Francesco Ginese è morto sabato dopo aver provato a scavalcare il muro dell'ateneo romano per andare a una festa abusiva. Salvini chiede al rettore di risponderne e dice: "Sgombereremo ogni spazio occupato"
Omicidio colposo contro ignoti. Con questa accusa la Procura di Roma sta indagando sulla morte di Francesco Ginese, il giovane di 26 anni deceduto sabato dopo aver provato a scavalcare il muro dell’università della Sapienza per andare a una festa abusiva. Il ragazzo, nella scalata, si era reciso l’arteria femorale. Inutili il ricovero e l’operazione di urgenza al Policlinico Umberto I. Il pubblico ministero Stefano Rocco Fava, titolare dell’indagine, ha ricevuto i risultati delle prime indagini della polizia e ha disposto l’autopsia sul corpo del giovane.
Il party “Disco-Sapienza” che il 26enne stava stata cercando di raggiungere era organizzato dai collettivi universitari e non era stato autorizzato dal rettore dell’ateneo. Secondo la ricostruzione, il giovane per evitare i controlli ha tentato di scavalcare un muro di cinta, in viale dell’Università, di fronte al civico 30. La festa non si è fermata neanche all’arrivo dell’ambulanza, quando Francesco era già in gravissime condizioni. Per salvarlo era subito scattata una gara di solidarietà sui social per la raccolta di sangue, ma è stato tutto inutile. Sul posto, spiegano gli inquirenti, c’erano anche agenti in borghese a monitorare gli ingressi.
“Perché il Rettore della Sapienza tollera l’illegalità e non fa nulla?”. Ha commentato così la vicenda il ministro degli Interno Matteo Salvini, affermando poi che “la responsabilità di questa morte è anche di chi permette queste illegalità da troppo tempo, tra occupazioni di aule e feste non autorizzate con uso e abuso di alcolici e altre sostanze”. Il ministro ha dichiarato che “ora che ci è scappato il morto il rettore è chiamato a risponderne”, assicurando che chiederà al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede “quante denunce ed esposti sono fermi in procura e su quali scrivanie”. “Mi aspetto che vengano ripristinate legalità e diritto allo studio per tutti”, conclude Salvini, “con la liberazione di ogni spazio occupato abusivamente e la sospensione di ogni attività illecita. La pacchia deve finire per rispetto delle migliaia di studenti e professori che vanno in Università per imparare e lavorare, non per fare casino”.