Ho letto un interessante articolo sul Corsera di Michela Nicolussi Moro che riprende un dossier dell’Istituto Superiore di Sanità. Negli ultimi dieci anni le infezioni ospedaliere nel Veneto sono aumentate enormemente colpendo 7 pazienti su 100, di cui la maggior parte dovute a germi resistenti agli antibiotici derivante dall’abuso degli stessi. Non solo. Nel dossier viene stabilito che spesso il personale medico non si lava le mani fra un degente e l’altro. Se tutti lo facessero, sempre e accuratamente, i contagi diminuirebbero del 30%!
Credo che l’Istituto Superiore di Sanità dimentichi gli insegnamenti di un giovane medico, Ignac Semmelweis, mentre dovrebbe prendere, unitamente al ministero della Salute, provvedimenti incisivi contro chi non applica regole conosciute e sperimentate. A tal proposito sono molto curioso di sapere se alla Mangiagalli di Milano pagano ancora 200mila euro in più all’anno agli infermieri perché si lavino le mani!
Era il 2012 quando denunciavo questa assurdità. Paghiamo gli infermieri di più per l’importante lavoro che svolgono, non certo per lavarsi le mani! Scrissi allora a Simona Ravizza, autrice dell’articolo – anche allora su Corsera – come mi sembrava strano pubblicizzare il lavoro scientifico che dichiarava che, lavandosi le mani (pagati!) le infezioni si erano ridotte. La domanda che mi venne spontanea era: ma hanno spiegato ai genitori dei piccoli nati che negli anni precedenti ci sono state maggiori infezioni solo perché gli infermieri non si lavavano le mani perché non avevano questo bonus? Naturalmente non ottenni risposta.
Istituto Superiore della Sanità, ministero della Salute: a distanza di sette anni è ancora così? Quanti sprechi si potrebbero correggere in poco tempo, cara Giulia Grillo.