In questi giorni i commenti sessisti che si spendono contro le calciatrici italiane che hanno appena ottenuto il primo posto nel girone e lottano per entrare in finale ai mondiali sono veramente troppi. Sono magnifiche atlete disposte a sfidare stereotipi e luoghi comuni. Guadagnano niente in confronto ai calciatori uomini e hanno ottenuto tanta visibilità grazie alla loro bravura. Ma il maschilista di turno non ci sta e si sente minacciato: perciò lamenta il fatto che queste donne siano sfuggite al ruolo di oggetto sessuale. Se non sei un oggetto ti denigrano, perciò vediamo chi fa le graduatorie di chi ha il più bel culo; e la cosa offende anche molti uomini che godono delle partite giocate dalle donne come godrebbero di quelle giocate da uomini.

I tre commenti più recenti sono a firma di un tizio che fa spesso sfoggio di sessismo un tanto al chilo, di un editorialista evidentemente fermo all’Ottocento e di un ex consigliere comunale (M5S) di Reggio Emilia, il quale indica un culo dove la gente che ragiona bene vede un’atleta.

Il primo commento che vedete è di Camillo Langone, che cita teorie del Vecchio Testamento e mette in piazza la sua cultura ferma al tempo dell’Inquisizione cattolica. Dice che c’entra il diavolo e che riconosce le donne dalla loro “delicata femminilità”, giudicando “aggressive, forti e ambiziose” quelle che sfuggono al controllo maschile. Dunque fare sport sarebbe cosa demoniaca e sogna la donna anni 50 tutta protesa a confortare femminilmente il marito tornato dalla guerra. Che le donne siano indicate come lottatrici, eroine, lo disturba. Io vorrei tanto sapere chi è il suo pusher.

Il secondo commento è di un Massimo Fini sempre in guerra con le donne. Su Il Giornale si discute se il calcio sia uno sport da donne. La risposta del “no” è sconvolgente, e tra le altre cose consiglia alle donne uno sport più gentile come la pallavolo (da qui si capisce che il tipo non conosce affatto quello sport che di “gentile” ha ben poco). Sconvolgente anche perché ripropone lo stereotipo del maschio violento più adatto allo scontro fisico e alla guerra, e quello della femmina gentile e addetta alla cura. Sessismo alla massima potenza.

L’ultimo commento è dell’ex consigliere di cui sopra, che ammicca al maschilista di turno e insulta le calciatrici tornando alla visione del culo. Gli indichi la luna e lui vede il dito, evidentemente. A tal proposito la Vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni, su Facebook, ha così commentato: “Un ex portavoce comunale M5S che fa battute pessime e di un sessismo squallido non merita neanche troppe righe. I piccoli uomini si rivelano in queste cose. Sto procedendo alla segnalazione nei confronti di Cristian Panarari. Per me è fuori dal Movimento 5 Stelle”.

Martedì sera io e il mio compagno guardavamo la partita ItaliaBrasile e lui non riusciva a capire il perché di tanto astio nei confronti di queste bravissime giocatrici. Alla fine ha concluso che l’unica nota positiva è il fatto che probabilmente, nel caso in cui l’Italia vinca i mondiali, non ci sarà tutto quello strombazzare di clacson e atteggiamenti testosteronici per le strade della città.

La questione è semplice: c’è chi pensa che le atlete abbiano invaso un contesto maschile e che i maschi siano gli unici a poter praticare questo sport. Ma basta che le giocatrici mostrino la loro forza, il loro coraggio, e crolla tutto il castello di chi costruisce potere su una bugia.

Io auguro alle giocatrici di vincere, faccio il tifo per loro e spero che mantengano la stessa visibilità e che ottengano la meritata posizione che gli spetta nel contesto sportivo italiano. Quando ci abitueremo a vedere, ad esempio, partite di serie A di squadre al femminile?

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