Esiste una dimensione in cui Washington e Mosca sono già apertamente in conflitto, l’una contro l’altra, ed è quella della rete. Un articolo del New York Times uscito pochi giorni fa evidenzia come gli Stati Uniti abbiano cercato di intromettersi nei sistemi di controllo delle reti elettriche russe ed eventualmente sfruttarne le debolezze per generare diffusi blackout. Una silenziosa ma pericolosa escalation che può avere effetti devastanti sulle infrastrutture che subiscono attacchi cibernetici e quindi impattare la vita di milioni di cittadini.
Mentre il giornale americano cita fonti anonime di personale che ha fatto parte dell’amministrazione Trump e che avrebbe dimestichezza con questo tipo di azioni, il Presidente si è subito premurato di bollare il Nyt come promotore di un “atto virtuale di tradimento”. Nel tweet successivo, invece, un’altra bordata ai media a lui invisi, cogliendo l’occasione per negare la veridicità degli attacchi.
Eppure, poche ore dopo, è stato lo stesso consigliere alla sicurezza nazionale, John Bolton, a dichiarare che gli Stati Uniti hanno intrapreso una nuova strada, scegliendo una vasta gamma di potenziali obiettivi digitali nel tentativo di “dire alla Russia, o chiunque altro sia impegnato in operazioni contro di noi: ‘Vi costerà caro’”.
Dell’utilizzo di mezzi informatici nella sempreverde disfida fra Mosca e Washington se ne parla diffusamente nei media dal 2016, in particolare dopo le iniziative, attribuite dalla Cia ad hacker russi, che sarebbero riuscite a scardinare le protezioni a difesa dei sistemi informatici del Comitato Nazionale dei Democratici per rubarne email e diffonderne poi il contenuto. Eppure le schermaglie virtuali sono pane quotidiano fra i due paesi, almeno sin dal 2008, quando furono rubati alcuni documenti secretati del Pentagono.
Questa azione portò alla fondazione di quello che oggi è il Cyber Command, con sede a Fort George G. Meade, nello stato del Maryland. Un’unità pensata inizialmente per scopi difensivi e che nel 2017, sotto la presidenza Trump, diviene un Comando Combattente Unificato e parificato ad altri organismi dell’esercito come l’UsStratCom, responsabile della deterrenza strategica e delle forze missilistiche. Una mossa che ha reso il Comando assai più indipendente. Dal 2018 poi, grazie alla firma di un memorandum presidenziale da parte dello stesso Trump, atti di carattere offensivo sono consentiti contro avversari stranieri.
John Sipher, un ex capo delle operazioni Cia in Russia, si dice convinto che l’establishment americano addetto alla sicurezza nazionale sia interessato a tagliare fuori il Presidente dai gangli decisionali più importanti e che attacchi come quelli imbastiti contro la Federazione Russa sarebbero tenuti a lui segreti. La sfuriata contro il New York Times sarebbe dunque l’ennesima prova dei crescenti dissidi all’interno dei vertici dell’amministrazione.
Dal canto loro le agenzie russe hanno riportato la notizia che diverse operazioni americane, in grado di prendere controllo di infrastrutture critiche della Federazione, sarebbero state ultimamente sventate. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando l’articolo del New York Times, ha sottolineato come la possibilità di un attacco contro la Federazione Russa sia confermata proprio dallo stesso pezzo giornalistico e che diverse componenti strategiche dell’economia russa sono già state vittime di offensive virtuali.
A detta dello stesso Vladimir Putin, la Russia ha visto crescere gli attacchi cibernetici dai 12.000 del 2017 ai circa 17.000 del 2018. Anche per questo la Russia sarebbe intenzionata a formulare regole di condotta più chiare con la controparte americana. Una proposta che però non avrebbe ricevuto risposte e sarebbe dunque caduta nel vuoto.
Visto il clima di incertezza, gli ultimi anni hanno visto un incremento esponenziale delle iniziative internazionali per la protezione delle infrastrutture critiche. L’Unione europea ha iniziato questo percorso nel 2004, su iniziativa del Consiglio europeo, soprattutto con l’intento di contrastare gruppi terroristici interessati a minare la funzionalità di infrastrutture critiche. Dal 2006 ogni paese membro è stato poi invitato ad assicurare la protezione di infrastrutture nazionali, grazie anche al supporto della Commissione.
Le Nazioni Unite e la Commissione sul Contro-Terrorismo del Consiglio di Sicurezza hanno diffuso nel 2018 un “Compendio di buone pratiche” per la protezione di infrastrutture critiche contro atti terroristici. Secondo il documento, nel futuro nuovi gruppi terroristici saranno molto più famigliari con l’ambiente virtuale e in grado di sferrare attacchi con forti ricadute sulla popolazione.
Un blackout elettrico, generalizzato e sostenuto da continui e ripetuti interventi di hacker sui sistemi di ripristino, ha già dimostrato di poter lasciare intere regioni senza riscaldamento e illuminazione per ore, come accaduto in Ucraina nel dicembre del 2015. Svariate intromissioni virtuali nei sistemi di controllo e compagnie che gestiscono infrastrutture energetiche, fra cui anche alcune centrali nucleari, sono invece state assiduamente riportate nel corso degli anni.
Twitter: @Frank_Stones
Mondo
Usa e Russia, la vera guerra è cibernetica. Nyt: “Washington voleva colpire Mosca con dei blackout”. Trump: “Bugiardi”
Il Presidente ha definito l'articolo del quotidiano come un “atto virtuale di tradimento”. Ma John Bolton ha detto che gli Stati Uniti hanno intrapreso una nuova strada, scegliendo una vasta gamma di potenziali obiettivi digitali nel tentativo di “dire alla Russia 'vi costerà caro'"
Esiste una dimensione in cui Washington e Mosca sono già apertamente in conflitto, l’una contro l’altra, ed è quella della rete. Un articolo del New York Times uscito pochi giorni fa evidenzia come gli Stati Uniti abbiano cercato di intromettersi nei sistemi di controllo delle reti elettriche russe ed eventualmente sfruttarne le debolezze per generare diffusi blackout. Una silenziosa ma pericolosa escalation che può avere effetti devastanti sulle infrastrutture che subiscono attacchi cibernetici e quindi impattare la vita di milioni di cittadini.
Mentre il giornale americano cita fonti anonime di personale che ha fatto parte dell’amministrazione Trump e che avrebbe dimestichezza con questo tipo di azioni, il Presidente si è subito premurato di bollare il Nyt come promotore di un “atto virtuale di tradimento”. Nel tweet successivo, invece, un’altra bordata ai media a lui invisi, cogliendo l’occasione per negare la veridicità degli attacchi.
Eppure, poche ore dopo, è stato lo stesso consigliere alla sicurezza nazionale, John Bolton, a dichiarare che gli Stati Uniti hanno intrapreso una nuova strada, scegliendo una vasta gamma di potenziali obiettivi digitali nel tentativo di “dire alla Russia, o chiunque altro sia impegnato in operazioni contro di noi: ‘Vi costerà caro’”.
Dell’utilizzo di mezzi informatici nella sempreverde disfida fra Mosca e Washington se ne parla diffusamente nei media dal 2016, in particolare dopo le iniziative, attribuite dalla Cia ad hacker russi, che sarebbero riuscite a scardinare le protezioni a difesa dei sistemi informatici del Comitato Nazionale dei Democratici per rubarne email e diffonderne poi il contenuto. Eppure le schermaglie virtuali sono pane quotidiano fra i due paesi, almeno sin dal 2008, quando furono rubati alcuni documenti secretati del Pentagono.
Questa azione portò alla fondazione di quello che oggi è il Cyber Command, con sede a Fort George G. Meade, nello stato del Maryland. Un’unità pensata inizialmente per scopi difensivi e che nel 2017, sotto la presidenza Trump, diviene un Comando Combattente Unificato e parificato ad altri organismi dell’esercito come l’UsStratCom, responsabile della deterrenza strategica e delle forze missilistiche. Una mossa che ha reso il Comando assai più indipendente. Dal 2018 poi, grazie alla firma di un memorandum presidenziale da parte dello stesso Trump, atti di carattere offensivo sono consentiti contro avversari stranieri.
John Sipher, un ex capo delle operazioni Cia in Russia, si dice convinto che l’establishment americano addetto alla sicurezza nazionale sia interessato a tagliare fuori il Presidente dai gangli decisionali più importanti e che attacchi come quelli imbastiti contro la Federazione Russa sarebbero tenuti a lui segreti. La sfuriata contro il New York Times sarebbe dunque l’ennesima prova dei crescenti dissidi all’interno dei vertici dell’amministrazione.
Dal canto loro le agenzie russe hanno riportato la notizia che diverse operazioni americane, in grado di prendere controllo di infrastrutture critiche della Federazione, sarebbero state ultimamente sventate. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando l’articolo del New York Times, ha sottolineato come la possibilità di un attacco contro la Federazione Russa sia confermata proprio dallo stesso pezzo giornalistico e che diverse componenti strategiche dell’economia russa sono già state vittime di offensive virtuali.
A detta dello stesso Vladimir Putin, la Russia ha visto crescere gli attacchi cibernetici dai 12.000 del 2017 ai circa 17.000 del 2018. Anche per questo la Russia sarebbe intenzionata a formulare regole di condotta più chiare con la controparte americana. Una proposta che però non avrebbe ricevuto risposte e sarebbe dunque caduta nel vuoto.
Visto il clima di incertezza, gli ultimi anni hanno visto un incremento esponenziale delle iniziative internazionali per la protezione delle infrastrutture critiche. L’Unione europea ha iniziato questo percorso nel 2004, su iniziativa del Consiglio europeo, soprattutto con l’intento di contrastare gruppi terroristici interessati a minare la funzionalità di infrastrutture critiche. Dal 2006 ogni paese membro è stato poi invitato ad assicurare la protezione di infrastrutture nazionali, grazie anche al supporto della Commissione.
Le Nazioni Unite e la Commissione sul Contro-Terrorismo del Consiglio di Sicurezza hanno diffuso nel 2018 un “Compendio di buone pratiche” per la protezione di infrastrutture critiche contro atti terroristici. Secondo il documento, nel futuro nuovi gruppi terroristici saranno molto più famigliari con l’ambiente virtuale e in grado di sferrare attacchi con forti ricadute sulla popolazione.
Un blackout elettrico, generalizzato e sostenuto da continui e ripetuti interventi di hacker sui sistemi di ripristino, ha già dimostrato di poter lasciare intere regioni senza riscaldamento e illuminazione per ore, come accaduto in Ucraina nel dicembre del 2015. Svariate intromissioni virtuali nei sistemi di controllo e compagnie che gestiscono infrastrutture energetiche, fra cui anche alcune centrali nucleari, sono invece state assiduamente riportate nel corso degli anni.
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Iran, gli Usa sferrano un cyber attacco contro Teheran: “Disabilitati i sistemi informatici di controllo dei lanciamissili”
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, l’Italia rappresenta un ponte energetico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente''. Terna, presentando il piano di sviluppo 2025, conferma gli interventi di interconnessione con l’estero, al fine di ''garantire sicurezza, sostenibilità ed efficienza, tramite la possibilità di mutuo soccorso tra sistemi interconnessi. In aggiunta, queste infrastrutture costituiscono un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo, a fronte della variabilità della produzione rinnovabile''.
Tra i principali progetti pianificati Terna segnala 'Sa.Co.I.3', il progetto di ammodernamento e potenziamento dell’attuale interconnessione tra Sardegna, Corsica e Toscana, il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia 'Elmed', il raddoppio interconnessione Italia-Grecia, che ''consentirà la gestione in sicurezza dell’intera Zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni''.
Inoltre, nel piano di sviluppo 2025 sono presenti ulteriori progetti di interconnessione, noti come 'Merchant lines', a cura di altri promotori e/o non titolari di concessioni di trasporto. Il numero di tali iniziative ha subito un’accelerazione negli ultimi anni. Risultano in fase di avvio consultazione 11 richieste per oltre 12 Gw di capacità. Terna segnala che la gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, permette di ''avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 Gw di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 Gw di solare, 110 Gw di eolico on-shore e 86 Gw di eolico off-shore) e 277 Gw per sistemi di accumulo. Questi numeri, che ''superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal documento di descrizione degli scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo'', secondo la società.
In aggiunta, nell’ultimo biennio si è registrata una crescita delle richieste anche per gli utenti di consumo, che prelevano direttamente energia dalla rete di trasmissione nazionale e includono, ad esempio, impianti ad alto consumo energetico. Le richieste di connessione per questi utenti possono riguardare sia l’adeguamento di impianti già operativi sia la connessione di nuovi impianti alla rete. Tale tendenza è attribuibile per larga parte ai centri di elaborazione (data center): al 31 dicembre 2024 le richieste erano pari a circa 30 Gw, dato annuale 24 volte superiore rispetto a quello del 2021. Tali richieste sono principalmente localizzate nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia.
Terna annuncia che ''con lo scopo di favorire una sempre più ampia abilitazione delle rinnovabili e per garantire un’elevata qualità del servizio, in sinergia con i concessionari del servizio di distribuzione, è stato individuato un set di Cabine primarie da potenziare o da connettere alla Rete di trasmissione nazionale''. Il trend di tali richieste di connessione si è ulteriormente ampliato per effetto dei fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr. Terna ha definito un approccio di gestione delle richieste di connessione basato sulla definizione di 76 'microzone' che ''consentono di modellare in modo efficace un perimetro all’interno del quale studiare soluzioni di connessione e quantificare la capacità rinnovabile addizionale che può essere integrata nella rete''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Dallo sviluppo di infrastrutture abilitanti e innovative alla garanzia di stabilità e sicurezza della rete elettrica, passando per la risoluzione delle congestioni locali. Sono gli obiettivi del piano di sviluppo 2025 presentato da Terna. ''Considerato il complesso e sfidante contesto elettrico'' Terna comunica di aver ''svolto una importante attività di definizione delle priorità di sviluppo. Sono stati privilegiati gli interventi che offrono il massimo valore per il sistema, individuando soluzioni 'capital light' al fine di ridurre i costi e massimizzare l'efficacia degli investimenti necessari alla transizione energetica''.
Gli interventi previsti dal piano, che consentiranno di operare con una visione di lungo termine in considerazione delle esigenze della rete, rispondono alla necessità di ''sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia''. Il programma prevede anche di ''risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali''.
Terna punta inoltre a ''rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la Programmazione territoriale efficiente''. Infine sarà garantita ''la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali''.
Nell’orizzonte temporale del piano di sviluppo 2025, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda, come Tyrrhenian Link, il collegamento hvdc sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. ''L’opera consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili''. L’opera sarà completata entro il 2028.
Tra le opere principali Terna segnala Adriatic Link: il collegamento hvdc tra Abruzzo e Marche da 1.000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029. Entro il 2034 sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali tra cui la Dorsale Adriatica: collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì che garantirà il rafforzamento del corridoio adriatico, permettendo un incremento sostanziale della capacità di scambio.
Terna prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale. Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
Il Piano di Sviluppo 2025 di Terna si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo 'capital light', che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete. L’attività di Terna di pianificazione della futura rete elettrica può contare oggi su iter di approvazione semplificati per le grandi infrastrutture da parte di Arera e Mase. In particolare, l’Autorità, attraverso il meccanismo dell’approvazione per fasi, ha semplificato il processo fornendo strumenti per velocizzare il percorso di progettazione, autorizzazione e realizzazione.
Anche a valle delle recenti semplificazioni normative ''è stato possibile raggiungere una significativa riduzione dei tempip''. La realizzazione delle infrastrutture sarà supportata anche da strumenti che assicurano e garantiscono la sicurezza e la flessibilità del sistema. Su tutti, il Capacity market con cui Terna si approvvigiona di capacità tramite contratti aggiudicati attraverso aste competitive, e il Macse (Meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico). La prima asta del Macse sarà svolta da Terna il prossimo 30 settembre.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.