Il boss della ‘ndrangheta Rocco Morabito è evaso la notte scorsa insieme ad altri tre reclusi dal carcere centrale di Montevideo, dove era in attesa di definizione del suo processo di estradizione verso l’Italia. Morabito, 53 anni, era stato arrestato nel 2017 in un hotel della capitale urugaiana dopo 23 anni di latitanza e alla fine dello scorso marzo un tribunale penale d’Appello aveva confermato l’autorizzazione all’estradizione. Nel paese sudamericano, il boss calabrese viveva in una lussuosa villa con piscina a Punta del Este.

Morabito era ricoverato con i suoi complici in osservazione nell’infermeria del carcere. La loro fuga è avvenuta attraverso un passaggio creato nel tetto, da dove si sono calati in una fattoria confinante, dove hanno rubato denaro alla proprietaria 80enne Elina Ituarte. Con il boss della ‘ndrangheta sono fuggiti Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, detenuto per falsificazione di documenti e furto, su richiesta della giustizia brasiliana, Matías Sebastián Acosta González, in attesa della sua estradizione dal Brasile, e Bruno Ezequiel Díaz, in cella su richiesta dell’Argentina per omicidio.

Dopo la conferma dell’estradizione concessa in Appello, i legali di Morabito hanno presentato, come ultima opzione, un ricorso alla Corte suprema di giustizia. Il boss ha cercato di evitare in ogni modo il suo trasferimento in Italia, giungendo perfino ad insultare durante il dibattimento in tribunale la giudice per far sospendere il processo. Le autorità uruguaiane hanno diramato un allarme a livello nazionale indicando un numero di telefono a cui rivolgersi in caso di informazioni utili. La fuga è stata definita “sconcertante e grave” dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Mi prendo due impegni – ha aggiunto – Primo: fare piena luce sulle modalità dell’evasione, chiedendo spiegazioni immediate al governo di Montevideo. Secondo: continueremo a dare la caccia a Morabito, ovunque sia, per sbatterlo in galera come merita”.

Al momento del fermo era stato trovato in possesso di 13 cellulari, 12 carte di credito, un documento falso intestato a Francesco Antonio Capeletto e un passaporto brasiliano. Originario di Africo e da sempre esponente di primo piano della ‘ndrangheta calabrese, a Punta del Este viveva da almeno 10 anni con la moglie angolana con passaporto portoghese.

Parente dell’anziano boss Giuseppe Morabito, detto “u Tiradrittu”, e dei fratelli Domenico Leo e Giovanni Morabito soprannominati “Scassaporte”, il primo dei quali venne assassinato nel 1989. Nel 1990, invece, il bersaglio dei killer era proprio Rocco Morabito che riuscì a sfuggire all’agguato. Morabito, una volta rientrato in Italia, avrebbero dovuto scontare 30 anni di carcere definitivi per aver organizzato e gestito un vasto traffico di cocaina tra il Sud america e Milano.

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