Continuano le tensioni tra Stati Uniti e Iran. Le nuove sanzioni americane contro Teheran, annunciate lunedì da Donald Trump, prendono di mira anche l’ayatollah, Ali Khamenei, guida suprema del Paese, ed il ministro degli Esteri, Javad Zarif, e chiudono definitivamente la porta alla diplomazia. Lo ha scritto su Twitter il portavoce del ministero degli Esteri Abbas Mousavi: “Le inutili sanzioni americane contro la guida suprema e il comandante della diplomazia iraniana – ha denunciato il portavoce – rappresentano la chiusura definitiva del canale diplomatico. L’amministrazione disperata di Trump distrugge i meccanismi internazionali in vigore per preservare la pace e la sicurezza mondiali”.
Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa John Bolton afferma invece che, nonostante le tensioni, “la porta resta aperta per veri negoziati” e che “l’unica cosa che deve fare l’Iran è varcare quella porta”. Non si fa attendere la risposta del presidente iraniano Hassan Rohani, che dichiara: “Mentre fate appelli ai negoziati, cercate di sanzionare il ministro degli Esteri? È evidente che state mentendo”. Poi spara sulla Casa Bianca: “È afflitta da ritardo mentale“.
Intanto l’ambasciatore iraniano all’Onu, Majid Takht-e Ravanchi, in occasione della riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere della situazione nella regione su richiesta americana, ha svelato nuove informazioni che secondo Teheran dimostrerebbero l’abbattimento del drone americano nello spazio aereo della Repubblica Islamica. Per gli Stati Uniti il mezzo è stato invece abbattuto mentre sorvolava acque internazionali. L’ambasciatore iraniano avrebbe mostrato immagini radar “inconfutabili”. A margine della riunione, Takht-e Ravanchi ha dichiarato: “L’Iran aveva tutto il diritto di partecipare a quella riunione dal momento che il suo spazio aereo è stato violato da due droni spia americani. Purtroppo ci è stato negato questo diritto”. A sostenere la tesi di Teheran è intervenuta anche la Russia: il segretario alla sicurezza russa Nikolai Patrushev ha dichiarato di avere informazioni di intelligence che mostrano che “il drone Usa era nello spazio aereo iraniano quando è stato abbattuto dall’Iran la scorsa settimana”. Patrushev ha anche detto che le prove degli Stati Uniti secondo cui l’Iran è dietro l’attacco alle navi nel Golfo di Oman “sono di qualità povera e non professionali”.
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump – che riguardo alle sanzioni ha parlato di “una forte e proporzionata risposta alle azioni sempre più provocatorie dell’Iran” – ha affermato che non serve l’ok del Congresso nel caso di un’eventuale azione militare contro l’Iran: “Mi piace l’idea di avere il Congresso a fianco – ha sottolineato il presidente americano in un’intervista a The Hill – Hanno idee, c’è gente intelligente. Ho appreso un paio di cose l’altro giorno nel nostro incontro con il Congresso, mi piace averlo a fianco, ma legalmente non devo farlo”. E poi, in riferimento a quanto successo nella notte tra giovedì e venerdì scorso, quando all’ultimo minuto ha bloccato un’operazione militare contro Teheran in rappresaglia all’abbattimento di un drone americano, ha ricordato: “Eravamo molto vicini forse a prendere una decisione sul raid. Poi ho deciso di non farlo. Stavo pensando a quella decisione da un po’ di tempo, e ho deciso di no perché veramente non era proporzionata”.