La Jabil Circuit Italia, multinazionale americana che opera nel settore della produzione di componenti elettronici, ha annunciato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 350 addetti dello stabilimento di Marcianise, in provincia di Caserta, che dovrebbe concretizzarsi entro settembre. La permanenza dell’azienda nella cittadina campana non è in discussione, fa sapere l’azienda, ma il provvedimento è stato presentato come “essenziale – spiega la nota della società – per assicurare l’operatività futura del sito di Marcianise in un ambiente di mercato altamente concorrenziale”. I sindacati hanno annunciato uno sciopero di 8 ore, mentre per il 27 giugno è stato convocato un tavolo ad hoc al ministero dello Sviluppo Economico.
L’azienda, che nel 2015 acquistò lo stabilimento Ericsson nel vicino comune di San Marco Evangelista e nel quale si creò un altro problema legato a esuberi, precisa che “questa scelta non è in alcun modo una valutazione negativa del duro lavoro e dell’impegno di questa grande squadra, bensì un passaggio essenziale per mettere in sicurezza l’esistenza futura dello stabilimento”.
Nella nota della società si legge che il volume della produzione è calato negli anni e le risorse a disposizione, 700 in totale, sarebbero sottoutilizzate: “Da diversi anni a questa parte – si legge – il sito Jabil di Marcianise si è dovuto confrontare con un contesto economico sfidante. In ragione di tale dinamica, i volumi si sono ridotti e le risorse sono rimaste sottoutilizzate. Per affrontare la situazione, collaborando con le organizzazioni sindacali e gli stakeholder locali e nazionali, Jabil ha intrapreso un programma di outplacement volontario per offrire ai propri dipendenti opportunità di reimpiego in altre aziende che si sono dimostrate disponibili ad assumerli. Lo scopo di questa iniziativa era quello di minimizzare l’impatto sociale della ristrutturazione. Nonostante questi sforzi e a seguito di una lunga ed estesa disamina della capacità produttiva attuale e prospettica, si è resa necessaria un’ulteriore riduzione della forza lavoro presso il sito Jabil di Marcianise entro settembre di quest’anno”.
Uilm, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Failms hanno deciso di rispondere con uno sciopero di 8 ore, a partire dalle 8 del 25 giugno, durante il quale si svolgerà anche un’assemblea sindacale. “Dopo Whirlpool – dice il segretario regionale dei metalmeccanici della Uil, Antonello Accurso -, anche la Jabil di Marcianise sceglie la via della drammatizzazione con un atto unilaterale che rischia di compromettere gli sforzi fatti in questi anni per accompagnare un processo di riqualificazione ed evitare che la situazione industriale sfuggisse di mano. Aprire una procedura di licenziamento per 350 lavoratori su 700, vuol dire colpire pesantemente la prospettiva industriale e l’occupazione di un territorio già martoriato negli anni. La politica faccia la sua parte e intervenga subito perché la situazione può diventare insostenibile”.
Massimiliano Guglielmi, leader campano della Fiom-Cgil, parla “di un’altra bomba sociale pronta ad esplodere dopo il caso Whirlpool, peraltro in un territorio come quelle casertano che ha le stesse problematiche di Napoli e provincia. Lo scorso anno firmammo degli accordi con la Jabil, alla presenza del ministro Di Maio, in cui si prospettava l’esodo volontario con la possibilità di ricollocare i lavoratori usciti dal processo produttivo. Certo, la Jabil già allora era in situazione difficile e non annunciò investimenti come ha fatto Whirlpool, ma comunque non ci aspettavamo la decisione di licenziare quasi la metà della forza lavoro in una provincia che è in grave crisi.”
Intanto, il ministero dello Sviluppo Economico, con una nota, ha convocato un tavolo di crisi alle 10 del 27 giugno per discutere la situazione occupazionale e produttiva del sito di Marcianise.
Lavoro & Precari
Caserta, Jabil Circuit Italia annuncia avvio di procedura di licenziamento collettivo per 350 lavoratori. Sciopero sindacati
La permanenza dell'azienda nel sito di Marcianise non è in discussione, fa sapere l'azienda. Intanto, il ministero dello Sviluppo Economico, con una nota, ha convocato un tavolo di crisi alle 10 del 27 giugno
La Jabil Circuit Italia, multinazionale americana che opera nel settore della produzione di componenti elettronici, ha annunciato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 350 addetti dello stabilimento di Marcianise, in provincia di Caserta, che dovrebbe concretizzarsi entro settembre. La permanenza dell’azienda nella cittadina campana non è in discussione, fa sapere l’azienda, ma il provvedimento è stato presentato come “essenziale – spiega la nota della società – per assicurare l’operatività futura del sito di Marcianise in un ambiente di mercato altamente concorrenziale”. I sindacati hanno annunciato uno sciopero di 8 ore, mentre per il 27 giugno è stato convocato un tavolo ad hoc al ministero dello Sviluppo Economico.
L’azienda, che nel 2015 acquistò lo stabilimento Ericsson nel vicino comune di San Marco Evangelista e nel quale si creò un altro problema legato a esuberi, precisa che “questa scelta non è in alcun modo una valutazione negativa del duro lavoro e dell’impegno di questa grande squadra, bensì un passaggio essenziale per mettere in sicurezza l’esistenza futura dello stabilimento”.
Nella nota della società si legge che il volume della produzione è calato negli anni e le risorse a disposizione, 700 in totale, sarebbero sottoutilizzate: “Da diversi anni a questa parte – si legge – il sito Jabil di Marcianise si è dovuto confrontare con un contesto economico sfidante. In ragione di tale dinamica, i volumi si sono ridotti e le risorse sono rimaste sottoutilizzate. Per affrontare la situazione, collaborando con le organizzazioni sindacali e gli stakeholder locali e nazionali, Jabil ha intrapreso un programma di outplacement volontario per offrire ai propri dipendenti opportunità di reimpiego in altre aziende che si sono dimostrate disponibili ad assumerli. Lo scopo di questa iniziativa era quello di minimizzare l’impatto sociale della ristrutturazione. Nonostante questi sforzi e a seguito di una lunga ed estesa disamina della capacità produttiva attuale e prospettica, si è resa necessaria un’ulteriore riduzione della forza lavoro presso il sito Jabil di Marcianise entro settembre di quest’anno”.
Uilm, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Failms hanno deciso di rispondere con uno sciopero di 8 ore, a partire dalle 8 del 25 giugno, durante il quale si svolgerà anche un’assemblea sindacale. “Dopo Whirlpool – dice il segretario regionale dei metalmeccanici della Uil, Antonello Accurso -, anche la Jabil di Marcianise sceglie la via della drammatizzazione con un atto unilaterale che rischia di compromettere gli sforzi fatti in questi anni per accompagnare un processo di riqualificazione ed evitare che la situazione industriale sfuggisse di mano. Aprire una procedura di licenziamento per 350 lavoratori su 700, vuol dire colpire pesantemente la prospettiva industriale e l’occupazione di un territorio già martoriato negli anni. La politica faccia la sua parte e intervenga subito perché la situazione può diventare insostenibile”.
Massimiliano Guglielmi, leader campano della Fiom-Cgil, parla “di un’altra bomba sociale pronta ad esplodere dopo il caso Whirlpool, peraltro in un territorio come quelle casertano che ha le stesse problematiche di Napoli e provincia. Lo scorso anno firmammo degli accordi con la Jabil, alla presenza del ministro Di Maio, in cui si prospettava l’esodo volontario con la possibilità di ricollocare i lavoratori usciti dal processo produttivo. Certo, la Jabil già allora era in situazione difficile e non annunciò investimenti come ha fatto Whirlpool, ma comunque non ci aspettavamo la decisione di licenziare quasi la metà della forza lavoro in una provincia che è in grave crisi.”
Intanto, il ministero dello Sviluppo Economico, con una nota, ha convocato un tavolo di crisi alle 10 del 27 giugno per discutere la situazione occupazionale e produttiva del sito di Marcianise.
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Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "Il nostro governo ha scelto di realizzare i termovalorizzatori con risorse pubbliche, stanziando 800 milioni di euro attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Questo per evitare che il costo di ammortamento potesse ricadere sui cittadini attraverso tariffe esorbitanti. Noi vogliamo evitare questo errore e garantire un sistema sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Non solo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia il Presidente della Regione siciliana Renato Schifani. "I termovalorizzatori rappresentano una grande opportunità anche per il nostro sistema energetico- dice -In un periodo storico in cui i costi dell’energia sono sempre più elevati e la transizione ecologica è una priorità globale, trasformare i rifiuti in energia significa rendere la Sicilia più autonoma, ridurre la dipendenza da fonti fossili e creare un sistema. Il nostro cronoprogramma: entro questo marzo/aprile bando per progettazione; entro settembre 2026 inizio lavori (durata diciotto mesi). La Sicilia non può più permettersi di rimanere prigioniera dell’emergenza, della precarietà, dell’inerzia. È il momento di agire con coraggio e senso del dovere".
"Chi si oppone abbia almeno l’onestà di dire chiaramente perché e di assumersi la responsabilità di condannare questa terra al degrado e all’inefficienza- dice Schifani - Non possiamo accettare che il futuro della Sicilia venga bloccato da interessi di parte, da vecchie logiche a volte ambigue. Non possiamo più tollerare un sistema che penalizza i cittadini, le imprese e l’ambiente. La nostra Regione merita di voltare pagina. Merita un futuro fatto di pulizia, decoro e sostenibilità. Noi andremo avanti, con determinazione e con la convinzione che questa sia l’unica strada possibile. Anche se in salita. In tutti i sensi. Perché la Sicilia merita di più".
Palermo,9 mar. (Adnkronos) - "Perché, dopo vent’anni di dibattiti e promesse mancate, ancora oggi qualcuno si oppone alla realizzazione di impianti di termovalorizzazione? L’esperienza europea dimostra che questi impianti sono una soluzione efficiente e sicura per chiudere il ciclo dei rifiuti, trasformando ciò che non può essere riciclato in energia pulita. Eppure, in Sicilia si è continuato a rinviare, mentre le discariche si riempiono e i cittadini pagano bollette sempre più alte per smaltire i rifiuti altrove. È davvero un problema di tutela ambientale? No, perché i moderni termovalorizzatori sono progettati per garantire emissioni praticamente nulle, rispettando i più severi standard europei". Così il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in un intervento sul Giornale di Sicilia. "Parlare di inquinamento è oggi fuori luogo: in molte città del Nord Italia, in Europa e nel mondo, questi impianti convivono con i centri abitati senza alcun impatto sulla qualità dell’aria", dice.
"Forse si vuole difendere il business delle discariche? È un dubbio legittimo. Il sistema attuale, infatti, ha spesso alimentato interessi economici poco trasparenti, in alcuni casi perfino legati alla criminalità organizzata. E di questo ho parlato in occasione della mia audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie", conclude Schifani.
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "La Sicilia, purtroppo, vive da decenni un’emergenza che sembra diventata strutturale. Il mio governo ha individuato fin dalla campagna elettorale questo come un obiettivo primario, consapevole che la gestione dei rifiuti non è solo un problema ambientale, ma anche sociale ed economico. Abbiamo ereditato una situazione di stallo, con un sistema fondato su discariche ormai al collasso, senza un’efficace pianificazione e con una raccolta differenziata ancora insufficiente. E soprattutto, mancava uno strumento fondamentale: il Piano rifiuti, indispensabile per poter programmare e realizzare qualsiasi intervento strutturale. Lo abbiamo speditamente adottato nel novembre scorso, dopo un grande lavoro di squadra che ha coinvolto vari organi istituzionali preposti al ramo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia, il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani,.
"Sapevamo che sarebbe stato un percorso difficile, sia dal punto di vista normativo che politico- prosegue - E a volte avvertiamo una condizione di solitudine, nel dover difendere un’idea di sviluppo che dovrebbe essere patrimonio comune, ma che invece incontra resistenze incomprensibili e a volte ambigue. Non cori da stadio, ma silenzi a volte trasversali e imbarazzanti".
"Non è un caso che il tema dei termovalorizzatori in Sicilia sia presente nel dibattito pubblico da oltre vent’anni, senza mai trovare una concreta soluzione- aggiunge Schifani - In tutto questo tempo, mentre in altre regioni italiane e in Europa si realizzavano impianti di ultima generazione per trasformare i rifiuti in energia, in Sicilia si continuava a rinviare, accumulando ritardi su ritardi e lasciando che il problema si aggravasse. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: città invase dai rifiuti, discariche sature, costi di smaltimento sempre più elevati e una dipendenza dall’estero per l’invio della spazzatura che pesa sulle tasche dei cittadini siciliani per oltre cento milioni all'anno". "Ciò che trovo più preoccupante è la rassegnazione diffusa tra i siciliani. Dopo decenni di annunci e promesse mancate, molti ormai non credono più che il cambiamento sia possibile. Ma io dico che questa volta è diverso. Questa volta il governo regionale ha fatto una scelta chiara e irreversibile: realizzare gli impianti e dare finalmente alla Sicilia una gestione moderna ed efficiente dei rifiuti. E per questo obiettivo dedico due pomeriggi al mese per monitorare di persona il percorso, spesso complesso ma che ci sforziamo di velocizzare. Per non parlare dei numerosi ricorsi presentati contro il mio piano per bloccare il tutto. A questi ci opporremo con fermezza e competenza".
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - I vigili del fuoco del Comando provinciale di Palermo resteranno per tutta la notte tra via Quintino Sella e via Gaetano Daita per tenere sotto controllo l'edificio in cui ieri mattina si è propagato un vasto incendio che ha distrutto l'appartamento all'ultimo piano dell'ex sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, e della moglie, l'ex magistrato Annamaria Palma. I due sono riusciti a mettersi in salvo, tutti i residenti sono stati evacuati, un uomo di 80 anni è rimasto intossicato. "Le fiamme sono state circoscritte e non si propagano più. Sono in corso adesso le operazioni di bonifica che consistono nello smassamento della parte combusta e nello spegnimento dei focolai residui. Per tutta la notte sul posto sarà effettuato un servizio di vigilanza antincendio", ha spiegato in serata all'Adnkronos Agatino Carrolo, direttore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia, da ieri mattina sul luogo del rogo.
"Abbiamo dovuto tagliare il tetto con le motoseghe. I miei uomini hanno lavorato a 25 metri su un piano inclinato di 30 gradi e abbiamo lavorato con la dovuta cautela. Tagliato il tetto si impedisce alle fiamme di propagarsi. Quindi rimangono da effettuare le operazioni di bonifica, di rimozione del materiale combusto e laddove ci sono dei focolai residui spegnerli. Oltre a questo si prevede di effettuare un'operazione di vigilanza antincendio ceh consiste in un presidio fisico a vigilare lo stato dei luoghi fino a quando non ci sarà più bisogno", ha detto.
E ha aggiunto: "Ci siamo trovati ad operare ad un altezza di 25 metri dal piano di calpestio. Dobbiamo spegnere un incendio importante di un tetto di circa 400 mq di falde e le fiamme sono particolarmente insidiose perché questa combustione è caratterizzata dal cosiddetto fuoco covante ossia una combustione in condizione di sotto ossigenazione che corre nello spazio di ventilazione del tetto. Quindi in superficie non si vede nulla ma ad un certo punto le fiamme affiorano dove è possibile".
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Non c’è molto da dire, se non che mi vergogno e che mi dispiace molto. Il Pd è germogliato dalle tradizioni più alte e più nobili della storia politica del Paese. Ha nel suo dna l’europeismo. Ed è di tutta evidenza che non può essere questo il nostro posizionamento". Lo scrive sui social Pina Picierno rispondendo alle proteste sui social per il post del Pd sulla questione del piano di Difesa Ue in cui si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Matteo Salvini.
"Mi vergogno, infatti. E sono allibita", aggiunge la vice presidente del Parlamento europeo.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "Ma vi siete bevuti il cervello Elly Schlein? Vi mettete a scimiottare Salvini. I riformisti sono vivi? Hanno qualcosa da dire? Paolo Gentiloni, Lorenzo Guerini certificate la vostra esistenza in vita al netto di Pina Picierno e Filippo Sensi". Lo scrive sui social Carlo Calenda, rilanciando un post del Partito democratico sulla questione del piano di Difesa Ue in cui tra l'altro si legge 'bravo Matteo' a proposito delle posizioni di Salvini.
Roma, 8 mar (Adnkronos) - "In Italia si aggira un tizio - si chiama Andrea Stroppa - che rappresenta gli interessi miliardari e le intrusioni pericolose di Elon Musk. Dopo avere espresso avvertimenti vagamente minatori e interferito sull’attività di governo, questo Stroppa ha insultato due giornalisti, Fabrizio Roncone e la moglie Federica Serra, con il metodo tipico dell’intimidazione". Lo dice il senatore del Pd Walter Verini.
"Esprimiamo solidarietà ai due giornalisti. E ci chiediamo anche cosa aspetti Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio di questo Paese, a far sentire la sua voce contro queste ingerenze, questi attacchi, questi tentativi di intimidazione a giornalisti e giornali”, aggiunge il capogruppo Pd in Antimafia.