La polizia ha sequestrato un milione di euro a Luca Lucci, il capo ultras del Milan arrestato nel maggio 2018 per spaccio e al centro del dibattito politico per la stretta di mano al ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il provvedimento ha messo i sigilli a un complesso immobiliare di due piani con autorimessa nel Bergamasco e a un circolo-bar, storico ritrovo del tifo organizzato rossonero e ritenuto in realtà la base per il traffico di droga, nonché un’automobile Audi Q5 e alcuni conti correnti.
Si tratta della prima applicazione in Lombardia di una misura di prevenzione patrimoniale ai sensi del Codice antimafia per un esponente delle tifoserie organizzate. Il provvedimento è della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Milano, presieduta da Fabio Roia, ed è stato eseguito dalla Divisione Anticrimine della questura di Milano. “A seguito degli accertamenti patrimoniali – si legge in una nota della questura – è emerso che traeva le sue principali fonti di sostentamento dal traffico degli stupefacenti”. Lucci, scrive ancora la questura di Milano, “fin dalla giovane età ha stretto consolidati legami con la criminalità organizzata legata al mondo del traffico di stupefacenti e inoltre annovera precedenti per gravi reati contro la persona, in relazione alla sua appartenenza al mondo ultras”.
Classe 1981, ufficialmente elettricista, Lucci è considerato una delle figure più carismatiche della curva. Colpito tre volte dal Daspo e condannato a 4 anni per l’aggressione nel 2009 a un tifoso dell’Inter, che perse un occhio e in seguito si suicidò, nella primavera è finito in un’indagine assieme ad altre 21 persone, tutte destinatarie di misure cautelari, con l’accusa di vendita e spaccio di droga. In quell’operazione vennero sequestrati 600 chili di hashish, marijuana e cocaina e, stando all’indagine, fu proprio il “Toro”, come è soprannominato Lucci, a scovare e scollegare una telecamera della polizia piazzata proprio all’esterno del circolo sequestrato oggi. Per questa vicenda, a settembre 2018, ha patteggiato una pena a un anno e mezzo di carcere.
Lo scorso dicembre, durante la festa per i 50 anni della curva rossonera, al centro dell’Arena Civica di Milano, venne fotografato dall’Ansa mentre stringeva la mano al ministro dell’Interno. Gli scatti scatenarono la polemica politica. In un primo momento, Salvini non prese le distanze, anzi rivendicò il saluto dicendo che in curva “ci sono tante brave persone” e annunciò che la mafia sarebbe stata sconfitta in “qualche mese”. Poi fece marcia indietro, spiegando di non sapere chi fosse Lucci e di averlo incontrato per la prima volta in quell’occasione.