La società non ha ottenuto il pass per la serie cadetta: ora comincia l'iter per la riammissione con il patron Tuttolomondo che rassicura la piazza. Peggio è messo il Foggia che rischia la ripartenza dalla D dopo che non è stata versata la somma per partecipare al campionato. Comincia un'altra estate di fallimenti e ricorsi nelle aule di giustizia
È iniziata anche quest’anno l’estate delle mancate iscrizioni in Serie B e C, con vittime più o meno illustri dei parametri di bilancio che dicono addio ai campionati di appartenenza oppure restano in un limbo in attesa di condanna definitiva o “grazia” degli organi della Federazione. Non ha ottenuto il pass per l’iscrizione in B il Palermo: la Lega dice che nei tempi previsti (la mezzanotte di lunedì), dal club rosanero non è arrivata la fideiussione da 800mila euro necessaria all’iscrizione. Il patron Tuttolomondo ha rassicurato la piazza: la polizza c’è, ad opera di una società bulgara, la Lev Ins Insurance, e solo un disguido tecnico ne ha impedito la trasmissione. Per i rosanero saranno cruciali i prossimi giorni: la Covisoc – Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche – depositerà il proprio parere entro il 4 luglio. Un iter che ricorda quello dell’Avellino lo scorso anno, conclusosi negativamente con la ripartenza dalla D.
Ma se i rosanero possono ancora sperare, molto più dura è la situazione dei tifosi del Foggia: i rossoneri non sono riusciti ad iscriversi alla Serie C, sembra a causa del disinteresse di alcuni imprenditori che avrebbero dovuto garantire la somma necessaria a partecipare al campionato. Non è bastato l’impegno del sindaco e dei tifosi che le hanno tentate tutte, dalla colletta al presidio sotto l’azienda della ex proprietà. Per il Foggia lo scenario più probabile è la ripartenza dalla D, con il sindaco che dovrà trovare una nuova proprietà.
Anche in questo caso la situazione ricorda quella vissuta un anno prima da un’altra piazza importantissima del sud: Bari, ripartita dai dilettanti, così come il Cesena, per fare un altro esempio. Quest’estate dicono addio al professionismo anche la Lucchese, l’Albissola (anche per il problema stadio, altra grana atavica dei club italiani oltre ai conti) e il Siracusa. Rischia parecchio anche la sarda Arzachena che avrebbe consegnato una documentazione incompleta. Ce l’ha fatta invece il Trapani, dopo l’inaspettata promozione, a garantire l’iscrizione in serie B.
Ora si apre la fase “giudiziaria”: la Covisoc, l’organo di vigilanza della Figc, darà le prime sentenze. Poi si potrà fare domanda di riammissione o ripescaggio e fino all’8 luglio si potrà ricorrere, il 12 luglio il Consiglio federale darà i verdetti definitivi sugli organici di Serie B e Lega Pro (anche se lo scorso anno si è andati ben oltre).
Un dato: per tutte le squadre che dopo anni di tribolazione lo scorso anno sono ripartite da zero c’è stato subito un primo riscatto. Avellino, Bari e Cesena hanno vinto i rispettivi gironi di Serie D tornando subito tra i professionisti. Più che di salvataggi a ogni costo, tra bilanci dubbi, disimpegni societari e infiniti ricorsi che rimbalzano tra le aule della giustizia sportiva e quella ordinaria, il bisogno vero delle società è quello di avere progettualità serie, magari anche a costi di dolorose ripartenze da zero.