Virginia Mihai, moglie dell'allevatore di Velo d’Astico, Valerio Sperotto, era scomparsa ormai 20 anni fa. L'uomo era stato accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, ma la sua posizione era stata archiviata per mancanza di prove. Anche la prima moglie di Sperotto era scomparsa nel 1988
Un’unghia di un alluce trovata in una porcilaia potrebbe risolvere un caso risalente a vent’anni fa. Il caso è quello di Virginia Mihai, la seconda moglie dell’allevatore di maiali di Velo d’Astico (in provincia di Vicenza), Valerio Sperotto, scomparsa nell’aprile del 1999. Appartiene a lei l’unghia trovata due anni fa nel terreno: a confermarlo è l’esito della consulenza sulle tracce del Dna compiuta dai Ris e resa pubblica oggi. Il ritrovamento potrebbe fare luce anche sulla scomparsa della prima moglie dell’uomo, Elena Zecchinato, di cui si sono perse le tracce nel 1988. In entrambi i casi, Sperotto era stato accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, ma non c’erano prove concrete a suo carico e la sua posizione era sempre stata archiviata.
La svolta è arrivata nel 2017 quando gli archeologici forensi, nel corso degli scavi all’interno di un’area dove l’uomo allevava i maiali, hanno trovato l’unghia. Il pm Hans Roderich Blattner, a seguito del ritrovamento, aveva riaperto il fascicolo del caso. Il reperto proverebbe che il corpo della donna è stato fatto sparire nella porcilaia, presumibilmente da Sperotto, da cui la vittima si stava separando.
Le ricerche erano partite dalla segnalazione del costruttore Bortolo Miotti, che aveva raccontato di aver visto, durante uno scavo nel terreno dell’allevatore, uno scheletro, un teschio e delle ossa lunghe. Delle ossa, però, non è stata trovata traccia e l’imprenditore era finito nel registro degli indagati con l’accusa di simulazione di reato. Le nuove prove faranno partire a luglio delle ricerche più approfondite sulle tubature e sulle vasche della porcilaia abbandonata, dove i Carabinieri sono tornati nelle ultime ore per un sopralluogo.
Sperotto, che aveva velocemente venduto i maiali, aveva sempre affermato che le scomparse fossero una congiura contro di lui e aveva incolpato le due donne di essere fuggite per incastrarlo. La macchina di Virginia Mihai venne trovata qualche giorno dopo a Vicenza: secondo gli investigatori, l’allevatore avrebbe avuto un complice che avrebbe materialmente spostato l’auto della seconda moglie a Vicenza per depistare gli accertamenti.