Ospitava tramite il sito di Couchsurfing ragazze provenienti da tutto il mondo, si offriva di portarle in giro per tour turistici e poi, dopo averle narcotizzate, le violentava. E’ stato condannato a 12 anni e 8 mesi Dino Maglio, l’ex carabiniere che tra il 2012 e il 2014 ha violentato quattro ragazze e ne ha drogate altre dieci. La sentenza è stata emessa dal Tribunale collegiale di Padova presieduto dal giudice Claudio Marassi. Il pm Giorgio Falcone aveva chiesto 14 anni. Durante l’udienza del 14 giugno, Maglio è stato scoperto mentre fotografava due delle vittime presenti in tribunale e uno dei carabinieri lo ha costretto a cancellare gli scatti.

Maglio ha già trascorso 5 anni di carcere sempre per violenza sessuale. Le vittime, come ricostruito da il Mattino di Padova, avevano tra i 23 e i 28 anni e provengono da Polonia, Canada, Portogallo, Repubblica Ceca, Usa e Hong Kong, Stati Uniti. I primi a raccontare il caso erano stati i giornalisti della piattaforma Irpi (Investigative Reporting Project Italy) che hanno rintracciato le ragazze e le hanno messe in contatto. La sua storia è stata raccontata dai principali quotidiani stranieri e negli anni scorsi si sono mobilitati anche gli attivisti di Anonymous che hanno diffuso i suoi diversi identikit usati in rete per “mettere in guardia altre vittime”.

L’ex militare è originario della Puglia, ma era in servizio nel Padovano e più precisamente presso la stazione dei carabinieri di Teolo. E’ stato sospeso, come scrive il Corriere salentino, dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta. Il primo caso risale a marzo 2014 quando, una 17enne australiana in vacanza con la madre (entrambe ospiti di Maglio) lo accusò di essere stata violentata dopo aver bevuto limoncello mescolato a un ansiolitico. La ragazza fu trovata nel letto dell’ex carabiniere la mattina successiva in stato confusionale. Per questo episodio era stato condannato a sei anni e sei mesi, poi ridotti in appello a cinque anni.

A dicembre 2018, Maglio è stato anche condannato per detenzione di materiale pedopornografico ed evasione. Tutto era partito perché, mentre l’ex carabiniere stava scontando i domiciliari, aveva postato su Facebook una foto di lui al mare. I militari, arrivati a casa sua per il controllo, hanno sequestrato il pc e hanno trovato circa 200 foto di minori.

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