In Piazza dell’Unità d’Italia, a Trieste, non si vede più lo striscione con la scritta “Verità per Giulio Regeni“. Il manifesto giallo di Amnesty International è stato tolto oggi dal Palazzo della Regione, dove era esposto dal 2016, per lasciare il posto agli addobbi del campionato calcistico europeo Under 21. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, il leghista Massimiliamo Fedriga, ha affermato che lo striscione non verrà più esposto, né a Trieste né in altre sedi della Regione: “Malgrado non condivida la politica degli striscioni e dei braccialetti – ha dichiarato – non ho fatto rimuovere lo striscione per più di un anno per non portare nell’agone politico la morte di un ragazzo. Evidentemente questa sensibilità non appartiene a tutti e ad ogni occasione non si perde tempo per alimentare polemiche“.
Fedriga, commentando le critiche arrivate a seguito della rimozione, ha poi affermato: “Oggi arriva l’ennesima pretestuosa provocazione, in conseguenza della nostra decisione di addobbare il palazzo per gli europei under 21. Evidentemente la mia attenzione per non urtare le sensibilità non ha pagato, e ci si sente pertanto legittimati a imporre con atteggiamenti prevaricatori cosa deve o non deve fare la Regione”.
Tra le prime critiche arrivate quelle della deputata Pd Debora Serracchiani, che nel 2016, quando era a capo della Regione, aveva esposto personalmente lo striscione: “Spero che Fedriga darà disposizione affinché lo striscione per Regeni sia riappeso – aveva affermato prima che arrivasse la dichiarazione del governatore – e non segua l’esempio del sindaco di Trieste che ha voluto toglierlo con le sue mani. Proprio in queste ore l’atteggiamento del governo egiziano dovrebbe convincere a essere il più espliciti e uniti nell’affermare le richieste dell’Italia. Segnali in senso opposto sono preoccupanti, anche rispetto alla compattezza del governo verso l’Egitto, considerando il ruolo politico di Fedriga”.
Lo striscione era già stato oggetto di polemiche politiche in Friuli Venezia Giulia, a partire proprio dal caso del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza che, dopo la sua elezione nelle fila del centrodestra, aveva fatto rimuovere lo striscione dal palazzo comunale dove lo aveva esposto la giunta precedente, di centrosinistra. E, spostandosi in un’altra Regione, è di pochi giorni fa il caso di Ferrara, dove i militanti della Lega, per festeggiare la vittoria storica di Alan Fabbri, eletto sindaco nella città estense dopo 70 anni di amministrazione di centrosinistra, avevano coperto lo striscione in memoria del ricercatore italiano ucciso in Egitto con una bandiera del partito.