Le luci a LED sono sempre più diffuse per la loro efficienza energetica e per la durata rispetto alle lampadine tradizionali, ma si possono migliorare. La Commissione Europea ha finanziato il progetto REPRO-LIGHT coordinato dall’Austria e a cui partecipa anche l’Italia, con l’obiettivo di sviluppare apparecchi intelligenti personalizzati, capaci di migliorare gli stati d’animo e la produttività delle persone. Secondo quanto riportato, un sistema di illuminazione adeguato potrebbe rendere le persone più sane e più produttive.
Il progetto segue la scia della tendenza attuale secondo cui le luci a LED possono migliorare il ritmo circadiano del corpo con un’adeguata alternanza fra sonno e veglia. Tuttavia ci sono problemi produttivi dovuti al fatto che l’illuminazione intelligente aumenta la complessità e il costo di produzione dei dispositivi d’illuminazione a LED. È qui che la Commissione Europea intende intervenire, studiando il modo per rendere la produzione più sostenibile e accelerare lo sviluppo.
Le aree su cui è richiesto l’accento sono tre: migliorare la qualità dell’illuminazione sfruttando i possibili effetti positivi sulla salute; usare luci a LED intelligenti che si adattano ai cambiamenti nell’ambiente; ottimizzare il ciclo di vita dei sistemi di illuminazione dalla produzione allo smaltimento, che implica anche impiegare materiali riutilizzabili e riciclabili.
I ricercatori stanno sviluppando prototipi per i quali saranno depositati dei brevetti. A questo fine sono stati condotti anche sondaggi fra i consumatori per comprenderne meglio le esigenze. Sono stati intervistati 1.100 lavoratori in Germania, Italia, Spagna e Austria per mettere a fuoco le loro esigenze di illuminazione. Più della metà ha dichiarato che vorrebbe una migliore illuminazione sul posto di lavoro; oltre il 90% ritiene che l’illuminazione sul lavoro influenzi l’umore. L’87% ha dichiarato che la qualità dell’illuminazione influenza la produttività; il 92% sostiene che abbia effetti sulla reattività al lavoro. La maggioranza vorrebbe un sistema di illuminazione che si adatti automaticamente alle esigenze individuali e cambi colore quando fuori fa buio. Il sondaggio ha anche mostrato che le donne e gli operai con più di 50 anni sono più inclini a richiedere una migliore illuminazione sul posto di lavoro.
Wilfried Pohl, a capo della ricerca, ha spiegato che “la luce può influenzare positivamente la capacità di un individuo di mantenere alte l’attenzione e le prestazioni cognitive. Inoltre, i sistemi d’illuminazione che ci circondano durante il giorno possono influenzare il sonno. Con l’illuminazione dinamica individuale del sistema REPRO-LIGHT, il ritmo circadiano di un lavoratore si stabilizza”.
Perché accade questo? Perché, anche se non ce ne rendiamo conto, l’illuminazione influisce sulle nostre percezioni e sugli stati d’animo, favorisce reazioni chimiche specifiche ed ha effetti sulla produzione di melatonina, un ormone che ha la funzione di regolare il ciclo sonno-veglia. L’illuminazione nei luoghi di lavoro è spesso progettata per minimizzare il disagio visivo, anziché per mitigare gli effetti fisiologici e neurocomportamentali negativi che l’illuminazione artificiale ha sugli esseri umani. Il risultato è che la differenza fra la luce naturale e quella artificiale è abissale. All’esterno, in una giornata di sole, una persona può essere esposta a 100.000 lux (la misura dell’intensità della luce); negli uffici questo valore scende a 500 lux, nelle scuole a 300 lux. Considerato che le persone trascorrono il 90% del loro tempo al chiuso, questo significa che il più delle volte non ricevono luce sufficiente, e questa carenza può avere effetti negativi, come l’affaticamento e i deficit di attenzione.
Il progetto REPRO-LIGHT si sta concentrando sull’uomo, per fornire alle persone la quantità corretta di luce nel posto giusto e al momento giusto, in base alle esigenze fisiologiche. Un cambiamento che può sembrare secondario, ma che secondo gli esperti può aumentare la produttività sul lavoro, ridurre il numero di errori, di incidenti e di giorni di malattia.
I prototipi realizzati nell’ambito di questo studio saranno testati in uffici in Spagna, Austria e Germania, e in un edificio industriale in Germania. Sono al vaglio anche nuove tecniche produttive, fra cui l’impiego della stampa 3D, e soluzioni adatte anche per la sanità. I responsabili promettono che i LED prodotti avranno un basso impatto ambientale, sfrutteranno componenti facili da rimuovere, riutilizzabili e personalizzabili.
I ricercatori faranno inoltre un’analisi del ciclo di vita dei prodotti con l’obiettivo di ridurre al minimo i rifiuti elettronici e l’uso di materie prime rare. Ridurranno l’uso di cavi e circuiti stampati e il consumo energetico.