate tutte le misure di sicurezza, ma – visti gli episodi che si sono susseguiti finora – credo sia lecito non fidarsi di chi ha fatto uno spietato business con i nostri dati.
Mark Carney, governatore della Bank of England, dice che i pagamenti effettuati con Libra potranno godere dei più elevati standard tecnologici e saranno oggetto di rigorosi controlli. Nell’assordante silenzio istituzionale, sarei curioso di conoscere l’opinione di chi – dalle nostre parti – ha il compito e il dovere di occuparsene.
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Offrendo soluzioni innovative nel campo della ricarica per veicoli elettrici e dei sistemi di accumulo di energia, Vestel Mobility presenterà le sue ultime tecnologie alla Fiera Key, che si svolgerà fino al 7 marzo a Rimini, in Italia, presso il Rimini Expo Centre. Alla fiera, a cui partecipa per la prima volta, l'azienda punta a rafforzare la propria posizione nel settore della mobilità europea esponendo per la prima volta alla fiera il nuovo catalogo dei suoi prodotti Dc. I veicoli elettrici e i sistemi energetici sostenibili, sottolinea Ender Yüksel, Direttore Generale di Vestel Mobility, "non sono solo tra i pilastri fondamentali di oggi, ma anche del futuro. Come Vestel Mobility, il nostro obiettivo è essere pionieri di questa trasformazione con le nostre tecnologie innovative. La Fiera Key è un punto di incontro strategico per l'ecosistema dell'energia e della mobilità in Europa, e parteciparvi per la prima volta rappresenta per noi un passo strategico".
In particolare, aggiunge, "il mercato italiano offre un grande potenziale grazie ai crescenti investimenti nelle soluzioni di mobilità sostenibile. Con le nostre ultime soluzioni di ricarica Dc e il nostro portafoglio prodotti ampliato che presenteremo in fiera, miriamo a rafforzare la nostra presenza in questo mercato e a introdurre le nostre innovazioni che plasmeranno il futuro del settore".
Vestel Mobility presenterà ai visitatori di Key 2025 - The Energy Transition Expo, uno degli eventi energetici più prestigiosi d'Europa, le più recenti soluzioni di ricarica Dc in corrente continua e i sistemi di accumulo di energia. Soluzioni innovative, in particolare nel campo delle tecnologie di ricarica per veicoli elettrici, saranno al centro dell'attenzione della fiera. L'ampio portafoglio prodotti di Vestel Mobility, composto da stazioni di ricarica Ac e Dc, offre soluzioni altamente efficienti e sostenibili, adatte alle diverse esigenze degli utenti. I prodotti che saranno esposti in fiera comprendono stazioni di ricarica in corrente alternata come Ac Qatro, Ac Vario, Ac Libra e Ac Rhea, nonché soluzioni di ricarica Dc in corrente continua ultraveloce da 400 kW che offrono prestazioni elevate. Queste innovative stazioni di ricarica Dc in corrente continua offrono agli utenti di veicoli elettrici un'esperienza di ricarica rapida, affidabile ed efficiente, fornendo al contempo un'infrastruttura sostenibile nelle aree commerciali e pubbliche.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Offrendo soluzioni innovative nel campo della ricarica per veicoli elettrici e dei sistemi di accumulo di energia, Vestel Mobility presenterà le sue ultime tecnologie alla Fiera Key, che si svolgerà fino al 7 marzo a Rimini, in Italia, presso il Rimini Expo Centre. Alla fiera, a cui partecipa per la prima volta, l'azienda punta a rafforzare la propria posizione nel settore della mobilità europea esponendo per la prima volta alla fiera il nuovo catalogo dei suoi prodotti Dc. I veicoli elettrici e i sistemi energetici sostenibili, sottolinea Ender Yüksel, Direttore Generale di Vestel Mobility, "non sono solo tra i pilastri fondamentali di oggi, ma anche del futuro. Come Vestel Mobility, il nostro obiettivo è essere pionieri di questa trasformazione con le nostre tecnologie innovative. La Fiera Key è un punto di incontro strategico per l'ecosistema dell'energia e della mobilità in Europa, e parteciparvi per la prima volta rappresenta per noi un passo strategico".
In particolare, aggiunge, "il mercato italiano offre un grande potenziale grazie ai crescenti investimenti nelle soluzioni di mobilità sostenibile. Con le nostre ultime soluzioni di ricarica Dc e il nostro portafoglio prodotti ampliato che presenteremo in fiera, miriamo a rafforzare la nostra presenza in questo mercato e a introdurre le nostre innovazioni che plasmeranno il futuro del settore".
Vestel Mobility presenterà ai visitatori di Key 2025 - The Energy Transition Expo, uno degli eventi energetici più prestigiosi d'Europa, le più recenti soluzioni di ricarica Dc in corrente continua e i sistemi di accumulo di energia. Soluzioni innovative, in particolare nel campo delle tecnologie di ricarica per veicoli elettrici, saranno al centro dell'attenzione della fiera. L'ampio portafoglio prodotti di Vestel Mobility, composto da stazioni di ricarica Ac e Dc, offre soluzioni altamente efficienti e sostenibili, adatte alle diverse esigenze degli utenti. I prodotti che saranno esposti in fiera comprendono stazioni di ricarica in corrente alternata come Ac Qatro, Ac Vario, Ac Libra e Ac Rhea, nonché soluzioni di ricarica Dc in corrente continua ultraveloce da 400 kW che offrono prestazioni elevate. Queste innovative stazioni di ricarica Dc in corrente continua offrono agli utenti di veicoli elettrici un'esperienza di ricarica rapida, affidabile ed efficiente, fornendo al contempo un'infrastruttura sostenibile nelle aree commerciali e pubbliche.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - "Pasquale Laurito ha seguito con passione e competenza la politica italiana per decenni, diventando un importante punto di riferimento per il giornalismo parlamentare. Con il suo lavoro e la sua dedizione ha raccontato la vita delle istituzioni con grandissima profondità. Le mie condoglianze e quelle del Senato della Repubblica ai suoi cari e a chi ha condiviso con lui questo lungo percorso". Lo scrive sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
Milano, 7 mar. (Adnkronos) - "La campagna 'Mettici la testa' è mirata principalmente ai cestini, che noi chiamiamo cestoni stradali. A Milano ce ne sono circa 13mila per le strade e 10mila nei parchi. La densità di questi cestini è di 1,7 per abitante, la più alta d’Europa, solo Amsterdam si avvicina. Come dimensionamento e posizionamento ci siamo, abbiamo aumentato la frequenza di svuotamento rispetto al contratto precedente fino ad arrivare a una media di 2,2 svuotamenti al giorno". Così Marcello Milani, amministratore delegato di Amsa, durante la presentazione della campagna 'Mettici la Testa', che ha preso il via a Milano con l’inaugurazione di un’installazione interattiva per portare cittadini, city users e turisti 'dentro' al fenomeno dell’utilizzo improprio dei cestini stradali.
In piazza XXV aprile un enorme contenitore alto circa 7 metri diventa uno spazio di riflessione in cui le persone possono letteralmente 'mettere la testa' e osservare il problema dei conferimenti errati: "L'obiettivo della campagna -prosegue Milani- è ricordare ai milanesi che i cestini vanno utilizzati per i rifiuti prodotti in mobilità durante il passeggio e non per quelli prodotti in abitazione o esercizi commerciali".
"L'utilizzo sbagliato -avverte- comporta il veloce riempimento dei cestini e una mancanza di decoro quando traboccano. Speriamo che chi ha sbagliato rifletta sull’errore e ci dia una mano. Il lavoro che facciamo viene bene se i milanesi ci danno una mano come già stanno facendo con la raccolta differenziata. Se continuano a darci una mano noi facciamo un buon lavoro e la città risulta più pulita con l’aiuto di tutti".
Milano, 7 mar. (Adnkronos) - "La campagna 'Mettici la testa' è mirata principalmente ai cestini, che noi chiamiamo cestoni stradali. A Milano ce ne sono circa 13mila per le strade e 10mila nei parchi. La densità di questi cestini è di 1,7 per abitante, la più alta d’Europa, solo Amsterdam si avvicina. Come dimensionamento e posizionamento ci siamo, abbiamo aumentato la frequenza di svuotamento rispetto al contratto precedente fino ad arrivare a una media di 2,2 svuotamenti al giorno". Così Marcello Milani, amministratore delegato di Amsa, durante la presentazione della campagna 'Mettici la Testa', che ha preso il via a Milano con l’inaugurazione di un’installazione interattiva per portare cittadini, city users e turisti 'dentro' al fenomeno dell’utilizzo improprio dei cestini stradali.
In piazza XXV aprile un enorme contenitore alto circa 7 metri diventa uno spazio di riflessione in cui le persone possono letteralmente 'mettere la testa' e osservare il problema dei conferimenti errati: "L'obiettivo della campagna -prosegue Milani- è ricordare ai milanesi che i cestini vanno utilizzati per i rifiuti prodotti in mobilità durante il passeggio e non per quelli prodotti in abitazione o esercizi commerciali".
"L'utilizzo sbagliato -avverte- comporta il veloce riempimento dei cestini e una mancanza di decoro quando traboccano. Speriamo che chi ha sbagliato rifletta sull’errore e ci dia una mano. Il lavoro che facciamo viene bene se i milanesi ci danno una mano come già stanno facendo con la raccolta differenziata. Se continuano a darci una mano noi facciamo un buon lavoro e la città risulta più pulita con l’aiuto di tutti".
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - "La chimica ha fatto la differenza nel nostro sistema Paese e soprattutto nella rivoluzione economica del nostro paese. La chimica ha fatto il boom economico, la chimica ci ha dato un premio Nobel, la chimica fa la differenza, la chimica è il futuro, la chimica è la qualità del nostro futuro, la chimica ha inquinato, la chimica renderà tutto più sostenibile. Grazie dunque ad Antonio Tajani per saper fare sistema, anzi, 'ecosistema', che significa mettere insieme tutte le forze per proporre un prodotto - abbiamo prodotti di assoluta innovatività - dalla ricerca, all'evoluzione applicata all'industria, alla distribuzione". Lo ha detto il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, intervenendo all'evento, a Villa Madama, 'Innovazione chimica come moltiplicatore di internalizzazione e competitività'.
Accanto a 'ecosistema', la Bernini cita l'importanza di un altro termine, quello di 'multidisciplinarietà': "Direi che la chimica - afferma - è uno dei luoghi della formazione multidisciplinare, dove maggiormente si manifesta l'esigenza di contaminazione culturale. Le università si sono sicuramente strutturate per dare alla chimica uno sfondo multidisciplinare. Ci sono 125 corsi di laurea nelle università italiane dedicate alla chimica, e non sono solo chimica e o scienze chimiche, ma chimica del materiale, chimica della manufacturing, perché la chimica è materiale, voi tutti lo sapete. Il materiale che ci interessa di più in assoluto in questo momento è un materiale in cui noi siamo fortissimi e inimitabili: è la materia grigia, che caratterizza la forza dei nostri ricercatori. C'è la chimica applicata all'industria e all'ambiente, la chimica dell'ambiente, la chimica della sostenibilità, la chimica dell'industria, dell'estetica e della cosmetica, la chimica forense, la chimica nei laboratori, la chimica dello sport, la chimica applicata all'intelligenza artificiale. Tutto questo per dire che la forza del nostro sistema formativo anche quello di avere profonde, strutturatissime radici nel nostro passato, che sono il presupposto del nostro futuro, hanno nella chimica la massima espressione".
Riguardo il mondo dell'università, la ministra sottolinea come adesso, a dispetto del passato, "l'interdisciplinarietà sia essenziale, anzi la' transdisciplinarietà, che deve essere verticale e orizzontale. Bisogna saper lavorare insieme: università, enti di ricerca, imprese, territori, terzo settore, associazionismo, professionisti. Questo è il senso delle infrastrutture di ricerca. Noi abbiamo investito 11 miliardi per creare infrastrutture di ricerca che facciano ancora 'ecosistema'. Cioè che lavorino tutti insieme. Un tempo si diceva che l'università era l'uomo della speculazione, l'impresa l'uomo dell'attuazione. Non è più così. Deve esistere un lavoro e un collegamento immediato tra chi si fa le domande, chi dà le risposte e chi rende queste risposte concrete. E naturalmente oggetto di una distribuzione il più possibile internazionalizzante. Io credo che la parola 'internazionalizzazione' sia molto importante oggi. Proprio perché nessuno può prescindere da una dimensione internazionale. Che non significa destrutturare la natura delle nostre piccole e medie imprese".
"Bisogna dare alle nostre piccole e medie imprese una cifra scientifica di ricerca - conclude la Bernini - perché è importantissimo il collegamento con gli enti di ricerca e soprattutto una struttura Paese che li sappia sopportare. Questo è, secondo me, il luogo giusto per esprimere le proprie potenzialità e soprattutto per consentire quell'interoperabilità, non solamente del capitale tecnologico, ma anche soprattutto del capitale umano, cioè far andare e tornare ricercatori, perché i cervelli non si fermano con le barriere, si fanno tornare con le infrastrutture di ricerca".
Milano, 7 mar. (Adnkronos) - "Quanto sta accadendo oggi ha dell'incredibile! L'unico assessore che ha avuto il coraggio di criticare l'operato della sinistra al governo della città viene fatto fuori dai responsabili della disfatta urbanistica meneghina, il sindaco Sala con la sua amministrazione comunale, che si guardano bene dal presentare le dovute dimissioni". Lo afferma Samuele Piscina, Consigliere comunale di Milano e segretario provinciale della Lega, in merito alle dimissioni di Guido Bardelli, assessore milanese alla Casa. Dimissioni che arrivano dopo il terremoto giudiziario sull'urbanistica.
"Le responsabilità della sinistra comunale, che per più di un decennio ha dettato le regole sull'urbanistica, sono evidenti ormai a tutti e ricadono sulle famiglie che hanno acquistato casa, sui lavoratori e su tutti i milanesi a causa del prezzo delle case in città che schizzerà sempre più alle stelle. Fare di Bardelli, in Giunta da pochi mesi, un capro espiatorio solo perché ha osato criticare l'imperatore Beppe, non risolverà la situazione" aggiunge in una nota.
"A gran voce la Lega continua a chiedere all'amministrazione comunale di fare in passo indietro nell'interesse dei milanesi. Il sistema Milano, inteso come apparato amministrativo di gestione evidentemente incompetente della questione urbanistica, è evidente che non abbia retto e presenti troppi buchi grigi, per nulla trasparenti. Serve cambiamento e a prescindere un commissariamento dell'amministrazione sulla materia urbanistica", conclude Piscina.