Il confronto dal vivo “non più procrastinabile”. E la ridefinizioni di “identità e valori”, altrimenti “finiremo calpestati”. Il presidente M5s della Camera Roberto Fico, in un’intervista a Repubblica, interviene sulle tensioni M5s delle settimane e chiede maggiore confronto, ma soprattutto un cambio di rotta urgente. “Mi interessa poco sciorinare tre o quattro errori fatti”, dice. “Quello che serve è uno spazio dove tutti possiamo parlare del perché non ha funzionato, di cosa si sta sbagliando, di come elaborare la linea politica collegiale, ridefinire i valori, prendere decisioni di volta in volta. Questa è la proposta che ho fatto: spazi che permettano di ragionare insieme e capire la strada percorsa o da percorrere”. Nelle ultime settimane non ci sono state solo le tensioni per la sconfitta alle Europee e il timore di essere ridimensionati nel governo con la Lega, ma pure lo scontro a distanza tra Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista.
Alla domanda se il Blog delle Stelle, lo spazio in rete che pubblica note e post M5s, sia sufficiente, ha replicato: “Non c’è mai stato solo il blog, ma anche un innovativo percorso territoriale, partecipativo, di visione che è da recuperare perché oggi è diventato molto più scarno”. Per Fico, “c’è bisogno di parlarci tutti dal vivo”. Perché, è il “modo per superare eventuali contrasti”. E il tempo, dice il presidente della Camera, è poco: “Bisogna trovare un luogo idoneo appropriato per dire tutto quello che non va e questa cosa non è più procrastinabile perché ne va della vita del progetto del Movimento”. E ha concluso: “Se non ridefiniamo presto identità e valori, ad esempio mettendo di nuovo al centro i temi ambientali e al visione di futuro, non capiremo mai qual è il limite da non valicare. E finiremo per essere calpestati“. Domenica 24 giugno, la senatrice Paola Nugnes, da sempre ritenuta vicina alle posizioni di Fico, ha deciso di lasciare il Movimento: “Se mi dispiace? Assolutamente sì”, continua il presidente della Camera. “Paola è con noi da dodici anni, è una persona onesta, una combattente. Quel che serve oggi non è attaccare chi va via, ma chiedersi perché una persona che ama il Movimento come lei decida che non le sta più bene”.
Fico è in questi giorni in Germania per chiedere appoggio in Europa sul caso Regeni: “Per la prima volta spostiamo il caso della morte di Giulio Regeni nel cuore dell’Europa”, spiega dopo la seduta congiunta a Berlino delle commissioni esteri di Montecitorio e del Bundestag sul giovane ricercatore ucciso in Egitto. “Il rispetto dei diritti umani è fondamentale per Paesi non solo membri, ma fondatori dell’Unione europea”. I genitori di Giulio Regeni hanno chiesto con una lettera il ritiro degli ambasciatori dall’Egitto. Si può arrivare a una mossa del genere? “Sì. È una scelta che attiene al ministro degli Esteri, ma se i risultati non arrivano può essere una strada. È una richiesta che comprendo”. A suo dire, “il governo può fare ancora di più. Il presidente del Consiglio Conte in tutti gli incontri che abbiamo avuto mi ha garantito il suo impegno”. Rispondendo poi a una domanda sul Friuli Venezia Giulia a guida leghista che ha tolto lo striscione che chiede verità per Regeni, l’esponente M5s commenta: “Bisogna stare attenti a non dare un messaggio opposto a quel che sta facendo il Parlamento anche con l’istituzione della commissione di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. I simboli sono importanti, ancora di più in questa fase, ancora di più nella sua regione”.
Il presidente della Camera infine si espone sul caso Sea Watch3 e sui 43 migranti che da 13 giorni sono al largo di Lampedusa senza essere autorizzati a sbarcare: “Non penso che chiudere i porti sia una soluzione di governo dell’immigrazione. Servono regole certe, criteri giusti, corresponsabilità europea. A Lampedusa arrivano 100 migranti mentre la Sea Watch è al largo. L’Italia è assolutamente in grado di gestire il salvataggio di quelle persone e la battaglia vera deve farla in Europa per la revisione del regolamento di Dublino. Bisogna far comprendere che la gestione dei migranti in mare, che devono essere salvati sempre senza se e senza ma, deve essere comune”. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dice di “chiudere il mare”? “Non siamo in una situazione di emergenza, le persone che arrivano sono gestibili in totale sicurezza. E l’Europa deve poi farsene carico. Deve farlo con l’Italia, con la Spagna, con la Grecia”.