Attualità

Caro Matteo Salvini, ecco perché non dirò una parola sulla sua foto in mutande

Mi limiterò a dire, semplicemente, che il buon gusto non ha fatto una bella fine

Divertissement di Selene Pelpo

No, caro Ministro. Non mi avrà. Non mi farò trascinare nell’insidiosa trappola del “body shaming”. Non dirò che quegli slip sono visibilmente di due taglie in meno e che la sua pancia è “sprupurziunata” (cit.).

E non lo farò, caro Matteo Salvini, perché combattiamo ogni giorno contro offese e insulti che gratuitamente colpiscono donne che mostrano orgogliosamente il proprio corpo, con o senza imperfezioni. Quindi me ne starò zitta e anzi, ammirerò il suo piglio nel mostrarsi così, quasi ignudo sul balcone di casa sua mentre innaffia le piantine (non “quelle piantine”, sia mai) e bacia la sua fidanzata (che invece indossa una felpa). Le se ne frega della pancia piatta, della tartaruga, della prova costume e guardi, se posso permettermi, fa bene. Anzi, è proprio con foto come questa che lei incarna lo stereotipo del maschio italico.

Non è quindi la forma fisica a lasciarmi perplessa ma l’estetica della foto. Perché una differenza tra lei e tutti quelli che decidono di starsene tranquilli, sul balcone di casa loro, ad innaffiare le piante in mutande, con estrema serenità, c’è. Lei è ministro dell’Interno e vicepremier. Ricopre, insomma, un ruolo istituzionale. Certo, non si trovava al Parlamento Europeo. Ma lei ce lo vede (prendo uno a caso), Obama in mutande che fa la stessa cosa? O Pedro Sanchez? O Giuseppe Conte (che tuttavia, come abbiamo visto proprio ieri, non disdegnerebbe una chiacchiera con lei, proprio così ‘mutandato’ sul balcone)? Io non molto. E sinceramente, provo un certo piacere nell’osservare il loro senso estetico.

A questo punto punto, lei potrebbe obiettare che “a casa propria uno fa come vuole”, che il suo è “senso estetico popolare“, come quando fotografò quel piatto di spaghetti conditi con ragù Star, il piatto unto e dei tocchetti di uno strano formaggio trasparente. Insomma, “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”, “omo de panza omo de sostanza”, “tanto va la gatta al lardo…”, no mi scusi, questo terzo modo di dire non c’entrava. Eppure, io resto dell’idea che un uomo delle istituzioni dovrebbe sfoggiare buon gusto. Come dice, secondo lei quella mise è perfetta per un ministro e la foto, pur rubata, sembra uscita da un servizio di Vogue? Houston, stavolta davvero. Abbiamo l’ennesimo problema (e la goccia che rischia di far traboccare il vaso può essere pure più piccola delle altre, ha solo scelto il momento sbagliato). Il buon gusto è morto.

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