La guerra di nervi la vince Sassari che torna sopra gli 80 punti, batte Venezia e porta la serie scudetto dei playoff di basket a gara-7. La finalissima nel catino bollente del Taliercio è il giusto epilogo di una sfida che è rimasta sporca ed equilibrata fin dalla prima palla a due. I sardi ci arrivano trascinati dalla sceneggiata di Pozzecco nel post di gara-5: studiata o meno, ha avuto l’effetto di ridare energia e cattiveria a una squadra che era con le spalle al muro. Venezia invece è più consapevole: sa qual è la sua pallacanestro, tra virtù e limiti, ed è arrivata in finale vincendo la sfida da dentro o fuori sia nei quarti che in semi contro Cremona. Un aspetto da non sottovalutare.

In un PalaSerradimigni ancora sold out, per la prima volta dall’inizio della serie Sassari è riuscita a ribaltare completamente l’inerzia della partita: l’87 a 77 finale è tutto frutto di un netto 53 a 36 nel secondo tempo, dopo che nei primi due quarti Venezia aveva messo in atto il solito e diabolico tentativo di indirizzare il match, prenderne le redini e costruire sulla difesa un parziale da far pesare fino alla sirena.

Questa volta invece è andata diversamente. L’atteggiamento messo sul parquet da Sassari è tutto figlio dei “vaffa”, dei “non piango”, insomma della conferenza stampa di Pozzecco dopo la sconfitta al Taliercio. I sardi sono aggressivi, esasperano i contatti, forzano i blocchi e mostrano anche tanto nervosismo. Di fronte alla partenza quadrata della Reyer, per tenerli a galla ci vuole un Thomas da 13 punti nel primo quarto, chiuso comunque sotto di 6. Nella seconda frazione Venezia pare riuscire ad addormentare la gara, portarla sui suoi ritmi e cominciare a dominarla. Poi Pozzecco ci riprova, prendendosi un tecnico che di colpo riaccende la sua squadra e la riporta a meno due. Un fuoco di paglia perché Venezia va all’intervallo ancora in controllo e davanti 40 a 34, trascinata da Bramos e Watt (che chiuderanno con 15 e 17 punti).

Più che le sfuriate del tecnico, a rianimare sardi sono i punti di Smith e McGee, quelli che mancavano disperatamente a Sassari. Il loro inizio di terzo quarto è il preambolo di una frazione in cui Sassari torna quella macchina offensiva che aveva travolto Milano: segna 29 punti e si porta sul +6. A quel punto sì che la carica di Pozzecco si trasforma in energia positiva. Spissu trova 11 punti sono nell’ultimo quarto, McGee fa giocate da fenomeno e firma la cartolina di gara-6 – ma forse dell’intera stagione – con una schiacciata in testa a Watt appendendosi al ferro dopo aver lasciato sul posto De Nicolao con una serie di finte. Si unisce alla festa pure Carter, mentre Cooley domina nel pitturato chiudendo con 26 punti e 11 rimbalzi.

Quando Sassari gioca così è dominante in tutti i fondamentali e con tutti i suoi uomini (all’appello, come in tutta la serie, è mancato solo Pierre). Resta da capire se nella grande reazione di gara-6 abbia messo in campo le ultime energie che aveva, giocandosi il tutto per tutto, oppure se abbia la forza per ripetere questa prestazione anche in gara-7. Venezia può ripartire dai primi due quarti giocati come sa, da un Daye che si è preso un match di pausa, dal vantaggio di giocare tra le mura amiche. “Al fresco”, ha ironizzato De Raffaele. Dovrà però aspettarsi di tutto da Sassari, folle e incoerente come il suo allenatore. Quel Pozzecco che, a proposito, dopo l’ultima gara della stagione sull’isola ha pianto. Eccome se ha pianto.

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