“Roma? Indipendentemente dall’assalto mediatico del Messaggero, dopo tre anni di giunta Raggi, io vivo in uno stato personale di costernazione per la mia città. A questo punto, bisogna fare un’operazione verità“. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, dal capogruppo M5s alla Regione Lazio, Roberta Lombardi, sullo stato in cui versa la Capitale.
“Uno dei temi che stiamo affrontando nella riorganizzazione del M5s – spiega – è ritessere la tela tra il livello nazionale e i territori. Un po’ il rapporto si è sfilacciato. Ma è anche vero anche che Roma ha comunque un rapporto privilegiato con la politica nazionale rispetto a qualsiasi altro Comune. Quando tempo fa uscirono sull’Espresso alcuni audio rubati il sindaco Raggi durante delle riunioni relative all’approvazione del bilancio Ama, ci sono stati dei passaggi in cui Virginia Raggi con molta sincerità e molta onestà ha detto: ‘Questa città è fuori controllo. I romani si affacciano dalla finestra e vedono la m….’. Il che è vero. Mi conforta il fatto che anche il sindaco se ne renda assolutamente conto. Però bisogna ammetterlo anche pubblicamente, non solo in una registrazione rubata, e spiegarne i motivi“.
E sottolinea: “Io non accetto il discorso secondo cui noi 5 Stelle siamo incapaci. Anche a livello statistico e dei grandi numeri, non possiamo essere tutti incapaci noi del M5s, mentre tutti quegli degli altri partiti sono bravi e competenti, anche perché abbiamo visto dove hanno portato il Paese, e anche Roma, quelli competenti. Quindi, secondo me, lo sforzo che va fatto è dire: ‘Questo questo è il lavoro che stiamo facendo, questi sono gli ostacoli che troviamo, romani capitelo’. Bisogna passare oltre la comunicazione del tipo: ‘Va tutto bene, stiamo lavorando, abbiamo sgomberato le villette dei Casamonica’. Noi romani abbiamo bisogno anche di non vedere i cumuli di immondizia sotto casa nostra, di vedere il verde curato'”.
Circa il problema dei rifiuti, Lombardi sottolinea: “Non si risolve certamente dall’oggi al domani. . Non abbiamo più una discarica a Roma, fortunatamente, ma nella chiusura di quella discarica di Malagrotta nel 2012 bisognava trovare una soluzione alternativa per 1 milione e 700mila tonnellate di rifiuti all’anno. Questo non è stato fatto da Comune e Regione. Arriviamo noi nel 2016 e ci troviamo l’Ama, un’azienda dei rifiuti decotta, con una gestione dell’indifferenziata basata su 4 impianti, di cui uno andato a fuoco e due di proprietà di Manlio Cerroni, detto l'”ottavo re di Roma”, lo stesso proprietario della famosa discarica chiusa. Già era una struttura che non si reggeva prima – continua – perché si basava tutto su una buca che non esiste più e su 4 impianti, che ora sono 3. Di questi tre quelli di Cerroni stanno funzionando alternativamente, perché sono soggetti a cicliche manutenzioni ordinarie. Siamo in un momento in cui il Comune non sa dove andare a conferire l’immondizia. Andare a parlare in questo momento di una nuova discarica sarebbe comunque una soluzione tampone”.
E chiosa: “In Regione sono state approvate le linee guida del nuovo piano rifiuti regionali, piano che non era aggiornato dal 2012, e c’è un Comune che sta arrancando perché obiettivamente noi non sappiamo dove andare a portare questa immondizia. Raggi in previsione futura dice che non vuole un’altra discarica, ma un ciclo di rifiuti dove il rifiuto diventi una ricchezza, però ci vuole tempo. E allora tutti, a partire dalla Regione, devono fare uno sforzo per gestire il periodo di transizione”.